Lo yarn bombing , in italiano «bombardamento di filati», è un’arte di strada che nasce negli Stati Uniti nel 2005. Le strade delle città vengono “vestite” di stoffe e tessuti lavorati a maglia e a uncinetto, con lo scopo di abbellire l’arredo urbano. Si scatena la fantasia e si addobba di tutto: panchine, alberi, lampioni, statue e persino bus. Ma come mai ve ne parliamo? Questa forma di street art non è rimasta tipica degli States in cui affonda le sue radici, ma si è diffusa in tutta Europa ed è arrivata in forma, più contenuta, fino a Bergamo.
Il 1° maggio a Carvico c’è stata l’inaugurazione della prima edizione dello «Yarn bombing Festival» al parco Serraglio. L’evento è stato organizzato dal gruppo «Creattiva», il Ca Busa Social Bar, il Circolo anziani di Carvico e le associazioni Aiutiamoli e Lumaca Ribelle.
Che cosa hanno fatto? Centoventi volontari e volontarie si sono messe a sferruzzare per abbellire gli arredi del parco e trasformarli in un connubio di colori e allegria. La bella iniziativa continuerà fino al 30 di settembre per chiunque abbia voglia di andare a visitare un esempio di yarn bombing orobico, e arricchirlo con una sua personale creazione. «Abbiamo rispolverato le tecniche inglesi degli anni Settanta – aveva commentato l’organizzatrice Cinzia Albergati – Con le 120 persone che compongono il gruppo “Creattiva” ci siamo messe all’opera mesi fa e abbiamo iniziato questo progetto, realizzando lavori a maglia e all’uncinetto per abbellire e rendere piacevole all’occhio tutto il parco».
Un po’ di storia
Prima di raccontarvi di un’altra iniziativa bergamasca che coinvolge fili colorati e uncinetto torniamo alla storia di questa particolare forma di espressione – indicata a anche come come urban knitting o graffiti knitting – che è a tutti effetti un movimento artistico. La nascita di questa corrente viene attribuita all’artista Magda Sayeg, originaria del Texas, che dopo oltre dieci anni di ricami si è affermata sul panorama mondiale, dove è considerata la capostipite del movimento, grazie anche ad una delle sue creazioni più celebri: un autobus completamente ricoperto a uncinetto a Città del Messico.
Magda comincia le prime “incursioni” di yarn bombing cittadino rivestendo con un intreccio di lana colorata la maniglia della porta della sua boutique a Houston. Nulla che avesse la pretesa di diventare una pratica diffusa a livello internazionale. Si accorge però che l’installazione attira la curiosità di numerosi passanti tanto da convincersi che l’azione può avere del potenziale. Nel giro di poco tempo nasce il collettivo «Knitta please», che chiede più lana, più colore e più calore per le vie delle città.
Dopo una prima fase di arresto nel 2007, l’artista texana comincia a vedere i frutti del suo progetto di arte urbana. Nascono opere spontanee di yarn bombing anche fuori dagli Stati Uniti. Oggi leggiamo di altri artisti che contribuiscono a portare avanti l’iniziativa, come Agata Olek, di origini polacche ma che vive a Los Angeles, nota per aver ricoperto nel 2010 il Wall Street Bull, simbolo della borsa newyorkese.
Sul versante europeo una delle prime città a essere invase è stata l’eclettica Londra e il quartiere Soho, dove è spuntata una fontana, la cui acqua che sgorga è un bellissimo ricamo blu celeste firmato dalla street artist London Kaye.
Torniamo a Bergamo
L’avvento di internet e ancora di più dei social ha fatto sì che questa particolare forma d’arte si sia sempre più diffusa, tanto che i sodalizi di paese ne hanno preso spunto per organizzare iniziative cittadine. I Comuni di Almè e Villa d’Almè si sono organizzati in un collettivo di quartiere per portare avanti l’iniziativa di yarn bombing cittadino. Il gruppo di famiglie «Zero6pronto?» ha raccolto gomitoli di lana e granny square (quadrotti all’uncinetto) per un progetto speciale di valorizzazione delle aree verdi cittadine. Chi ha preso parte all’iniziativa ha realizzato granny square (10x10 cm o 15x15 cm) che sono stati poi cuciti insieme per rivestire alcune piante. L’iniziativa, che è andata avanti da maggio a giugno, è stata possibile grazie anche al supporto di volontarie di gruppi uncinetto del mercoledì sera all’oratorio di Almè, del gruppo quadrotti del centro Anziani e del gruppo «Creattiva».
Anche se non rientra a pieno nel concetto di yarn bombing è comunque un’opera collettiva e sociale che ha a che fare con l’arte di intrecciare i fili, dall’alto valore umano. «Tante mani, tanti fili. Intrecci di speranza» è il titolo dell’opera che è stata realizzata dalle detenute della sezione femmine del carcere di via Gleno in collaborazione con le volontarie del «Club dei Punti».
Il laboratorio che si è concluso la scorsa settimana ha dato vita a uno splendido grande arazzo, ottenuto cucendo insieme diverse pezze. «Inizialmente ognuna faceva dei piccoli lavori per sé o per i familiari, poi – ha raccontato suor Margherita Gamba, della congregazione delle Suore delle Poverelle, operatrice pastorale nella casa circondariale di Bergamo e responsabile di Casa Samaria, struttura di accoglienza per donne in uscita dal carcere a L’Eco di Bergamo– si è pensato di creare un lavoro comune: ognuna avrebbe creato qualcosa che poi sarebbe stato messo su un quadro più grande, frutto dell’unione di diverse strisce. Il risultato è bellissimo, soprattutto perché fatto da tante mani e da tanti fili uniti nella speranza di un futuro migliore, un futuro migliore che già si vuole costruire dentro il carcere».
In Spagna per combattere il caldo
Vi lasciamo mostrandovi un’iniziativa che vi rallegrerà il cuore e che arriva direttamente dalla città di Malaga in Spagna. Nel 2021 il centro storico di Alhaurín de la Torre si è trasformato in un tripudio di colori.
Un gruppo di donne del paese, insieme all’insegnante locale di crochet Eva Pacheco, ha realizzato un patchwork gigante con uncinetto, di ben 500 metri quadrati, che è andato a coprire le vie del centro dando vita a veri e propri “tetti” di uncinetto che sono serviti per combattere afa e caldo estivi. Un’opera d’arte a cielo aperto – promossa dall’assessorato all’Ambiente e dalla sindaca della città -, e per di più ecologica, perché sono stati utilizzati materiali riciclati per fare i quadrotti di uncinetto.
Ci teniamo a ricordare che questo articolo non ha la pretesa di raccogliere tutte le iniziative bergamasche che coinvolgono filati e uncinetto, per cui non esitate a scriverci alla nostra email di redazione se ne conoscete altre che non sono state citate.