«I l buono dev’essere custodito». Mi piace pensare che sia questo il mantra che regola le tradizioni contadine, capaci di permeare ancora l’aria delle nostre valli bergamasche con il profumo della terra e della fatica. In questa custodia c’è la strenua volontà di mantenere viva un’eccellenza locale, tramandata di generazione in generazione quasi come un segreto, paradossalmente prezioso perché condiviso.
Lo spaventapasseri: autentico simbolo di custodia
C’è qualcosa di profondamente antico e umano nella figura dello spaventapasseri; siamo abituati a (intra)vederlo così: solitario, irto e inamovibile nel mezzo di un campo, con le braccia tese e il volto immobile. Una via di mezzo tra un guardiano del raccolto e una sentinella del tempo, una figura creata dall’uomo per assomigliargli e per resistergli. Un simulacro di legno, paglia e vecchie stoffe capace di ingannare gli uccelli dal cielo, allontanandoli dalla tentazione del raccolto che – appunto – va custodito come bene per il futuro. Lo spaventapasseri diventa così guardiano paziente della potenzialità custodita nelle spighe immature, una figura di confine tra natura e cultura. Non si muove, non parla e non respira, eppure custodisce; porta su di sé il peso delle stagioni nel silenzio di chi osserva senza giudicare e conosce la fatica quotidiana, la dignità del lavoro contadino, l’identità agricola di un luogo. Così, mentre la sua giacca è lisa dal vento e dal sole, ricorda a tutti che – nel 2025 – è ancora possibile salvare le tradizioni agricole dall’oblio a cui può condannare l’ansia di produttività a livello globale.
È una presenza che invita al rispetto, che ricorda a chi passa dal campo che in quel luogo non cresce solo un cereale, ma un’idea: quella che il futuro ha radici nel passato e che ogni spiga rossa è, in fondo, un atto d’amore verso la propria comunità.
Ecco, allora, perché dare questo nome al Festival. Ecco perché, tra le tante attività proposte, non manca il concorso per la creazione dello spaventapasseri più originale. Aperto a tutti, senza limiti di età o di esperienza; la partecipazione è semplice: basta inviare una mail a [email protected] con nome, cognome numero di telefono, indirizzo e una foto della creazione. I tre spaventapasseri più originali verranno premiati domenica 27 aprile alle ore 16 a Onore. Che sia fatto di paglia e di stoffe colorate, con un cappello da montanaro o una giacca della domenica, ogni spaventapasseri, in fondo, racconterà un pezzettino di chi lo ha creato e del luogo che lo ospita, da vero custode di quel che siamo e del tempo che scorre su di noi.
Così il 25, il 26 e il 27 aprile i Comuni di Rovetta, Onore e Songavazzo aprono le porte della loro tradizione, invitando curiosi e appassionati al «Festival degli spaventapasseri»: «La rassegna vuole celebrare le tradizioni, la storia e la cultura della nostra terra, trasformando i borghi e la campagna in un palcoscenico vivente» – dichiara il sindaco di Songavazzo, Giuliano Covelli – Qui il passato incontra il presente, regalando ai visitatori un’esperienza autentica. Attraverso i tanti eventi, il Festival diventa un viaggio nel tempo e nello spirito di Comunità, un’occasione per unire generazioni e promuovere sostenibilità, nel rispetto dell’ambiente e delle radici contadine».
L’evento è organizzato dal direttivo dei Borghi della Presolana, in collaborazione con le Amministrazioni Comunali, le Pro Loco, le Associazioni locali, le Biblioteche e i Commercianti dei tre borghi della Presolana. Filo rosso del Festival sarà il Mais Rostrato Rosso, un prodotto autoctono simbolo della zona, ma che, allo stesso tempo, racconta una storia più ampia di tradizione, agricoltura e cultura rurale. È lo stesso Marco Migliorati, presidente di Promoserio e del direttivo dei Borghi della Presolana a sottolineare con fierezza l’eccezionalità dell’evento: «Siamo entusiasti di riportare alla luce, dopo tutti questi anni (ultima edizione nel 2016, ndr), un evento tanto amato quanto significativo. Il Festival degli Spaventapasseri è un esempio concreto di collaborazione tra istituzioni, associazioni e comunità. Farlo rivivere è un’occasione speciale di ritrovo per i nostri borghi, un modo per accendere i riflettori sulla ruralità che ci caratterizza e sui nostri prodotti tipici».
Il programma del Festival
Oltre alla valorizzazione del Mais Rostrato Rosso, il festival sarà un’occasione per conoscere le ricchezze naturali e la storia dei borghi di Onore, Rovetta e Songavazzo. Le attività in programma sono davvero varie e spaziano tra mercatini, laboratori creativi, degustazioni ed esposizioni di spaventapasseri, tutto nel segno dell’autenticità e della convivialità. Proprio come sottolinea Benedetta Contardi, consigliera del Comune di Rovetta: «Nato per promuovere le tante ricchezze del territorio, il Festival invita a riscoprire il valore dell’agricoltura, del lavoro nei campi e dei sapori genuini».
Ogni angolo dei tre borghi sarà animato dalla bellezza dei prodotti artigianali, dalla passione per la terra e dalla forza di una comunità che si riunisce per celebrare la propria tradizione. Si ricorda anche che sabato 26 e domenica 27 aprile diversi ristoratori e baristi aderenti al Festival hanno inserito all’interno dei propri menù una proposta culinaria a base di Mais Rostrato Rosso.
Venerdì 25 aprile
A Songavazzo, alle ore 20:30, presso la Sala Riunioni di Via Vittorio Veneto, prende il via un interessante percorso formativo dedicato al mondo delle erbe spontanee commestibili. Il primo appuntamento del mini-corso gratuito si intitola «Il bosco nel piatto – Tradizione, storia e scienza delle piante spontanee commestibili» e sarà tenuto da Luca Mangili. L’iniziativa è realizzata in collaborazione con l’Associazione Flora Alpina Bergamasca, da anni impegnata nella valorizzazione della biodiversità locale. L’incontro offrirà una panoramica affascinante sull’antico legame tra uomo e natura, esplorando come, da secoli, le popolazioni alpine abbiano saputo riconoscere, raccogliere e utilizzare le erbe spontanee per uso alimentare e curativo. L’ingresso è libero, senza iscrizione.
Sabato 26 aprile
A partire dalle 10, in contemporanea a Rovetta (Oratorio don A. Seghezzi), Onore (Biblioteca) e Songavazzo (Biblioteca), i più piccoli potranno partecipare al laboratorio gratuito «Costruisci il tuo spaventapasseri», curato dal Distretto del Commercio Alta Val Seriana-Clusone.
Invece, alle 11, a Onore, l’appuntamento è al piazzale Lattanzio Querena per «Chiocciole e chioccioline», una visita guidata all’Azienda Agricola TramontiBlu. L’attività è gratuita, ma su prenotazione ([email protected] | 0346.72220). Si consiglia un abbigliamento comodo e scarpe adatte.
Rovetta, per tutta la giornata, diventa imprescindibile polo tra arte, mercati e mais. Dalle 9, Piazza Ferrari ospita «Dal campo alla tavola», una mostra mercato con prodotti a km 0 a cura dell’Associazione Rosso Mais.
Alle 9:30, nella Casa Museo Fantoni, è prevista visita guidata alla scoperta dell’arte della storica famiglia di scultori. (Ingresso € 10, prenotazione presso l’Infopoint Borghi della Presolana).
Il pomeriggio si apre alle 14:30 con «Piccolo come un seme, grande come il Mais», evento simbolico che ripercorre i gesti della semina del Mais Rostrato Rosso di Rovetta. Ritrovo in Piazza Ferrari, poi passeggiata fino al campo del seme.
Dalle 16, ancora in Piazza Ferrari, spazio ai sapori locali con «Paiolo e dintorni»: degustazione di polenta di Mais Rostrato Rosso, formaggi, salumi e una dolce merenda offerta da Sottozero gelato & cioccolato, in collaborazione con il Gruppo Alpini di Rovetta. Alle 17, sempre in piazza, l’atmosfera si fa magica con «Così si racconta», fiabe al falò per grandi e piccini, a cura della Biblioteca di Rovetta.
La giornata si conclude invece a Songavazzo, quando alle 20:30, nella sala riunioni di Via V. Veneto, va in scena il secondo incontro del mini corso gratuito «Il bosco nel piatto». Il tema della serata sarà «Riconoscimento e uso delle erbe spontanee – gustose ricette», a cura dei docenti Luca Mangili e Mariuccia Porto.
Domenica 27 aprile
Si parte alle 9 dal parcheggio della chiesa Parrocchiale di Songavazzo con il terzo e ultimo incontro del percorso «Il bosco nel piatto». In programma un’uscita sul territorio alla scoperta delle erbe spontanee commestibili.
A Rovetta, invece, alle 10:30, la Casa Museo Fantoni apre le sue porte per una visita guidata all’interno della storica dimora della celebre famiglia di scultori. L’ingresso è di € 10, con prenotazione consigliata presso l’Infopoint Borghi della Presolana ([email protected] | 034672220).
A Onore, il piazzale del Comune si animerà a partire dalle 12:30 con un pranzo tipico a base di Mais Rostrato Rosso, preparato dalla Pro Loco Vivere Onore.
Dalle 14, spazio alla spensieratezza con il Ludobus: un tuffo nei giochi di una volta, accompagnati da musica e intrattenimento per tutta la famiglia.
Gran finale alle 16, con la premiazione del concorso per lo spaventapasseri più originale e della migliore vetrina dei commercianti del posto. A seguire, un brindisi collettivo per salutare una giornata che celebra la creatività, l’identità e il gusto dei borghi della Presolana.
Il programma è davvero vasto e adatto a ogni età e sensibilità. Viene proprio spontaneo, allora, condividere quanto sostenuto da Ettore Schiavi, sindaco di Onore, quando ha dichiarato: «Un sentito ringraziamento va a tutti i volontari e a chiunque si sia impegnato nell’organizzazione di questa manifestazione. Senza il loro supporto, non sarebbe stato possibile realizzare un evento così unico nel suo genere».
Sotto un attento sguardo
Protegge il buono, lo spaventapasseri. Non solo quello che cresce dalla terra, ma anche quello che nasce spontaneamente dal cuore di una Comunità: la solidarietà tra chi raccoglie, la cura per ciò che si semina, il rispetto per il tempo della natura.
Così, stagione dopo stagione, anche se le tecniche agricole cambiano, lui resta e ci ricorda che il vero raccolto non è solo quello che si mette in tavola, ma tutto ciò che si riesce a preservare: la bellezza, la memoria, il senso profondo di appartenere a un luogo. Lo spaventapasseri non ha mai mani, eppure protegge. Il prossimo week end allora sarà grande guardiano del Mais Rostrato Rosso e di un pezzo di cuore della bergamasca.