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Una città «dolce» con la nuova geografia ciclabile di Bergamo

Articolo. Bergamo è una città che invita a pedalare. Lo fa attraverso politiche e progetti come il «PUMS», reti ciclabili sempre più estese, e strumenti che disegnano un territorio che respira, accoglie e unisce

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(Foto Beppe Bedolis)

In estate, più che mai, sentiamo il bisogno di rallentare. Il caldo allenta i ritmi frenetici, le giornate si dilatano e torna quella voglia di stare all’aria aperta, muoversi con calma, godere del paesaggio. È il momento in cui riscopriamo le nostre biciclette, magari un po’ arrugginite e cigolanti, parcheggiate da mesi nel garage. Le gonfiamo, le sistemiamo, le portiamo fuori. E con loro, riscopriamo la città. Ma stavolta con occhi nuovi.

Pedalare a Bergamo oggi non è un gesto nostalgico o un vezzo estivo. È una possibilità concreta, quotidiana, diffusa e in continua crescita. Questo perché, dietro a ogni percorso ciclabile, a ogni sentiero urbano, a ogni itinerario in mezzo al verde, c’è un lavoro corale – spesso invisibile – fatto di urbanisti, agronomi, ingegneri, forestali, geologi, amministratori e cittadini attivi. Tutti hanno contribuito negli ultimi anni a disegnare una città a misura di bicicletta, e a immaginare un territorio intero connesso da percorsi lenti, sicuri, accessibili.

Il «PUMS» e la pianificazione urbana

Questa visione prende forma nel «PUMS», il «Piano Urbano della Mobilità Sostenibile», adottato dal Comune di Bergamo nel 2023: un documento strategico che guarda al 2030 e rappresenta la bussola della città verso una mobilità più pulita, sana e intelligente. Il «PUMS» non agisce da solo. Si affianca a strumenti fondamentali di governo del territorio – spesso silenziosi, ma incisivi – come il «Piano strutturale del Verde» (è in corso di realizzazione la sua versione operativa) che censisce e organizza la presenza del verde urbano, o i piani attuativi che coordinano la trasformazione degli spazi pubblici. Insieme, questi piani disegnano una visione di città interconnessa e accessibile.

Alla mobilità ciclabile il «PUMS» assegna un ruolo primario, non solo per il tempo libero, ma soprattutto come mezzo di spostamento quotidiano. Questo grazie alla forma compatta della città, alla mancanza di forti dislivelli (esclusa la Città Alta) e alla densità di servizi e poli attrattori. Tra questi, i numerosi poli universitari dislocati in punti strategici: via dei Caniana, via Pignolo, Redona, Borgo Santa Caterina. Tutti facilmente raggiungibili in bici, diventano cerniere tra centro, quartieri e valli, veri nodi intermodali tra vita urbana e natura.

Il piano prevede la realizzazione di oltre 45 km di nuove connessioni ciclabili, il rilancio del bike sharing station free, l’espansione dei parcheggi bici, e la progettazione di «autostrade ciclabili» per garantire un uso sicuro ed esteso, anche grazie alla diffusione della bicicletta elettrica.

Bergamo, una città ciclabile

Chi pedala oggi a Bergamo si accorge che qualcosa è cambiato. Le ciclabili sono sempre più numerose, visibili, utilizzate. I quartieri sono interconnessi da percorsi sicuri; le scuole, le università, i poli sanitari e amministrativi sono raggiungibili in bici. Interi assi stradali sono stati ripensati in chiave sostenibile, con zone 30, attraversamenti protetti, corsie ciclabili e percorsi verdi.

Il Parco della Trucca, ad esempio, è oggi uno snodo strategico. Connesso al quartiere di Colognola, all’ospedale Papa Giovanni XXIII e al polo universitario di via dei Caniana, rappresenta un punto di interscambio tra città, natura e valli. Qui si incontrano famiglie, studenti, cicloturisti e lavoratori: la bicicletta, da semplice mezzo di trasporto, diventa strumento di relazione e condivisione.

Il «PUMS» ha inoltre individuato zone chiave da riqualificare – come via Carducci – dove si interverrà con nuovi attraversamenti ciclabili, marciapiedi ampliati e connessioni più fluide con la rete esistente. Una città che si muove in bici non è solo più sostenibile: è più giusta, più silenziosa, più viva.

Il Parco Agricolo Ecologico Sud

A sud di Bergamo esiste un esempio concreto di mobilità lenta integrata nel paesaggio: è il Parco Agricolo Ecologico Sud, appartenente al Parco dei Colli, un’area di oltre 250 ettari tra Grumello al Piano e Colognola. Un territorio trasformato da semplice zona agricola in parco multifunzionale e comunitario, che ricuce margini urbani e restituisce bellezza al quotidiano.

Pedalare qui significa attraversare campi coltivati, boschi, frutteti e zone umide pensate per favorire la biodiversità. Grazie a un’opera di ingegneria idraulica, l’acqua della roggia Morlana alimenta un bacino naturale dove oggi nidificano anatre e rondini. Mobilità dolce e rigenerazione ecologica si intrecciano in un paesaggio che cura e connette.

Greenway, i fili verdi della città

Il termine greenway non indica solo una ciclabile. È una visione di territorio. A Bergamo la più suggestiva è la Greenway di Valmarina, che si snoda tra Longuelo, Astino e il Parco dei Colli: un percorso dove la lentezza diventa valore, e il verde si fa infrastruttura ecologica.

Si pedala tra ruscelli, muretti a secco, orti, boschi. È un tragitto adatto a tutti, perfetto per i weekend, ma anche per chi ogni giorno vuole attraversare la città in equilibrio tra natura e urbanità. Il «PUMS» la include tra i corridoi strategici, prevedendo interventi di valorizzazione, segnaletica, punti informativi e connessioni con altre ciclovie.

Le ciclabili delle valli

Una delle grandi ricchezze di Bergamo è la prossimità con le valli. Val Seriana e Val Brembana sono collegate alla città tramite ciclovie lineari e panoramiche, percorribili in sicurezza anche con bambini.

  • La ciclovia della Val Seriana corre per oltre 30 km lungo il fiume Serio, da Ranica a Clusone, passando per boschi, ponti, vecchie stazioni ferroviarie.
  • La ciclovia della Val Brembana, recuperata sul tracciato dell’antica ferrovia, offre 38 km di bellezza, tra San Pellegrino Terme, Cornello dei Tasso e scorci alpini unici.

Grazie al tram delle Valli (TEB) e ai treni regionali, questi itinerari sono facilmente integrabili con il trasporto pubblico: una mobilità intermodale che il PUMS sostiene anche con progetti per adattare i mezzi al trasporto bici.

Le ferrovie dismesse, una rete da immaginare

Un altro tassello fondamentale del «PUMS» è il riuso delle ferrovie dismesse. Questi tracciati – lineari, pianeggianti, inseriti nel tessuto urbano – rappresentano un’occasione unica per costruire nuovi corridoi ciclabili a basso impatto. Il piano comunale prevede in particolare il potenziamento della direttrice Bergamo–Treviglio, in sinergia con la futura «VenTo» (la ciclovia Venezia–Torino). L’obiettivo è creare un corridoio ciclabile est-ovest capace di collegare la città ai poli scolastici, industriali e storici dell’hinterland.

Investire in queste infrastrutture significa recuperare pezzi di storia, rigenerare territori marginali e promuovere un nuovo turismo di prossimità. Un turismo che si muove anche grazie a biciclette elettriche, cargo bike e mezzi leggeri di nuova generazione.

«Connettere la città e i comuni limitrofi con percorsi ciclabili, rafforzare la rete ciclopedonale della città costruendo ciclabili sicure, aumentare gli spazi ciclopedonali e le aree verdi: le azioni a favore dell’ambiente e della transizione ecologica rappresentano investimenti che migliorano la qualità della vita dei residenti, tutelano la salute pubblica e rendono le città più attrattive. Le emissioni di gas climalteranti determinate dai combustibili fossili incidono pesantemente sulla qualità dell’aria che respiriamo, per questo è importante scegliere, quando possibile, di spostarsi in modo sostenibile, con i mezzi pubblici, a piedi o in bicicletta», dichiara l’assessora alla Transizione ecologica, Ambiente e Verde Oriana Ruzzini.

Una città che pedala verso il futuro

Viviamo in un tempo in cui la bicicletta non è più solo un’opzione alternativa, ma una risposta concreta. Non solo per il clima, il traffico o la salute, ma perché ci restituisce una nuova misura del tempo e dello spazio, ci permette di abitare la città con lentezza e consapevolezza.

Bergamo, oggi, è una città che invita a pedalare. Lo fa attraverso politiche e progetti concreti come il «PUMS», reti ciclabili sempre più estese, e strumenti invisibili ma fondamentali come il «Piano del Verde», che disegnano un territorio che respira, accoglie e unisce.

E allora, in questa estate lenta, riprendere in mano la bici non è solo un buon proposito. È un gesto quotidiano che cambia lo sguardo. È un movimento che ci riconnette. È, semplicemente, una nuova forma di cittadinanza. Pedalata dopo pedalata, ci accorgiamo che un’altra Bergamo è già qui.

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