93FE310D-CB37-4670-9E7A-E60EDBE81DAD Created with sketchtool.
< Home

«Human Authored», il bollino dei libri scritti senza intelligenza artificiale

Articolo. L’editoria USA è la prima a correre ai ripari e tutelare l’opera originale dei propri autori e autrici, aiutando i lettori e le lettrici a distinguerla dai libri scritti interamente, o quasi, con l’intelligenza artificiale.

Lettura 5 min.

«Scritto da un essere umano». Suona all’incirca così la dicitura che l’associazione The Authors Guild andrà ad apporre sui libri che vogliono certificarsi come «frutto della creatività e della capacità umana» da distinguersi da quelli scritti totalmente, o in buona parte, con l’intelligenza artificiale.

Recandosi sul sito authorsguild.org, gli scrittori aderenti all’organizzazione potranno certificare la loro opera e pubblicarla con un bollino, chiaro e visibile, che tutela i lettori da possibili equivoci. «Human Authored» è il sigillo di garanzia per dire che quelle parole, quei pensieri, quelle storie e riflessioni vengono da un corpo in carne ed ossa ed il fatto che si renda necessario dà la misura di quanto la questione sia estesa e presente.

Come si è arrivati a questo punto?

The Authors Guild è la più antica e più grande organizzazione professionale degli Stati Uniti per gli scrittori, ne riunisce circa 9 mila e dalla sua fondazione, avvenuta nel 1912, ha tutelato i diritti e l’opera di premi Nobel, premi Pulitzer e di migliaia di autori e autrici. Nei fatti l’associazione sostiene i propri iscritti su tantissimi temi di ordine fiscale e sui timori di censura, ma è soprattutto il diritto d’autore e il giusto riconoscimento delle royalty ad essere uno dei suoi grandi cavalli di battaglia.

«I libri generati dall’intelligenza artificiale - si legge sul sito del progetto - stanno inondando i mercati online e sempre più sembrano, e a volte persino si leggono, come libri scritti da esseri umani. Il lettore potrebbe non avere modo di sapere se un libro che sta leggendo è generato dall’intelligenza artificiale o se è scritto da un essere umano. Il marchio Human Authored è limitato a libri ed altre opere in cui il testo è stato scritto da esseri umani. L’uso dell’IA come strumento, diverso dalla generazione di testo, come per il controllo grammaticale, la ricerca o il brainstorming, non squalifica un libro, purché il testo sia stato scritto da esseri umani».

La ceo dell’associazione, Mary Rasenberger, ha aggiunto: «L’iniziativa Human Authored non riguarda il rifiuto della tecnologia, ma la creazione di trasparenza, il riconoscimento del desiderio del lettore di una connessione umana e la celebrazione degli elementi unicamente umani della narrazione. In un mercato sempre più pieno di contenuti generati dall’intelligenza artificiale, i lettori meritano di sapere se stanno sperimentando un’autentica creatività umana».

Al momento gli editori italiani non prevedono di procedere a certificazioni simili, ma è facile immaginare che appena il mercato globalizzato diffonderà le versioni tradotte di libri con il bollino Human Authored, gli stessi dovranno comparire anche sulle copertine delle diverse versioni e il dibattito si accenderà anche da noi. Non a caso, intervenendo sul tema, Stefano Mauri, vicepresidente della Fondazione Umberto e Elisabetta Mauri, da sempre uno dei punti di riferimento nazionale per i librai e le libraie d’Italia, ha detto: «Servirebbe trasparenza per i consumatori: vorrei poter sapere, ad esempio, se sono al telefono con un’intelligenza artificiale, o se sto leggendo un libro prodotto dall’AI».

Cosa impara Chat Gpt dai libri e come li scrive?

Durante le prime fasi di addestramento del modello GPT da parte di Open AI, all’intelligenza artificiale sono stati dati in pasto libri. Circa il 16% della conoscenza iniziale di Chat Gpt arriva proprio da qui. Un sapere che è stato preso e spezzettato in parole e frasi che il sistema di reti neurali riteneva interessanti per il suo apprendimento.

Ecco perché intere parti di libro possono diventare la risposta a una domanda dell’utente o, ancora più esplicitamente, possono diventare nuovi libri o pezzi di nuovi libri. Ciò che la rete neurale realizza quando gli si chiede di scrivere l’incipit di un romanzo è una sorta di collage, un Frankestein ricavato da storie che ha già letto da qualche parte e che ritiene di poter miscelare come meglio crede.

Il risultato è spesso sorprendente come in questo caso:

Domanda:Scrivi l’incipit di un romanzo di formazione, una storia che ha per protagonisti due giovani adolescenti, due ragazzi che iniziano ad affrontare i cambiamenti del loro corpo e del loro spirito e che sperimenteranno un’avventura che li farà crescere e maturare.
La storia inizia in un piccolo villaggio di pescatori in Grecia, a cavallo fra primavera ed estate.

Risposta: Il sole indugiava sull’orizzonte, dorando le acque calme del piccolo porto. L’aria profumava di sale e gelsomino selvatico, e le reti dei pescatori, stese ad asciugare lungo il molo, danzavano appena al soffio della brezza serale.
Nikos era seduto su una roccia piatta, le gambe a penzoloni sopra il mare, lanciando sassolini nell’acqua. Accanto a lui, Iason osservava il cielo tingersi di rosa e arancio, le mani infilate nelle tasche dei pantaloncini troppo corti dell’anno prima.
C’era qualcosa di strano in quei giorni sospesi tra la primavera e l’estate, un senso di attesa che non sapevano spiegare.

«Tra poco finisce la scuola» disse Nikos, senza distogliere lo sguardo dall’acqua.

Iason annuì. «E poi?»

Nikos strinse le labbra. «E poi niente. Il solito. Il mare, il caldo, le barche di mio padre...» Fece una pausa. «A meno che...»

«A meno che cosa?»

Nikos si voltò a guardarlo con un lampo negli occhi. «E se facessimo qualcosa di diverso, quest’anno?»

Iason non rispose subito. Il vento gli scompigliava i capelli, e in quel momento si rese conto di quanto Nikos fosse cambiato negli ultimi mesi: più alto, le spalle più larghe, uno sguardo che non era più solo quello di un ragazzino. Forse anche lui stava cambiando, senza accorgersene davvero.

«Dove vorresti andare?» chiese infine.

Nikos sorrise. «Lontano.»

E così, su quel molo dove l’infanzia sembrava ancora trattenerli con le sue certezze, nacque l’idea di un’estate diversa. Un’avventura che li avrebbe portati oltre il mare calmo del villaggio, verso un destino che ancora non conoscevano.

Il diritto d’autore

Chat Gpt e applicazioni simili non rispettano il copyright e la proprietà intellettuale. Al momento del suo rilascio, sono stati molti gli scrittori a intentare cause contro Open AI e il suo prodotto di punta accusandoli di aver rubato la loro opera e averla utilizzata per fornire risposte a domande come quella posta qui sopra.

Le cause intentate fino ad oggi hanno portato a poche soluzioni. Nelle profondità intricate delle reti neurali non si sa bene quante frasi o parole di un libro ci sono e, soprattutto, come saranno richiamate per generare un nuovo testo.

Secondo l’articolo 52 dell’AI Act, il regolamento europeo sulle intelligenze artificiali, sono i fornitori dei modelli di intelligenza artificiale generativa a dover garantire la conformità con la normativa sui diritti d’autore e i diritti connessi dell’UE delle informazioni fornite dai propri algoritmi. Una norma efficace sulla carta, ma complessa da far rispettare proprio per la mole di dati elaborati da questi sistemi.

Come si riconosce un testo scritto dall’AI?

Riconoscere la mano artificiale che scrive non è semplice, ma ci sono degli elementi che devono far scattare dei campanelli d’allarme o, quantomeno, accendere dei sospetti.

L’assenza di errori ortografici
L’AI non sbaglia, o meglio, può errare nel contenuto ma non nella forma. Molto spesso, invece, chi scrive commette dei piccoli errori, dei refusi che possono sfuggire anche al controllo più attento.

Strutture grammaticali semplici
I sistemi di intelligenza artificiale tendono a parlare e scrivere in modo semplice. La struttura base di soggetto - predicato - complemento è quella privilegiata dall’AI, ma non è la più utilizzata dagli scrittori in carne ed ossa che, al contrario, hanno nella capacità di costruzione della frase una delle loro caratteristiche stilistiche principali. L’eccessiva semplicità sintattica rende il testo spesso rigido, nonostante sia corretto. Inoltre, tendono a mancare espressioni colloquiali e doppi sensi tipiche del linguaggio umano.

Ribadire concetti
Molto spesso i testi prodotti con l’AI tendono a ripetere, con parole diverse, gli stessi concetti. Spostare il pensiero verso l’evoluzione di un’idea resta, ancora, una delle caratteristiche principali dell’intelligenza umana.

Approfondimenti