«I bambini di oggi non fanno esperienze, non vivono il cortile, non hanno la possibilità di muoversi in libertà: noi, con le nostre biciclette, giocavamo dappertutto, ci sbucciavamo le ginocchia e ci rialzavamo, litigavamo e facevamo pace. Ci sono bambini che non hanno mai visto una mucca, non si muovono all’aperto: sono vittime della nostra società…».
Aribi, in bicicletta per cambiare la mobilità e riscoprire il territorio
Non solo escursioni. In prima linea per la salute e la tutela dell’ambiente. «Costruire più strade richiama più traffico di auto: servono ciclabili e mezzi di trasporto sostenibili».
Sono i bambini la prima preoccupazione di Claudia Ratti, bergamasca, da 15 anni alla presidenza di Aribi, l’Associazione per il Rilancio della Bicicletta nata il 26 marzo 1981 fa su iniziativa (profetica, verrebbe da dire) dell’avvocato Angelo Mainetti con un gruppo di colleghi.
L’impegno di Mainetti portava presto alla realizzazione della prima pista ciclabile in città, in via Torquato Tasso, una conquista per l’associazione di cui diventa presidente onorario a vita Felice Gimondi. Erano gli anni Ottanta di grande crescita economica e di corsa all’ultimo modello d’auto, ma c’era già chi si preoccupava del traffico e dell’inquinamento, dei parcheggi selvaggi e della scomparsa delle biciclette e della libertà che rappresentano. «Il nostro impegno per l’ambiente – spiega la presidente – è più che mai evidente: prima lo vivevamo più come un passatempo, occupandoci di organizzare la gita della domenica. Ora siamo presenti ai tavoli, molto impegnati per la sostenibilità. Aribi significa promozione della salute delle persone e salvaguardia ambientale. Noi siamo quelli che si mettono di traverso ai progetti che non consideriamo indispensabili, come l’autostrada Bergamo-Treviglio: perché realizzare strade che richiamano più auto invece di costruire ciclabili e attirare mezzi di trasporto più sostenibili? Abbiamo protocollato in Provincia una proposta alternativa».
Il consumo di suolo «irresponsabile» per Claudia Ratti è la piaga più vistosa dell’ambiente bergamasco: «Non si riesce a far passare il concetto che bisogna smettere di consumare suolo e costruire case, mentre ci sono molte abitazioni vuote e sfitte che potrebbero essere destinate alle famiglie. È triste – sottolinea – ma noi di Aribi non stiamo mai zitti».
«La nostra funzione è cambiata», ribadisce la presidente. Il suo esuberante entusiasmo si esprime in una lunga serie di attività, dalle gite in campagna alla collaborazione con gli Enti locali: «Nel nostro calendario ci sono la “Pedalata della pace”, con la scuola Cittadini, gli interventi nelle scuole e nelle aziende, per far conoscere i benefici del “bike to work” (al lavoro in bicicletta, ndr). Partecipiamo ai bandi per incentivare l’uso delle bici, con Anci e Ministero, al progetto regionale “Strade verdi”, realizziamo eventi come la “Ciclostorica” dedicata al patrimonio Unesco della nostra provincia, giunta alla terza edizione, pedalate da Treviglio a Bergamo e Crespi d’Adda». Il raduno delle biciclette d’epoca, lo scorso 9 marzo, ha richiamo 130 iscritti, affollatissime la classica «Gravel sul Serio» e l’immancabile Pedalata di Babbo Natale, il 24 dicembre, giunta ormai alla sua 15a edizione. «Voglio sottolineare che Aribi pedala sempre “per “ qualcuno: tutte le nostre iniziative sono di beneficenza», ricorda Claudia Ratti, evidenziando un altro risvolto, sociale e solidale, dell’Associazione, che. però, non rinuncia al ruolo di «Grillo Parlante» della mobilità quando commenta la qualità dell’aria in città. «Servono un trasporto pubblico più accessibile, magari gratis come già in altre città, e un sistema di bike sharing più semplice. Vanno rivisti i punti più critici negli attraversamenti. E ci vorrebbe più cura e attenzione, per i pedoni, per le iniziative avviate, come le zone 30, che vanno completate con altre misure, come il restringimento delle carreggiate».
Italia Nostra: impegno per tutelare il paesaggio e i beni storici e artistici
2 mesi faIl dialogo con le amministrazioni è continuo: «La mia più grande soddisfazione è la Valle Seriana: quando abbiamo segnalato i punti trascurati della pista ciclabile, le amministrazioni sono intervenute, hanno sistemato i ponti, a Pradalunga il sedile eroso sulla ciclopedanale. Hanno creato un’infrastruttura fantastica. È fatiscente, invece, la ciclabile in Val Cavallina, che è stata la prima ad essere costruita e ora avrebbe bisogno di manutenzione: ci faremo sentire per farla sistemare».
E per chi volesse fare una pedalata nella natura? «Abbiamo la fortuna di avere il Parco del Serio: il fiume spesso erode gli argini e danneggia la ciclabile, ma i paesaggi sono bellissimi, ricchi di elementi naturali. C’è una piccola riserva di orchidee selvatiche, sono tornate le cicogne: è un ambiente tutelato e conservato in maniera rispettosa, selvaggio nella giusta misura». Da gustarsi rigorosamente in bicicletta.
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