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Una guida alle escursioni sostenibili

Le regole per le gite nella natura sui sentieri di montagna. Cani vietati in molte zone protette, anche se al guinzaglio. Restare sui tracciati, non avvicinare gli animali selvatici. Via anche gli scarti biodegradabili che impiegano anni per decomporsi

L’estate è il tempo delle escursioni in mezzo alla natura che, per essere svolte in sicurezza e senza arrecare disturbo, richiedono una serie di cautele. Negli ultimi anni è aumentato il turismo anche in alta quota. Deltaplani, voli in parapendio, appassionati di mountain bike e di e-bike, alpinismo e trekking, soste per i selfie possono interferire con alcuni animali che vivono ad alta quota. Uno di questi è l’aquila, che nidifica sulle cime delle nostre Prealpi. Circa una decina di esemplari nidificano in alta Valle Brembana, alta Valle Seriana e Valle di Scalve e vanno sotto stress per il disturbo della cova a causa dei rumori delle attività antropiche, come quelli provocato dagli escursionisti e dagli elicotteri in volo a poche decine di metri dai nidi esposti sulle pareti rocciose.

Cani, no in zone protette

Anche i cani non custoditi disturbano la fauna selvatica: se sono lasciati liberi, rappresentano un pericolo per gli animali selvatici, che li considerano potenziali predatori, in particolare le femmine con i piccoli al seguito. In molte zone protette, dove è più facile imbattersi in animali selvatici, è vietato introdurre cani, anche se condotti al guinzaglio. Questi divieti sono sempre da rispettare, non tanto e non solo per non incorrere in sanzioni, ma soprattutto per il rispetto dell’ambiente naturale.

Sotto controllo del conduttore

In tutte le aree naturali i cani devono essere condotti al guinzaglio, usando quello tipico da addestramento o da passeggio, in modo che possano muoversi sempre sotto il controllo del conduttore. Se lasciati liberi durante un’escursione in alta quota, potrebbero essere aggrediti da cani pastore che presidiano i pascoli o potrebbero ingerire, per sbaglio, una pianta bella ma molto velenosa, mortale anche per l’uomo, come l’Aconitum napellus detto anche «radice del diavolo». In generale, è importante rispettare l’obbligo di non abbandonare i sentieri, una prescrizione motivata proprio dalla necessità di prevenire il disturbo degli animali, soprattutto nella stagione riproduttiva, e non cercare di avvicinare gli animali selvatici per farsi un selfie o per realizzare un video con i telefoni. Occorre sempre mantenere la distanza da tutti gli animali selvatici, anche quando si dimostrano confidenti, e non bisogna mai inseguirli, né in auto né a piedi, perché vengono messi inutilmente in pericolo.

Camminate ad impatto zero

Un buon escursionista cammina nella natura senza lasciare segni del proprio passaggio. Oggi, però, è sempre più difficile trovare aree incontaminate e senza tracce lasciate dall’uomo. Soprattutto gli ambienti montani stanno diventando sempre più affollati, come è confermato dall’aumento del numero di incidenti in montagna, causati spesso da inesperienza e impreparazione. Se da un lato si registra una maggiore sensibilità verso la natura e l’ambiente con lo scopo di migliorare la salute e la riscoperta di una forma di turismo più consapevole e sostenibile, dall’altro capita sempre più spesso di percorrere un sentiero in mezzo ai boschi e di trovare rifiuti di ogni genere: cartacce, bottiglie di plastica, resti di un fuoco o confezioni di cibo.

È buona norma non abbandonare rifiuti, specialmente quelli alimentari, e rispettare il divieto assoluto di offrire cibo agli animali selvatici per non alterare il loro comportamento, con tutte le conseguenze del caso. Se nell’area sono presenti, utilizzare cestini o bidoni. Se, invece, sono assenti, raccogliere i rifiuti e portarli negli appositi contenitori a valle. Scarti organici come bucce, torsoli, gusci d’uovo non si devono abbandonare sul terreno: è vero che sono biodegradabili, ma potrebbero impiegare molto tempo per decomporsi.

Attenzione alle grigliate

In montagna è da evitare assolutamente l’utilizzo di un corso d’acqua come se fosse una lavastoviglie o una lavatrice. L’acqua è un bene comune ed essenziale, specie nelle aree naturali in cui vive la fauna selvatica che la usa come fonte di abbeveramento.

Le grigliate comportano sempre dei rischi. Innanzitutto è bene verificare se è permesso accendere barbecue nell’area prescelta. In molte zone, soprattutto i parchi nazionali e le riserve naturali, sono vietati per scongiurare incendi. Qualora siano consentiti, utilizzare solo le aree attrezzate con bracieri e seguire le regole, mantenere il fuoco di piccole dimensioni, tenere acqua a portata di mano, non lasciare le fiamme incustodite. Assicurarsi che le braci siano fredde prima di abbandonarle. Anche i fornelli da campeggio vanno usati con cautela. Infine, attenzione alle sigarette: gettare un mozzicone acceso in presenza di vento può innescare un incendio.

Non raccogliere fiori

Ogni area naturale, dal bosco vicino a casa al parco nazionale, rappresenta un ecosistema nel quale tutti devono considerarsi ospiti. Le aree naturali, infatti, sono la casa di numerosi animali selvatici: ogni forma di disturbo è da limitare. È bene non raccogliere fiori, piante e nemmeno rocce e minerali. Giova ricordare che le Alpi sono uno dei 24 hotspot (aree prioritarie per la conservazione) di biodiversità vegetale in Europa: ospitano, infatti, circa 4.500 specie di piante. Tra queste, la Saxifraga, specie endemica a protezione assoluta, l’Artemisia genepì, specie officinale, il Ranunculus glacialis, che tocca il cielo crescendo fino a quasi 3.000 metri di quota, il Rododendro ferrugineo, detto «rosa delle Alpi», specie endemica e relitto preglaciale. Crescono sulle nostre Prealpi, ricche di flora protetta ed endemica, la Stella alpina, la Linaria tonzigii, la Campanula raineri, l’Alium insubricum, la Viola comollia, la Campanula bergomensis e molte altre.

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