Fratture, ricomposizioni, conflitti e possibilità di rinascita. Con un titolo che è quasi un grido – «Crash! Un pianeta su cui ricominciare» – la rassegna «Molte Fedi sotto lo stesso cielo» , promossa dalle ACLI di Bergamo, torna per la sua diciottesima edizione, in programma nella nostra provincia dall’8 settembre al 19 novembre. Un viaggio culturale e spirituale tra le tensioni del presente e i semi di futuro, in un tempo segnato da crisi globali, guerre e inquietudini.
Ad accompagnare idealmente l’edizione di quest’anno, è l’immagine del kintsugi, l’arte secolare giapponese che ripara gli oggetti rotti con lacca e polvere d’oro, rendendo le fratture visibili: una metafora per leggere l’attualità con uno sguardo che non nega la sofferenza, ma che cerca di trasformarla. «Quando abbiamo iniziato a immaginare la rassegna – spiega il coordinatore scientifico Francesco Mazzucotelli – siamo stati travolti da un senso di sgomento. Viviamo un’epoca in cui i conflitti armati si moltiplicano, in Europa e oltre: da Gaza all’Ucraina, dall’India al Caucaso. Ci siamo chiesti – senza essere disfattisti o disincantati – cosa significhi parlare di pace oggi. La risposta, forse, parte proprio dalle fratture».
Con questa visione, che vuole parlare di una possibile pace senza cadere nella retorica, «Molte Fedi» proporrà come da tradizione un ricco calendario di incontri, testimonianze ed esperienze che avranno il compito di suscitare domande per affrontare le contraddizioni del nostro tempo. Numerosi ospiti italiani e internazionali porteranno le loro «mappe del mondo» alla scoperta di territori complessi quali Stati Uniti, Russia, Cina e India. Tra i nomi ci saranno quindi Giorgia Serughetti (8 ottobre alle 20.45 al Cineteatro Qoelet di Redona), Paolo Nori (24 settembre alle 20.45 nel Teatro Borgo Santa Caterina), Simone Pieranni (5 novembre alle 20.45 al Cineteatro Qoelet di Redona) e Matteo Miavaldi (22 ottobre alle 20.45 all’Auditorium De Andrè di Curno), tutti nomi capaci – grazie alla loro professione e alle loro esperienze in questi Paesi – di evidenziare i nessi tra religione, potere e geopolitica.
Voci dal mondo
Uno dei momenti più attesi sarà come sempre l’assegnazione del «Premio Costruttori di Ponti», ideato in memoria di padre Paolo Dall’Oglio, rapito e scomparso in Siria il 29 luglio 2013. Il gesuita, che ha dedicato la sua vita al dialogo interreligioso con il mondo islamico e che era stato ospite di «Molte Fedi» nel 2009, aveva rifondato all’inizio degli anni Novanta la comunità monastica cattolico-siriaca di Mar Musa. Oggi il monastero è ancora attivo e a guidarlo ci sono sei monaci – quattro uomini e due donne – e l’abate, padre Jihad Youssef. Proprio all’abate verrà consegnato il riconoscimento nella serata di venerdì 3 ottobre alle 20.45 nella chiesa di Longuelo. La testimonianza di padre Jihad e un videomessaggio da parte della famiglia Dall’Oglio saranno l’occasione per raccontare le sfide future del monastero e del popolo siriano.
Tra le altre voci attese di questa edizione spiccheranno anche Ece Temelkuran (7 ottobre alle 20.45 nell’Aula Magna Sant’Agostino in Città Alta), giornalista turca in esilio dal 2012 che rifletterà sulle recenti proteste in Turchia; Adania Shibli (20 ottobre alle 20.30 sempre in Aula Magna), scrittrice palestinese che dà voce alla sofferenza del suo popolo attraverso la narrativa; Tim Chapman (28 ottobre alle 20.45 al Tempio Votivo di Bergamo), esperto di restorative justice che offrirà un suo intervento legato alla sua esperienza in Irlanda del Nord. Ci sarà anche Kader Abdolah (19 ottobre alle 20.30 al Cineteatro Qoelet), autore iraniano rifugiato nei Paesi Bassi, noto per romanzi che intrecciano esilio, identità e memoria.
Nel cartellone di «Molte Fedi» ci saranno anche la giornalista Cecilia Sala , ospite di gres art 671 domenica 28 settembre alle 20.45, il teologo e scrittore Vito Mancuso (10 settembre alle 20.45 in Aula Magna Sant’Agostino), l’attrice Lella Costa (23 settembre alle 20.45 al Cinema Conca Verde di Bergamo), Carlo Cottarelli (16 ottobre alle 20.45 in Aula Magna Sant’Agostino) e Mario Monti con Sylvie Goulard (21 ottobre alle 20.45 al Cinema Conca Verde). L’apertura della rassegna si terrà lunedì 8 settembre alle 20.45 al Cinema Conca Verde con il Cardinale Matteo Maria Zuppi e la giornalista Paola Caridi.
Teatro, spiritualità e convivialità
La nuova edizione di «Molte Fedi» proporrà anche due esperienze di teatro partecipato che inviteranno il pubblico a diventare parte attiva del racconto. Si partirà con «The Game» dal 26 al 28 settembre al Teatro di Loreto, una performance interattiva che permetterà di sperimentare, tramite la modalità del gioco, le complesse dinamiche della nostra società. Dall’11 al 13 ottobre, alla Casa del Giovane, ci sarà invece «Il labirinto», uno spettacolo post teatrale che guiderà gli spettatori, grazie a dei visori, all’analisi dei fenomeni che toccano da vicino i giovani: dal bullismo all’autolesionismo.
Non mancheranno momenti di riflessione spirituale e meditazione, con un appuntamento online sull’arte della meditazione condotto da Neva Papachristou, padre Guidalberto Bormolini e Carmine Di Martino. Nei sabati di novembre saranno in programma tre momenti ecumenici di preghiera, con la pastora valdese Ylenia Goss, il sacerdote ortodosso Leonardo Lenzi e la Comunità Mondiale per la Meditazione Cristiana.
Il Circolino di Città Alta ospiterà invece due momenti conviviali che metteranno al centro il dialogo tra culture attraverso cibo e storie: giovedì 2 ottobre alle 18.30 ci sarà «Gira Mondi», uno speed date con apericena per raccontare e conoscere le culture, mentre giovedì 9 ottobre alle 18.30 si terrà «A centro tavola», una cena accompagnata da storie interculturali raccontate dal vivo.
Un laboratorio per il futuro
Molte Fedi non è solo una rassegna, ma uno «spazio di costruzione collettiva». Lo sottolineano le istituzioni del territorio, a partire dalla sindaca di Bergamo Elena Carnevali: «L’edizione di quest’anno, con la pluralità dei suoi linguaggi si propone di coinvolgere tutte le componenti della nostra comunità, stimolando un pensiero aperto e responsabile. Affrontare il “Crash!” del nostro presente significa, oggi più che mai, partire dal quotidiano per immaginare insieme nuove possibilità future». «Viviamo un tempo segnato da profonde fratture, guerre, diseguaglianze, crisi ambientali, polarizzazioni sociali – spiega Massimiliano Serra, consigliere della Provincia di Bergamo delegato ad Associazionismo, Terzo settore e RUNTS – In questo scenario critico, anche quest’anno Molte Fedi crea spazi di incontro, ascolto e confronto, sempre rispettosi delle differenze. Mai come oggi, questa rassegna promossa dalle ACLI ci aiuta a riscoprire la forza del dialogo come strumento di pace».
Importante anche il contributo del mondo accademico, con l’Università degli studi di Bergamo sempre più coinvolta negli appuntamenti proposti. Elisabetta Bani, prorettrice alla valorizzazione delle conoscenze e ai rapporti con il territorio dell’Università degli Studi di Bergamo, sottolinea come «il tema di quest’anno, che ci invita a guardare alle fratture e alle ricomposizioni possibili, coincide perfettamente con il ruolo che l’Università è chiamata a svolgere: valorizzare le conoscenze come strumenti di comprensione e responsabilità sociale».
Tutti i dettagli del programma, con l’elenco completo degli ospiti e le informazioni delle singole serate, le modalità di prenotazione e la descrizione delle Card 2025 sono disponibili sul sito ufficiale della rassegna.