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Da Bergamo all’Asia: Flaminia Nicora lo sguardo sul mondo di «Bergamo Next Level»

Intervista. Alla rassegna promossa dall’Università di Bergamo si parlerà dei programmi internazionali: ce li racconta Flaminia Nicora, prorettrice dell’ateneo con delega all’internazionalizzazione

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Ormai siamo a maggio: per migliaia di studenti bergamaschi, ciò significa che l’anno scolastico sta per finire. Per chi è al quinto anno delle superiori, vuole anche dire che la maturità è imminente, e subito dopo sarà necessario scegliere l’università da frequentare (almeno) per il triennio successivo. Secondo l’ultimo rapporto di Almalaurea sulle motivazioni nella scelta dei corsi di laurea, quasi il 10% dei laureati triennali e magistrali svolge un periodo di studio di ricerca o un tirocinio all’estero. Un buon ateneo ha un grande network internazionale, insomma.

Quello dell’Università degli studi di Bergamo sta attraversando una fase di ampliamento che non guarda solo all’Europa, ma a tutto il mondo. L’internazionalizzazione dell’università della nostra città sarà al centro del talk «Paesaggi culturali, patrimonio e comunità cinesi», che si terrà giovedì 8 maggio alle 10, nell’ambito di «Bergamo Next Level». Quest’anno, anche il festival di Public Engagement di UniBG avrà un respiro internazionale, con ospiti di peso provenienti da tutta Europa: i due più importanti sono il Segretario Generale Aggiunto dell’Unione per il Mediterraneo Grammenos Mastrojeni e il sindaco della città ucraina di Bucha Anatoliy Fedoruk, protagonisti di due talk, oggi (giovedì 8) e venerdì 9 maggio. Abbiamo parlato di questa spinta globale dell’ateneo e di «Bergamo Next Level» con la professoressa Flaminia Nicora, prorettrice con delega all’internazionalizzazione dell’Università degli studi di Bergamo.

RE: Come si inserisce «Bergamo Next Level» nei programmi di internazionalizzazione dell’Università di Bergamo?

FN: Il festival è in linea con la filosofia del nostro ateneo, che è quella di mantenere saldi legami con il territorio, unendoli a uno sguardo internazionale. Quest’ultimo è utilissimo per confrontare l’esperienza bergamasca con quella di città lontane, per aprirci a nuove prospettive di ampio respiro, per fare in modo che l’attenzione al locale non diventi semplice localismo. Il nostro motto, sotto questo punto di vista, è quello di «agire localmente e pensare globalmente».

RE: Come avete scelto gli ospiti internazionali di questa edizione di «Bergamo Next Level»?

FN: Anatoliy Fedoruk, il sindaco di Bucha, è un partner di CESVI, un’organizzazione con cui la nostra università ha una fitta rete di collaborazioni. Si tratta dunque di una scelta dalla doppia anima locale e globale: la bergamasca è per natura proiettata in una dimensione internazionale, sia come tessuto produttivo che per le sue attività di cooperazione internazionale. Con la sua testimonianza, Fedoruk ci aiuterà a tenere alta l’attenzione sull’Ucraina, aprendo un dialogo con chi opera sul territorio ucraino per promuovere eventi di approfondimento rivolti ai nostri studenti e a tutta la cittadinanza. Ci emoziona sapere che il sindaco di Bucha dialogherà con la nostra sindaca Elena Carnevali: crediamo che in questo discorso siano racchiusi i valori europei che animano la nostra missione e la nostra università.

RE: Uno degli eventi più importanti dell’edizione 2025 di «Bergamo Next Level» si chiama «Paesaggi culturali, patrimonio e comunità cinesi». Ci può spiegare meglio di cosa si tratta, e in cosa consistono le partnership dell’Università di Bergamo con gli atenei cinesi?

FN: «Paesaggi culturali, patrimonio e comunità cinesi» è un talk dedicato a divulgare le attività di internazionalizzazione promosse dall’Università di Bergamo in partenariato con gli atenei asiatici nell’ambito del progetto «Trans-National Education - LEGO Italy-East Asia Cooperation: from Local Expertise to a Global Outlook», o TNE, che è finanziato con fondi PNRR. Si tratta di un progetto che ci vede in cordata con una serie di altri atenei italiani per sviluppare percorsi e accordi con le università asiatiche. Nello specifico, parliamo di istituzioni cinesi, sudcoreane e giapponesi. Obiettivo di TNE è incrementare la mobilità di studenti e docenti con dei finanziamenti, per favorire la formazione e la ricerca. Una degli ospiti presenti al dibattito, Alessandra Cappelletti, è membro del Dipartimento di Studi Internazionali della Xi’an Jiaotong-Liverpool University di Suzhou, vicino a Shanghai. Collaboriamo già da anni con questa università, che offre corsi in lingua cinese e in lingua inglese e che viene frequentata sia dai nostri studenti dei corsi di lingue orientali che da quelli di ingegneria. Il progetto TNE si innesta su una rete di scambi molto fitta, che comprende una decina di prestigiose università cinesi, più sei in Giappone e quattro in Corea del Sud.

RE: All’interno della vostra filosofia universitaria, qual è lo spazio riservato ai programmi internazionali?

FN: Hanno uno spazio importantissimo, perché sono uno degli strumenti imprescindibili per offrire ai nostri studenti una formazione di qualità. L’obiettivo formativo è dunque quello di incrementare le competenze internazionali per favorire la loro messa a terra sul territorio, con il fine ultimo di far crescere la nostra città e la sua provincia.

RE: Mettiamoci nei panni di uno studente che deve iscriversi all’università. Quali sono le prospettive internazionali che UniBG gli garantisce?

FN: C’è l’imbarazzo della scelta. Abbiamo più di 200 accordi con università europee ed extra-europee per programmi di mobilità in tutti i continenti: portiamo i nostri studenti e le nostre studentesse non solo in Europa, ma anche in Asia, Oceania, Nordamerica e Sudamerica. Questa offerta di mobilità unisce le forme tipiche dell’Erasmus - che durano un semestre - ad altre collaborazioni di durata più lunga o più breve. Abbiamo poi diciotto programmi di double degree: chi li completa consegue una laurea a Bergamo e una presso un’università estera, che frequenta per uno o due semestri. Inoltre, abbiamo una serie di tirocini sia in Italia che all’estero, su una varietà di tematiche. Chi si rivolge al nostro ateneo trova inoltre una realtà inserita nell’alleanza europea «Bauhaus4EU», che garantisce una mobilità semplificata e uno scambio costante nella formazione e nelle lezioni tra dieci atenei di nove nazioni europee. Ogni giorno, infatti, portiamo docenti e studenti internazionali nelle nostre aule: non solo i nostri iscritti possono recarsi fisicamente all’estero, ma entrano a contatto con un grande gruppo di colleghi e insegnanti di tutto il mondo nel corso del loro percorso accademico.

RE: Quali sono i vantaggi offerti da progetti come il TNE (Transnational Euducation) per i vostri studenti?

FN: I fondi stanziati tramite il PNRR permettono a un numero sempre più ampio di studenti e docenti di partecipare ai periodi di scambio all’estero. Inoltre, ciò significa avere a Bergamo tanti studenti internazionali con cui interagire in ogni momento. Questo costante scambio intensifica sia le collaborazioni didattiche, con dei risvolti positivi sull’insegnamento, che quelle di ricerca. Il tema del talk dell’8 maggio - i paesaggi e le comunità cinesi – coniuga la ricerca internazionale con un Progetto di interesse nazionale in corso nella nostra università, volto a indagare la presenza delle comunità di origine cinese nel tessuto sociale italiano.

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