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Ruralia. Un museo del territorio, delle arti e dei mestieri della società contadina bergamasca

Articolo. Inaugura sabato 25 maggio a Osio Sotto il polo culturale dedicato ad arti e mestieri della prima metà del Novecento. Preparatevi a ricostruire le botteghe storiche del paese e la vita di tutti i giorni della pianura bergamasca: una ricca collezione di strumenti originali e foto d’epoca, per la prima volta in mostra, raccontano la quotidianità dei nostri avi

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L’inaugurazione del museo etnografico Ruralia – Gira la storia è prevista sabato 25 maggio alle ore 10, presso la palestra delle ex scuole medie in via Tasso, ma gli abitanti di Osio Sotto sognano di veder realizzato questo museo da anni. La sua realizzazione parte dalla passione di Franco Ciocca, che una quindicina di anni fa decise di radunare le testimonianze di un passato che andava svanendo: quello della vita di tutti i giorni, a Osio e nei territori limitrofi, fra la fine dell’800 e l’avvento della grande industrializzazione degli anni Cinquanta del ‘900, che cambiò inesorabilmente la vita degli abitanti della pianura bergamasca.

Ciocca fondò l’associazione culturale Territorio e civiltà dei mestieri e insieme ai soci iniziò ad andare casa per casa, bottega per bottega, a raccogliere cimeli, strumenti, fotografie, testimonianze. Un patrimonio vasto e preziosissimo, che trova finalmente una degna collocazione grazie all’impegno dell’Amministrazione comunale e ai finanziamenti del bando di Regione Lombardia per la promozione dell’attrattività locale, che hanno permesso di dare il via nel 2022 alla ristrutturazione dell’ex palestra delle scuole medie.

«Non sarà un semplice museo – sottolinea Daniele Pinotti, assessore alle politiche giovanili – ma una grande aula didattica con materiali, pannelli e proiezioni multimediali immersive. Abbiamo deciso di fare un investimento culturale per valorizzare questo importante patrimonio, creando uno spazio polifunzionale didattico. La sua particolarità è che si tratta di un museo partecipato, frutto del lavoro comune dell’Associazione Arti e Mestieri, dell’Amministrazione ma soprattutto dei tantissimi cittadini di Osio che hanno messo a disposizione i propri cimeli, e del grande lavoro di ricerca storica che è stato fatto negli archivi comunali, per mostrare il riflesso dei grandi fatti storici nella realtà di Osio».

Dopo il taglio del nastro alle 10, sarà possibile partecipare alle visite guidate al museo dalle 15 alle 18. Le aperture proseguiranno domenica 26 maggio dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18, tutti i sabati e le domeniche di giugno e luglio dalle 15 alle 18. Dal lunedì al venerdì i gruppi (scuole e oratori) potranno visitare il museo prendendo appuntamento a ruraliaosio@gmail .com. Per conoscere le modalità di accesso e prenotare la visita consultate i profili Instagram e Facebook e il sito www.ruraliaosio.it.

Visitare Ruralia

Il museo è suddiviso in due piani. Al piano terra troverete la ricostruzione delle vecchie botteghe artigianali di Osio, sia quelle legate alla vita contadina (come sellaio, maniscalco, fabbro e norcino), sia quelle protagoniste della vita quotidiana degli abitanti: calzolaio, ramaio, barbiere, materassaio… Molti degli attrezzi esposti risalgono al periodo fra fine ‘800 e gli anni ’50 e provengono dalle famiglie che storicamente gestivano quelle botteghe. Ci saranno pannelli esplicativi con le foto degli storici proprietari delle botteghe e QRcode per l’approfondimento. È la testimonianza di una civiltà contadina che, con lo sviluppo industriale, nella bassa bergamasca ha visto stravolgere la propria quotidianità.

Al piano superiore sono approfonditi i principali avvenimenti di quel periodo attraverso foto e testimonianze. Vedrete la nascita delle prime industrie nella zona, come la Dalmine nel 1906, che divenne un polo di attrazione per i lavoratori di tutto il territorio, e la filanda della Rasica, dove lavoravano tantissime donne di Osio. Grandi eventi storici come il fascismo, la prima e la seconda guerra mondiale e la Liberazione vengono visti attraverso gli occhi degli abitanti del territorio. Sono approfonditi inoltre molti aspetti della vita di quel tempo con foto, descrizioni e ricostruzioni: l’asilo e la scuola, con l’esposizione di un vecchio banco e alcuni libri di testo, la vita nei cortili, i matrimoni, gli aspetti religiosi e il tempo libero, che all’epoca si passava spesso all’osteria. Troverete infatti una fedele ricostruzione di questo luogo, che fa da sfondo a tanti racconti dei nostri nonni.

Grande novità è la parte multimediale per il mondo delle scuole. «Vogliamo farlo diventare un polo culturale dedicato alle scuole – ci racconta Marino Falchetti, presidente dell’associazione culturale Territorio e civiltà dei mestieri – In terza elementare i bambini iniziano a studiare la cominciando dalla storia dei loro nonni, e in questo contenitore possono trovare tante cose utili. Per gli asili, per le scuole, per i centri diurni e per le case di riposo abbiamo in programma di avviare tanti laboratori e attività divulgative a tema storico. Con l’ausilio di strumenti multimediali possiamo proiettare centinaia di filmati e foto con i personaggi e i bambini dell’epoca. Ospiteremo inoltre mostre, corsi di storia e altre iniziative. Insomma, puntiamo a diventare davvero un polo culturale per tutta la bassa bergamasca».

Un’ultima chicca: quando entrate guardate all’insù. Dal piano terra vedrete sul soffitto un grande mosaico che ricostruisce due luoghi importanti di Osio: la piazza e il municipio. Ma salendo al primo piano, e osservando più da vicino, vedrete che le tessere che compongono questo mosaico sono in realtà tantissime foto d’epoca.

I progetti futuri

La struttura che inaugura domani costituisce i primi due lotti del polo culturale complessivo previsto. Per il terzo lotto sono già stati stanziati i fondi e avviata la progettazione, e i lavori dovrebbero partire nel corso dell’anno. Verrà creata una struttura esterna all’edificio che ricostruirà una vecchia casa contadina, con la stanza e la cucina, con arredi del tempo, e la corte, in cui saranno esposti i macchinari che si usavano per lavorare la terra.

Per molti secoli, Osio Sotto è stato un piccolo paese che viveva di agricoltura, e solo con lo sviluppo industriale è passato da circa 1.500 abitanti a 13.000. Prima era tutta campagna e ora in tutto il paese non c’è più neanche un contadino, uno stravolgimento che ha impattato tutti i territori circostanti e che è utile ricordare e raccontare.

L’importanza della conservazione del passato

Il museo sarà dedicato a Franco Ciocca, scomparso a marzo 2020 per il Covid, e al suo grande impegno per la conservazione e la memoria, come ci racconta Falchetti dell’associazione Territorio e civiltà dei mestieri. «Bisogna trasmettere la memoria perché senza memoria non c’è futuro. La realtà di Osio di oggi è frutto del lavoro e dei sacrifici dei nostri bisnonni, della loro vita grama. Non raccontiamo per nostalgia, perché era un periodo duro in cui si lavorava tanto e si moriva presto, senza assistenza medica, ma è importante, soprattutto nell’era della società tecnologica, non dimenticare quel periodo».

E conclude l’Assessore Pinotti: «È un museo adatto a tutti e a tutte le età: per gli osiensi che hanno partecipato donando i loro tesori di famiglia, per i bambini che vogliono imparare e per chi vuole lasciare una testimonianza per il futuro, per gli abitanti dei paesi limitrofi che vengono da realtà simili e per tutta la popolazione bergamasca che vuole conoscere le radici della civiltà contadina e della vita di paese. Il comune invita tutti i cittadini, di Osio e non solo, a partecipare a questo momento di inaugurazione e a conoscere meglio questo spazio, sia di persona sia seguendoci sui social, e naturalmente vi invitiamo già da ora a prendere parte alle iniziative che organizzeremo in questi primi mesi di apertura, che saranno visibili sui social e sul sito. Vi aspettiamo!».

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