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La «Zerogradini», il percorso senza ostacoli che ridisegna l’anima di Bergamo

Articolo. All’interno della «Millegradini» ci sarà anche quest’anno il percorso inclusivo che unirà cultura, accessibilità e solidarietà: un viaggio tra luoghi storici e nuove prospettive per una città davvero aperta a tutti

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A volte basta un gradino per creare una distanza. Non solo fisica, ma simbolica. Un piccolo ostacolo architettonico può diventare infatti un grande limite, capace di escludere le persone dalla bellezza di vivere la città, i suoi spazi pubblici, i monumenti o i suoi eventi. Un’inclusione reale e tangibile si basa su una strategia semplice: offrire a chiunque la possibilità di partecipare alla vita della città, in modo culturale, sportivo e sociale. E in questo senso, Bergamo si fa esempio virtuoso grazie alla «Zerogradini», l’iniziativa che questo weekend porterà centinaia di persone a muoversi lungo un itinerario senza barriere, parte integrante della storica «Millegradini» .

La «Zerogradini» nasce proprio per aprire le porte – e le strade – anche a persone con disabilità motoria, temporanea o permanente, anziani, donne in gravidanza, famiglie con bambini piccoli. In una città costruita in salita, con le scalette di Città Alta che rappresentano una sfida per molti, l’accessibilità diventa quindi una priorità. Ecco allora un percorso lungo poco meno di nove chilometri pensato per tutti, privo di ostacoli architettonici, da vivere in autonomia oppure con l’assistenza di mezzi e personale volontario.

Il punto di partenza sarà la sede de L’Eco di Bergamo, in Piazzetta Don Andrea Spada, da cui si potrà seguire un tracciato accessibile fino a Città Alta. Il percorso, mappato con cura, include diciotto fermate collocate nei pressi di luoghi storici, culturali e sociali. Il progetto «Zerogradini» è coordinato dal Progetto di Inclusione Sociale del Comune di Bergamo, in collaborazione con il Consorzio Sol.Co Città Aperta, e coinvolge oltre 45 enti per un totale di quasi 450 persone impegnate come staff tra volontari, associazioni, enti, società sportive, servizi.

Per chi avrà necessità di muoversi con i mezzi di trasporto lungo l’itinerario, nella giornata di domenica, sarà possibile prenotare il servizio navetta messo a disposizione dagli organizzatori entro venerdì 19 settembre chiamando il numero 329 542 8991, utile anche durante la giornata dell’evento per richiedere spostamenti tra le postazioni. L’iscrizione alla «Zerogradini» è la stessa della «Millegradini» ed è obbligatoria: può essere effettuata sia online che nei punti vendita convenzionati riportati sul sito ufficiale della manifestazione. La quota di partecipazione è di 8.50 euro e include la maglietta ufficiale, la borsetta dell’evento e il cartellino che permette l’accesso ai luoghi culturali e l’utilizzo gratuito dei mezzi pubblici ATB e TEB.

Ma la «Zerogradini» sarà, come da undici anni a questa parte, molto più di un semplice percorso. Domenica sarà una giornata di incontro e visibilità per le oltre quaranta associazioni del terzo settore che hanno aderito al progetto. Saranno presenti con stand informativi, momenti di accoglienza e confronto, animando le varie tappe del percorso. Alcune di queste realtà apriranno le loro sedi, trasformandole in luoghi visitabili della «Millegradini»: tra questi, il Circolino, l’Oratorio del Seminarino, l’orto sociale e il Convento del Carmine. Significativo anche il coinvolgimento diretto di volontari con disabilità, che parteciperanno attivamente all’organizzazione e alla gestione dell’evento, ribaltando il paradigma di chi «riceve assistenza» in quello di chi «costruisce partecipazione».

Non mancherà anche il Progetto Storicity, ideato dalla cooperativa sociale Bergamo Lavoro in collaborazione con ANMIC, l’associazione nazionale Mutilati e Invalidi Civili, e U.I.Ci.Be, l’Unione Invalidi Civili Bergamaschi. Questo programma punta a rendere il turismo un’esperienza aperta a tutti, attraverso visite guidate inclusive, percorsi personalizzati e soluzioni di soggiorno accessibili. All’interno di questa mission, la «Zerogradini» offrirà nella giornata di domenica due visite guidate accessibili: una alle 10, con partenza dalla Chiesa di Santa Maria Immacolata delle Grazie, e l’altra alle 14.30, con ritrovo allo stand de L’Eco café in piazza Cittadella. Ogni visita è aperta a un massimo di 30 persone e la prenotazione è obbligatoria scrivendo a [email protected] o chiamando il 331 1864662.

L’inclusione firmata «Millegradini» non si limiterà all’evento. L’iniziativa contribuirà infatti concretamente a rendere Bergamo una città più accessibile: parte dei fondi raccolti con le iscrizioni all’edizione 2025 verrà infatti destinata a progetti sociali. Negli anni scorsi, grazie a questo impegno, è stato ad esempio reso accessibile il Teatro di Sant’Andrea in Porta Dipinta ed è stata realizzata la rampa al Giardino della Crotta. Negli ultimi due anni il contributo ha permesso di coprire parte delle spese per l’acquisto di pulmino elettrico a favore di una associazione di genitori che si occupa anche di trasporti e per attività territoriali coerenti con le finalità dei progetti di inclusione sociale. «Attraverso la “Zerogradini” possiamo dare visibilità al tema delle barriere sia architettoniche che culturali – racconta Marco Sala, operatore del Progetto di Inclusione Sociale Senzacca – e allo stesso tempo dimostrare che l’inclusione è un valore pratico, che si costruisce con azioni quotidiane e con la collaborazione di tutta la cittadinanza».

«Un passo alla volta, si costruisce una città più giusta conclude Marco Sala – La “Zerogradini” è un’occasione per vivere Bergamo da una prospettiva diversa, ma anche per riflettere su ciò che significa davvero accessibilità. Camminare lungo un percorso privo di ostacoli, incontrare le realtà che ogni giorno lavorano per il benessere comune, scoprire la città attraverso occhi nuovi: tutto questo rende la “Zerogradini” un progetto che andrà oltre questo weekend. È un invito a guardare Bergamo – e il mondo – con maggiore attenzione verso chi, per ragioni diverse e trasversali, non ha le stesse possibilità degli altri per svantaggi sociali che non dovrebbero dipendere dalla sua condizione».

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