93FE310D-CB37-4670-9E7A-E60EDBE81DAD Created with sketchtool.
< Home

I velocisti del cubo di Rubik si ritrovano a Treviglio. E non sono solo geni della matematica

Articolo. Dall’8 al 10 dicembre, il polo fieristico in via Roggia Moschetta ospiterà l’«Italian Championship 2023», la competizione che proclamerà il nuovo campione italiano di risoluzione del cubo di Rubik. Un’occasione per migliorare sé stessi, chiacchierare e fare gruppo, qualsiasi età si abbia

Lettura 5 min.

Tra tutti i prodotti della fiorente cultura pop anni ‘70 e ‘80, il cubo di Rubik è sicuramente tra i più iconici. Nato dalla mente di Ernő Rubik come esperimento su come muovere le singole parti di un oggetto senza far crollare l’intero meccanismo, in pochi anni è diventato un prodotto di culto, simbolo di un’intera generazione di appassionati di logica e di design.

Nella miriade di eventi nati attorno al «cubo magico» (questo il primo nome del rompicapo), il più famoso è sicuramente il «World Rubik’s Cube Championship», tenutosi a Budapest nel 1982. In questa competizione, i partecipanti provenienti da tutto il mondo cercarono di risolvere il cubo di Rubik nel minor tempo possibile. Fu lo statunitense Minh Thai a vincere, fermando il cronometro sull’allora strabiliante risultato di 22.95 secondi, ma il vero risultato fu un altro: il mondo aveva conosciuto lo speedcubing.

La storia dello speedcubing e della World Cube Association

Lo speedcubing, ovvero la disciplina i cui partecipanti si affrontano per risolvere nel minor tempo possibile il cubo di Rubik e altri «Twisty Puzzle» simili, ha una storia lunga quanto il cubo stesso. Dalla commercializzazione del rompicapo da parte della Ideal Toy nel 1979, infatti, orde di appassionati cominciarono a scambiarsi informazioni sui metodi di risoluzione e sui record personali. Nacquero libri, newsletter e spettacoli televisivi sull’argomento e, nel 1982, come abbiamo anticipato, si tenne il primo campionato mondiale. Nel 1983 la mania per il cubo si placò così come era cominciata, dando inizio ad un’«Epoca Oscura» (così viene chiamata nell’ambiente) che terminò solo nel 1996 con l’avvento di Internet. Grazie al web, gli speedcuber disseminati per il globo poterono ricominciare a scambiarsi opinioni e a sfidarsi, usando come appoggio siti e piattaforme create appositamente per questo scopo.

Ron van Bruchem, creatore di un sito dedicato alla raccolta di record non ufficiali, decise nel 2003 di organizzare un nuovo campionato mondiale a Toronto, in Canada. Grazie al forte impatto mediatico dell’evento e alla necessità di riunire tutti gli speedcuber sotto un unico regolamento, l’anno seguente lo stesso van Bruchem creò la World Cube Association e il primo regolamento ufficiale WCA. Da quel momento, il campionato mondiale si è svolto con regolarità una volta ogni due anni, in alternanza con i campionati continentali, in modo da non mettere gli speedcuber in difficoltà sulla scelta della competizione internazionale a cui partecipare. Ad oggi, la WCA conta più di 140.000 iscritti provenienti da 143 paesi, che hanno gareggiato in oltre 7000 tornei di vario livello.

Lo speedcubing in Italia e l’«Italian Championship 2023»

Colpito dai numeri dello speedcubing internazionale, mi sono chiesto quale fosse la situazione del panorama Italiano. Per scoprirlo, ho scambiato due parole con Tommaso Raposio, delegato italiano della WCA e tesoriere di Cubing Italy, l’associazione che organizza per conto di WCA le competizioni sul territorio Italiano.

La prima domanda, ovviamente, non poteva che riguardare proprio Cubing Italy e il suo ruolo nelle competizioni di speedcubing. «Cubing Italy riprende i valori e la missione della WCA e opera per suo conto in Italia. Nasce formalmente nel 2020 dall’esigenza di dare una struttura a un movimento italiano che in realtà esiste dal 2007, anno in cui si è svolta la nostra prima gara. Fino al 2010 organizzavamo amatorialmente una singola competizione l’anno, poi il movimento dello speedcubing italiano è cresciuto e, di conseguenza, sono aumentate anche le gare da organizzare. Ad un certo punto, siamo arrivati a capire che non potevamo più andare avanti a creare questo tipo di eventi sobbarcandoci privatamente questioni come spese di viaggio e trasporto materiali. Serviva un’associazione solida in grado di sostenere la mole di lavoro che si stava venendo a creare».

Volendo farmi un’idea precisa dei numeri raggiunti grazie alla nascita dell’associazione, chiedo a Tommaso di quantificare in qualche modo il numero di eventi organizzati. «Per questo 2023 siamo a trenta gare organizzate in tutta Italia e, campionato italiano compreso, ce ne mancano ancora quattro. Un risultato ottimo, in netta crescita rispetto alla ventina di eventi del 2022».

Ammetto di essere rimasto in silenzio per qualche secondo dopo la risposta, stupito dal numero di gare sul territorio italiano. Cominciamo quindi a parlare dell’organizzazione di questi eventi e, trascinato dalla passione nelle parole di Tommaso, decido di arrivare al sodo e chiedere informazioni riguardo all’evento principale di questo fine 2023, ovvero l’«Italian Championship» di Treviglio.

«L’“Italian Championship” è una gara molto speciale, perché è lì che noi assegniamo il titolo di campione italiano nelle varie categorie riconosciute. Queste comprendono, ad esempio, la risoluzione di cubi più grandi del semplice 3x3x3, la risoluzione di “Twisty Puzzle” di forma diversa o le risoluzioni da bendati. Per intenderci è un po’ come nell’atletica, in cui si gareggia tutti insieme ma ci sono più specialità. Ovviamente il fatto che questo sia il campionato italiano non significa che tutti i partecipanti siano per forza il “top del top”. Le gare WCA sono a iscrizione libera, per cui molte tra le persone in gara sono semplici appassionati. Oltretutto si compete tutti nella stessa classifica, senza alcun tipo di divisione per età, genere o provenienza».

La community del cubo

Le spiegazioni di Raposio riguardo allo svolgimento delle gare mi appassionano. Restiamo quindi qualche minuto a parlare dei vari eventi e dei partecipanti. Nei racconti di Tommaso non trovo quella figura del genio matematico solitario che molti si aspetterebbero, ma socialità e un forte sentimento di appartenenza.

«Non esiste un “personaggio tipo” nello speedcubing. Abbiamo gente che ha studiato materie umanistiche o materie tecniche, ma anche bambini e adulti di qualsiasi genere ed età. Pensa che l’iscritto più anziano che abbiamo avuto è stato un signore di settantaquattro anni che ha gareggiato insieme alla nipote. Il preconcetto del genio asociale che risolve il cubo di Rubik ha poco a che vedere sia con la comunità dello speedcubing, sia con quello che davvero serve sapere per risolvere il cubo. Anzi, l’aspetto del raduno è davvero molto sentito, quasi più della competizione. Di solito si sa già prima quali sono i due o tre partecipanti in grado di vincere una determinata gara. Tutti gli altri sono lì per migliorare sé stessi e per fare gruppo. Diciamo che la gara è una grande occasione di ritrovo in cui le persone passano molto tempo anche a chiacchierare scambiarsi informazioni e stringere amicizia».

Onestamente non stento a credere a quest’ultima affermazione: se addirittura io, da estraneo all’ambiente, riesco a percepire una passione fortissima nel mio interlocutore, credo che una conversazione tra due appassionati di speedcubing possa creare legami decisamente duraturi.

Prima di salutare Tommaso, non posso non chiedergli come sia partito il suo amore per il cubo di Rubik. «Io mi sono appassionato allo speedcubing nel 2013, quando un mio compagno di liceo portò in classe un cubo di Rubik e mi insegnò come risolverlo. Quattro mesi dopo partecipai alla mia prima gara. Da lì ho fatto saltuariamente gare nei primi anni, poi ho cominciato ad appassionarmi al mondo dell’organizzazione degli eventi di speedcubing. Ho collaborato a qualche evento al Politecnico di Milano e, dopo il Covid, mi è stato chiesto se volessi diventare delegato per la WCA».

Socialità e apprendimento

Nel racconto di Tommaso, il cubo di Rubik, da sempre visto come il «giocattolo antisociale per nerd solitari», è diventato l’oggetto catalizzatore in grado di generare socialità e amicizia. Potrebbe sembrare un caso isolato, se non fosse per il fatto che simili competizioni sono piene di storie simili.

Volendo citare un caso eclatante legato al mondo del cubo, l’attuale campione mondiale Max Park, a cui è stata diagnosticata durante l’infanzia una forma d’autismo da moderata a grave, grazie ai tornei di speedcubing è riuscito a migliorare sensibilmente le proprie abilità relazionali, stupendo persino i suoi genitori. Questo è a mio avviso l’ennesimo segnale inequivocabile di come gli eventi legati al mondo «nerd», spesso demonizzati come baluardi dell’asocialità, in realtà diventino occasioni uniche di crescita, se alla base di essi vengono posti socialità e apprendimento.

Le iscrizioni per partecipare all’«Italian Championship 2023» di Treviglio sono ormai chiuse, ma per chiunque fosse interessato ad assistere come spettatore l’appuntamento è dall’8 al 10 dicembre nel polo fieristico in via Roggia Moschetta. Dato che l’ingresso è gratuito, il mio consiglio è quello di passare a dare un’occhiata, ma soprattutto di scambiare qualche parola con i partecipanti per poter vivere, anche solo per un attimo, lo spirito dello speedcubing.

Approfondimenti