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Gres Art 671, luogo infinito. Arti e cultura trovano casa in un’ex area industriale

Articolo. Un nuovo centro per la creatività, l’arte e la cultura dal respiro internazionale inaugura il 7 novembre a Bergamo in via San Bernardino 141: un luogo rigenerato aperto alla cittadinanza dotato di area espositiva, caffè, terrazza, agorà, coworking e un programma di iniziative pensate per un coinvolgimento attivo del pubblico. A inaugurare Gres Art 671 è «Solarpunk», una mostra immersiva di None Collective sul tema del cambiamento climatico

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Il giardino di Gres Art 671

Lasciandosi alle spalle il centro cittadino scendendo lungo via San Bernardino, si supera la massicciata della ferrovia, qualche centinaio di metri più in là, dove è già periferia, sulla destra si trova una piccola strada laterale, l’ultima prima di incrociare l’asse interurbano che segue il tracciato della statale 671. In fondo, oltre il cancello chiuso ancora per qualche giorno, dei binari segnano due linee parallele sull’asfalto. Fino ai primi anni Novanta, da lì sono passati vagoni carichi di tubi in gres usciti da un sito produttivo di 62mila metri quadri, dismesso definitivamente all’inizio del Duemila.

Oggi quei binari sono parte della memoria storica del passato industriale dell’area, che lascia spazio a un presente di produzione culturale: Gres Art 671, un centro per le arti e la creatività ospitato nei magazzini dell’ex industria, primo tassello di Gres Hub, un imponente progetto di riqualificazione urbana del polo produttivo dell’ex Gres. Sono 3000 i metri quadri che ospiteranno progetti espositivi, caffè, terrazza, giardino e spazi pensati per accogliere proposte creative, momenti di socialità e un calendario di appuntamenti ed eventi tra sperimentazione, divertimento e inclusività, che toccheranno i grandi temi del contemporaneo.

Il cambiamento climatico è il primo grande protagonista della mostra inaugurale di Gres Art 671, «Solarpunk» dei None Collective, un percorso che indaga il nostro r apporto futuro con il sole in un pianeta sempre più caldo, tre installazioni immersive di grandi dimensioni pensate per il pubblico di ogni età che parteciperà all’inaugurazione prevista per martedì 7 novembre alle 18.30 in via San Bernardino, 141. Visitabile fino al 7 gennaio a ingresso libero da mercoledì a venerdì dalle 16 alle 20.30 e sabato e domenica dalle 10 alle 20.30, la mostra sarà anche un’occasione per scoprire il centro culturale e i suoi spazi in un’anteprima che cade negli ultimi mesi di Bergamo Brescia Capitale della Cultura 2023. Dopo la chiusura della mostra, il nuovo centro culturale aprirà ufficialmente i battenti a primavera 2024.

L’ottimismo della creatività in mostra con «Solarpunk»

Il debutto dello spazio espositivo di Gres Art 671 ha un titolo programmatico, «Solarpunk». Davanti al cambiamento climatico, questo movimento, che spazia dalla letteratura e dall’arte all’architettura, risponde alla minaccia della catastrofe con l’ottimismo e la voglia di immaginare soluzioni sostenibili per l’ambiente e per le persone. Gregorio Comandini, Saverio Villirillo e Mauro Pace, i tre artisti dietro None Collective, hanno lavorato proprio in questa direzione per sviluppare le loro installazioni transmediali che uniscono video, suoni, luci e tecnologia.

In mostra tre esperienze immersive, tre opere in cui entrare, accomodarsi e addirittura sdraiarsi, come nel caso di «Solarium», «un momento di cura collettiva su grandi cuscini che risponde a una domanda: “cosa faremo quando non ci sarà più luce?”» come spiegano gli artisti. «E se il calore sarà insopportabile?» si sono chiesti i tre progettando «“The bright side of the sun”, un’installazione in cui il pubblico si troverà circondato da lampade alogene alimentate con energia rinnovabile, quindi dal sole stesso».

«“Disastro” è la terza opera da esplorare in mostra – continuano – un’opera in cui il mondo è ormai sommerso e i visitatori si troveranno a riorientarsi nel mare in cerca di stelle».

Aperto alle idee, fluido e infinito. Un centro dal respiro europeo

Il coinvolgimento dello spettatore sarà un elemento chiave non solo della mostra inaugurale, ma di tutte le attività di Gres Art 671: «Per noi è importante che il pubblico possa essere sempre attivo e protagonista delle proposte espositive, un aspetto chiave della nostra idea di centro culturale, insieme alla volontà di lavorare con linguaggi creativi sempre in dialogo tra loro, due elementi cardine del nostro approccio artistico – spiega Francesca Acquati, general manager dello spazio di via San Bernardino – Elementi che ritorneranno in ogni nostra proposta, tanto che le persone non avranno solo uno spazio da protagoniste nelle mostre, ma anche nella creazione del nostro programma culturale».

Il nuovo centro per le arti, infatti, si pone come spazio aperto al dialogo con il territorio ed è pronto ad accogliere le proposte delle realtà creative e culturali di città e provincia, facendosi contenitore e spazio fluido. «Accanto all’arte, anche il tema dell’aggregazione gioca un ruolo fondamentale – continua Acquati – Vogliamo portare negli ampi spazi di Gres la funzione di piazza e di luogo comune da vivere per le persone e invitiamo le realtà del territorio a proporre idee e iniziative che potranno trovare casa qui».

«In Francia c’è una forte presenza di spazi di questo tipo, li chiamano “Luoghi infiniti”» spiega la manager, che prima di lavorare a Gres Art 671 è stata impegnata a Base Milano, un centro di produzione culturale ospitato nell’area riqualificata dell’ex Ansaldo, considerato uno dei progetti di rigenerazione urbana più importanti d’Europa. Il termine «luoghi infiniti» rimanda al caleidoscopio di possibilità aperte dalla creatività e a come l’immaginario e la sperimentazione li possano plasmare e trasformare a seconda della funziona ricoperta, che non è mai rigida e vincolata, ma sempre in evoluzione.

Un termine che ritornava anche nel progetto espositivo del Padiglione Francia della Biennale di Architettura di Venezia del 2018, intitolato proprio «Luoghi infiniti», in riferimento a una serie di centri culturali sparsi per il paese, da La Friche la belle de Mai di Marsiglia, al The Cent Quatre di Parigi, al Postal Sorting di Avignone: spazi collaborativi, solidali e fluidi, aperti alle possibilità, tutte caratteristiche che condivise anche con Gres Art 671. A questi si aggiunge un altro riferimento importante, il Palais de Tokyo della capitale francese, un centro culturale per le arti che dal 2012, dopo il completo recupero di tutti i suoi spazi, è diventato il più grande d’Europa nel suo genere.

Uno spazio di memoria dove la creatività traccia il futuro

Accanto all’apertura al contemporaneo e alla sperimentazione creativa che guarda al futuro, Gres Art 671 è anche uno spazio custode della memoria industriale dell’area di proprietà del Gruppo Italimmobiliare con Fondazione Pesenti. La volontà di non cancellare le tracce storiche dello spazio ha guidato l’intervento di De8_Architetti, che all’esterno del centro culturale ha creato una grande agorà solcata dal vecchio tracciato ferroviario, costruendo un dialogo tra passato e presente con la nuova facciata metallica riflettente ultracontemporanea. Uno spazio abitato anche dai sette enormi silos da dieci metri di altezza che accolgono il pubblico all’ingresso, un’opera di Mario Nanni realizzata e illuminata da Viabizzuno, esposta a Brera in occasione di Expo 2015, prima di trovare collocazione definitiva all’entrata dell’area ex Gres.

La memoria è protagonista anche negli interni di Gres Art 671, in cui lo studio di architettura Locatelli Partners ha dato spazio proprio al gres, il materiale che veniva prodotto sotto le campate dello spazio, coniugandolo con un dialogo tra interno ed esterno. Gli spazi sotto le campate degli ex magazzini si trasformano quindi in grandi aree aperte, dove si trovano una piazza, un porticato, una terrazza, e sul fondo della costruzione il pavimento lascia spazio al prato, creando un giardino che sopra sottili scheletri di cemento armato si apre al cielo.

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