È il 23 giugno del 1607. Nel cielo di Ardesio si addensano nubi minacciose. Spaventata e preoccupata per i danni che il temporale avrebbe potuto fare ai campi, ai fieni, ai tetti delle case, una madre chiede alle figlie, le piccole Maria e Caterina Salera, di salire in una delle stanze di casa – chiamata «stanza dei santi» per via del grande affresco quattrocentesco sulla parete che raffigura una serie di immagine sacre – e di chiedere aiuto alla Madonna. Ecco allora che, mentre sono in ginocchio davanti al Crocifisso dell’affresco, davanti a Maria e Caterina appare una donna splendente, con il bambino in braccio, in mezzo alle nuvole. La Madonna non dice nulla ad alta voce, ma il vento si calma. Ad Ardesio torna il sereno.
A meno di un anno dell’accaduto, la comunità ardesiana ottiene la licenza per erigere attorno a casa Salera un Santuario. La parete rappresentante l’affresco dell’Apparizione viene mantenuta, e ancora oggi sovrasta l’altare. Il Santuario della Madonna delle Grazie , da luogo di fede ed esempio di arte barocca, negli anni diventa meta di pellegrinaggio a piedi.
«La vicenda dell’Apparizione è molto moderna perché, oltre ai fenomeni meteorologici che accadono, ci sono delle tempeste del cuore e dell’anima, dovute a malattie, pensieri, preoccupazioni, fatiche psichiche e psicologiche, che arrivano in un batter d’occhio nel cielo sereno della nostra vita e ci sconquassano. E allora da chi andiamo? Ci buttiamo nelle dipendenze? O nelle braccia di chi ci sa davvero accogliere, di chi ci sa ascoltare? Anche noi siamo chiamati a metterci in ginocchio di fronte a Maria e al Bambin Gesù, che ci portano un po’ di pace, di serenità».
A introdurmi, con le sue parole, nel Santuario della Madonna delle Grazie è Don Antonio Locatelli, parroco di Ardesio. «Ci sono dei sentieri di pellegrinaggio che vengono percorsi ancora oggi dalla Valtellina, da Pisogne, dalla Valcamonica. Un sacerdote, qualche giorno fa, ci ha detto di avere la mamma originaria di Livigno. Percorrevano per due giorni valli e passi dormendo nei fienili per giungere qui. A volte vedo gente inginocchiata, che piange, a volte arrivano coppie che vogliono ringraziare la Madonna per quei cinquant’anni passati insieme a tutta la loro famiglia, altre trovi dei giovani che chiedono la grazia di avere un bimbo. Sono lì ai piedi della Madonna come queste due bambine nel giorno della tempesta. Una cosa molto bella è che quando le bambine escono trovano il sereno. Mi auguro che ogni persona che entri in ogni santuario possa vivere questa esperienza di sereno. Questo non vuol dire che le preoccupazioni scompaiano ma vuol dire che non siamo da soli. C’è la nostra mamma con noi e soprattutto Gesù, che ci accompagna».
Il programma del 416esimo anniversario
Ogni anno (è successo anche durante il Covid, seppure in una forma più ristretta), il borgo dell’Alta Val Seriana ricorda e rivive il miracolo. In occasione del 416esimo anniversario dell’Apparizione, il paese si prepara ad accogliere visitatori e pellegrini per una due giorni di festa. Due giorni di «lode e gioia al Signore», come spiega Don Antonio, che in questi giorni sta già incontrando i fedeli presenti alla Novena.
Le celebrazioni cominceranno la sera di giovedì 22 giugno: alle 17, si celebrerà la Messa in Santuario e alle 20 la Messa solenne in Parrocchia, presieduta da monsignor Carlo Mazza, vescovo emerito di Fidenza. Seguirà la processione con il gruppo statuario, accompagnata dallo «Stabat Mater», canto composto da un musicista illustre di Ardesio, Nicola Mazzucchini, sopravvissuto al campo di concentramento di Norimberga. La giornata si concluderà con uno spettacolo pirotecnico.
Venerdì 23 giugno, giorno dell’anniversario, il Santuario sarà animato sin dall’alba dalle funzioni religiose: «la prima Messa sarà alle 5 – spiega Don Antonio – è la Messa storica, che era stata tolta ma verrà ripristinata per chi va a lavorare presto». Seguiranno Messe alle 6, alle 7, alle 8, alle 9 e alle 12. La Messa solenne delle 10.30 sarà presieduta da Monsignor Davide Pelucchi, vicario generale della diocesi di Bergamo. Alle ore 15 del 23 giugno, ora esatta dell’Apparizione, si terrà la «cerimonia dello scoprimento e della comparizione», durante la quale l’affresco della «stanza dei santi» verrà scoperto, liberato dal telo che lo copre. Le funzioni religiose continueranno anche nel pomeriggio: appuntamento alle 17, alle 18 e alle 20.30.
Durante i due giorni, verrà dato spazio anche all’intrattenimento, con la presenza nel centro storico di Ardesio di numerosi banchetti e di giostre per bambini e per ragazzi. Infine, la sera di sabato 24 giugno, alle ore 21 nel Santuario, quando la Pro Loco di Ardesio proporrà «Notte di Note – The Clarinet without borders», un concerto che comprende una serie di opere, per clarinetto e clarinetto piccolo solo, dei più noti compositori classici, moderni e contemporanei; pagine che vanno dal più particolare stile Klezmer all’indiscussa e intramontabile forma classica.
«Quest’anno è un anno particolare – rivela Don Antonio – Porteremo al santuario, con la Madonna, un ex voto per quello che è successo il 5 aprile. Un canale Enel è ceduto versando 15mila metri cubi di acqua nel giro di un’ora, costringendo alcune famiglie ad abbandonare la loro abitazione. La Madonna verrà portata dalle persone che sono state colpite o sono state isolate perché la strada è rimasta chiusa. Quest’anno, le celebrazioni si associano a un ringraziamento speciale per il fatto che le vite di queste persone siano state risparmiate».
L’augurio più bello che Don Antonio rivolge ai tanti fedeli, ma anche ai curiosi che faranno tappa ad Ardesio nei giorni della festa, è quello di vivere il Santuario tutti i giorni dell’anno, non solo nei giorni della Festa. «L’attaccamento al Santuario ci nutre tutti i giorni: con le confessioni, la Messa, le preghiere e il silenzio. Inoltre, dall’8 dicembre, giorno dell’Immacolata, abbiamo regalato alla Madonna una nuova illuminazione. Il Santuario può risplendere di una luce meravigliosa. Una raccomandazione, però: spesso si vede il bello in una chiesa, ma di fronte a un quadro, uno stucco, all’organo che abbiamo, alle opere del Fantoni, dobbiamo vedere le meraviglie più grandi che sono i sacrifici, le privazioni, le sofferenze di tantissima gente che lungo i secoli si è privata di qualcosa per offrirlo come ringraziamento alla Madonna, come ex voto. Sono tante le persone che, nei tempi, si sono private di sistemare la loro casa per sistemare la casa di Dio».
Nello scurolo del Santuario, inoltre, si può visitare la mostra «Miracoli Eucaristici», ideata e progettata dal Beato Carlo Acutis quando aveva tra i tredici e i quindici anni, prima di spegnersi nel 2006 a causa di una forma particolarmente aggressiva di leucemia.
Il santuario come tabernacolo di speranza
Da qualche anno, il borgo di Ardesio è noto sul territorio bergamasco perché ospita « Sacrae Scenae », il festival cinematografico internazionale dedicato alla devozione e a tutto ciò che la ricerca del sacro provoca nelle comunità. Il festival, organizzato da Vivi Ardesio con la direzione artistica di Cinema e Arte e promotori Comune e Pro Loco Ardesio, in collaborazione con la Parrocchia è giunto alla quarta edizione. «Un festival unico nel suo genere – spiega Simone Bonetti, presidente di Vivi Ardesio e vicesindaco di Ardesio – capace di ritagliarsi un suo spazio nel panorama dei festival, è stato presentato in Senato a Roma, in parlamento Europeo a Bruxelles e a Onore all’interno del convegno del Circolo Bergamaschi nel Mondo di Bruxelles. Un evento culturale quindi che è stato apprezzato per l’importante tematica e che che ci permette di portare Ardesio e il nostro Santuario nel mondo e le culture e devozioni di tutto il pianeta ad Ardesio».
«Il festival è stato voluto questa intuizione di raccogliere tutte le devozioni popolari religiose e metterle in circolo, per valorizzare e far conoscere la nostra peculiarità, e poi far conoscere quello che nel mondo capita» racconta ancora Don Antonio, che aggiunge: «“Devozione” è una parola molto profonda che spesso viene confusa con “ritualità”. Come per altre religioni, la devozione è un attaccamento profondo verso qualcosa in cui credo. La devozione non consiste solamente nell’essere legati a qualcosa. È essere legati a qualcosa con il cuore, con la fede, con l’anima».
Sulla devozione alla Madonna, il parroco si sofferma con particolare attenzione. «È la mamma di Gesù, la madre di Dio. Attraverso di lei possiamo incontrare Gesù, conoscere Gesù, guardarlo e sentirlo nel cuore. Noi non veneriamo la Madonna, ma la Madonna che ci porta Gesù. Tutto deve essere in funzione di lui. Se uno si ferma a vedere gli occhi della Madonna e non vede che gli occhi della Madonna guardano Gesù, c’è qualcosa che non va. Questo lo dico perché se noi non mettiamo al centro Gesù, a volte rischiamo di non capire la sua e mamma. Se ci fermiamo alla statua della Madonna non cambia nulla della nostra vita. Se attraverso la statua, invece, comprendiamo quanto ha voluto bene a Gesù e che, quando sotto la croce Gesù le ha detto “ecco tuo figlio” noi siamo diventati suoi figli, allora tutto ha senso e noi ci sentiamo tra le sue braccia. Così, l’augurio è che tutti i nostri santuari possano essere dei tabernacoli di speranza, di conversione, di gioia e serenità, dove chi va con le lacrime possa uscire con serenità, chi va con la gioia possa uscire con la voglia di donarla agli altri, chi entra con il buio del cuore uscire con una fiammella accesa. I problemi ci sono sempre, ma la questione non è non essere soli ma sapere di non essere soli. Cambia tutto».
Tutte le informazioni sugli orari di visita al Santuario sono disponibili sul sito. Non perdetevi, sempre sul sito, la possibilità di fare un tour virtuale !