Spesso vengono guardate con sospetto. I nostri occhi, abituati a incontrare il divino sotto ad affreschi barocchi o dipinti medievali, non le apprezzano quanto si meriterebbero. Le chiese contemporanee hanno però un fascino sottile, che riesce ad incantare anche con la semplicità delle linee squadrate e l’austerità del cemento armato. A Bergamo ce ne sono diverse, troppe per raccoglierle tutte in un unico articolo, ma abbiamo selezionato le nostre preferite.
Chiesa di Maria Santissima Immacolata, Longuelo
Questo tour tra le chiese moderne di Bergamo non può che iniziare dalla chiesa di Maria Santissima Immacolata, ovvero la chiesa di Longuelo. Progettata da Giuseppe Pizzigoni e consacrata nel giugno 1966, è la prova che anche il cemento armato può apparire morbido ed elegante. Negli anni in cui venne costruita, nel quartiere di Longuelo era in corso una forte espansione demografica, con nuove case popolari in costruzione. La vecchia chiesa non era più sufficiente per la comunità, e la costruzione del nuovo edificio voleva essere un elemento di socializzazione e di incontro tra le diverse persone e comunità che andavano affollando il quartiere.
La chiesa, dopo anni, non cessa di stupire per la sua forma particolarissima, che rappresenta la tenda di Mosè. Per giungere a questo sorprendente risultato il Pizzigoni aggregò quattro volumi, ciascuno retto da cinque sottili volte di cemento armato spesso solamente sei centimetri. Vale la pena osservare la struttura da diversi punti di vista girandoci intorno, perché ogni prospettiva regala scorci nuovi, interessanti e anche parecchio fotogenici! È però obbligatorio entrare a sbirciare: una volta valicato il portale dai dettagli preziosi, che sotto alla volta bianca dell’ingresso pare quasi piccolo, i giochi di luce e ombre creati dalle linee curve e dalle vetrate colorate – opera di Mino Marra – favoriscono un’atmosfera molto raccolta e un certo misticismo. Il Pizzigoni morì l’anno dopo la consacrazione della chiesa di Longuelo, e anche se qualcuno ancora storce il naso, siamo davvero fortunati ad avere un’eredità tale in città!
Chiesa di San Massimiliano Kolbe, Loreto
Chi è mai passato nei paraggi della chiesa Parrocchiale di Loreto ha sicuramente notato la chiesa di San Massimiliano Kolbe, che si affaccia sulla stessa piazza formando così il Complesso della Beata Vergine Maria di Loreto. Il progetto è dell’ingegnere Vittorio Gregotti, che con la sua società vinse il concorso bandito dalla CEI in occasione del Giubileo del 2000 per la realizzazione di un nuovo edificio, anche se il quartiere, in grande espansione, ne aveva già manifestato il bisogno da diversi anni.
La chiesa di San Massimiliano Kolbe ha pianta quadrata e un volume di forma cilindrica che le fa da “cappello” e richiama il tamburo della chiesa Parrocchiale, verso la quale si rivolge mediante un portico. Tutto l’edificio è rivestito di pietra arenaria quarzitica che alla luce del sole brilla di riflessi dorati e rosati.
L’interno ha gli stessi colori, resi ancora più luminosi dal bianco dei marmi e dalla luce naturale che viene convogliata verso l’altare. Anche in questo caso, è vietato restare fuori, perché l’elemento sorprendente di questa chiesa è il soffitto: una cupola, sì, ma rovesciata. Colpiscono anche le linee pulite e ordinate del battistero e le tredici colonne che compongono l’altare. Tutti questi elementi danno a chi visita la chiesa una sensazione che si avvicina molto alla serenità di essere accolti da qualcuno a cui potersi affidare.
Chiesa di San Giuseppe Sposo di Maria Vergine, Villaggio degli Sposi
Anche questo quartiere ha una storia recentissima e peculiare: fu infatti Don Bepo Vavassori, fondatore del Patronato San Vincenzo, a comprare dei terreni e inaugurare le prime case il 19 marzo 1955. Le abitazioni, costruite grazie a mutui agevolati e al lavoro in prima persona dei loro abitanti, sono state pensate per dare un futuro agli orfani del Patronato. Oltre alla Grumellina, nei dintorni non c’era nulla: impossibile immaginare gli spazi di ieri tra le case che nel corso degli anni si sono moltiplicate a vista d’occhio!
Sempre il 19 marzo, giorno di San Giuseppe, ma del 1960, venne posata la prima pietra della chiesa Parrocchiale, su progetto dell’architetto Enrico Sesti che riprese l’immagine di una nave che solca il mare. Il grande San Giuseppe posto dietro all’altare è stato dipinto nel 1962 da Trento Longaretti, e al Santo Sposo di Maria Vergine è stata ufficialmente consacrata la chiesa nel 1967. L’edificio si compone di un’unica navata, suddivisa in cinque campate laterali. Si formano così sui lati degli spazi triangolari che sembrano cappelle, con grandi finestre sulla parte alta, di forma quadrata ma contenenti elementi rettangolari. Forme geometriche, simmetrie e spigoli sono gli indiscussi protagonisti di tutto l’edificio, sia nei luminosi interni che all’esterno, di mattoni rossi. Molto particolare è la facciata, che sembra staccarsi di netto dai volumi retrostanti. Il campanile appare invece stilizzato, sagoma scura che supera i mattoni e si staglia contro il cielo.
Chiesa di San Giovanni XXIII, Ospedale
Una volta approdati al Villaggio degli Sposi, è pressoché impossibile non notare l’Ospedale di Bergamo, ma forse non tutti sanno che anche questo edificio nasconde una chiesa recentissima che merita assolutamente una visita: ha vinto anche dei premi internazionali. Il piccolo edificio, costruito nel 2014, si distingue nettamente dai grossi parallelepipedi dell’ospedale, anche se i progetti portano la stessa firma. Gli architetti Aymeric Zublena, Pippo Traversi e Ferdinando Traversi decisero infatti di dare un aspetto diverso all’edificio dedicato alla cura spirituale rispetto a quelli dedicati alla cura fisica. La chiesa appare come avvolta da sottili pilastri bianchi, che formano una sorta di corridoio perimetrale e da lontano danno l’impressione di avere davanti una sagoma leggera e trasparente. Durante il giorno la luce penetra all’interno della chiesa, mentre con il buio è l’illuminazione interna a rendere l’edificio una sorta di lanterna accesa, punto di riferimento per lo spirito.
Il portale d’ingresso è stato realizzato da Stefano Arienti e raffigura un paesaggio reale giordano, fotografato dall’artista stesso, sopra al quale svetta una croce. Sulla fascia più bassa delle pareti interne Arienti ha riprodotto l’immagine di un giardino, ingrandita digitalmente e poi incisa direttamente nel calcestruzzo.
Le tre absidi del presbiterio, che rappresentano la Crocifissione, sono opera di Andrea Mastrovito e sono realizzate sovrapponendo diverse lastre di vetro sagomate e dipinte, lasciando che tra di esse circolino liberamente luce e aria. Il vetro, tagliente come le spine della corona di Cristo, simboleggia proprio le ferite e le difficoltà: un messaggio ben preciso rivolto ai pazienti e ai visitatori dell’ospedale. Un’ultima opera su cui soffermarsi è la «Passione di Cristo» del collettivo Ferrario Freres: si tratta di un collage fotografico ed è ambientata proprio a Bergamo.
Chiesa di San Sisto, Colognola
L’architetto Giovanni Muzio progettò la Chiesa di San Sisto con una pianta che viene chiamata «absidiata a giglio», suddivisa in tre navate. La struttura in realtà non è semplice da comprendere subito, né in termini di planimetria che di volumi, ma è proprio questo che attira gli sguardi curiosi dei passanti. E se lo fa ora, da una piazza affollata di auto, traffico, qualche albero e molta fretta, immaginatevi le espressioni sbalordite che provocava negli anni Cinquanta, quando sorgeva nel mezzo di un prato, con qualche sporadica casa sparsa qua e là.
Sia la chiesa che il campanile dalla particolare silhouette sono realizzati in mattoni a vista, ad eccezione del marmo nella nicchia del portale e della parte superiore della facciata, ricoperta di lastre in marmo decorate da disegni geometrici. La geometria è protagonista anche degli interni, dove angoli e spigoli giocano con la luce che sapientemente filtra dall’alto.
Parrocchia San Pio X, Celadina
Quando la Parrocchia di Celadina venne istituita, fu l’architetto Sandro Angelini a curare il progetto per la Chiesa di San Pio X, costruita nel 1959 e consacrata nel 1989. All’epoca della creazione del quartiere questa chiesa sorgeva praticamente in mezzo ai campi, ma anche oggi che si trova tra le case non passa di certo inosservata. Nella semplicità della sua forma a tenda infatti spicca la facciata con le tavole dei comandamenti in cemento armato e i bassorilievi che paiono ricamati nel calcestruzzo. All’interno la chiesa vanta vetrate di Franco Normanni rappresentanti la vita di Pio X, una «Via Crucis» di Mario Cornali e la pala d’altare di Emilio Maffioletti, su cui gioca la luce proveniente dall’esterno.
Questo è solo un assaggio delle splendide chiese contemporanee che abbiamo a Bergamo, ma ce ne sono molte altre tutte da scoprire, e non solo in città! All’appello mancano ancora la chiesa di Santa Maria Madre della Chiesa alla Dorotina, la chiesa dell’Annunciazione di Curno, la Parrocchiale di Valtrighe, il celebre centro parrocchiale di Paderno di Seriate, la parrocchiale di Grassobbio… Che dire, forse avremmo bisogno di una seconda parte di questa piccola guida alle chiese contemporanee bergamasche?
- Viaggio tra fede e architettura: le più belle chiese contemporanee a Bergamo
- Chiesa di Maria Santissima Immacolata, Longuelo
- Chiesa di San Massimiliano Kolbe, Loreto
- Chiesa di San Giuseppe Sposo di Maria Vergine, Villaggio degli Sposi
- Chiesa di San Giovanni XXIII, Ospedale
- Chiesa di San Sisto, Colognola
- Parrocchia San Pio X, Celadina
