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L’energia buona e sana dai residui di lavorazione

L’energia prodotta dagli scarti caseari non è più un’utopia, ma una realtà già attiva sul territorio

Nelle scorse edizioni, abbiamo scoperto come il cosiddetto «scarto di produzione» - nella filiera lattiero-casearia - sia in realtà una preziosa risorsa. Nella corsa verso un settore più sostenibile, non sono solo i sottoprodotti come panna e siero ad essere riutilizzati. A questi si aggiungono i reflui zootecnici e altri residui di lavorazione: prodotti che non sono più solo rifiuti da smaltire, ma ingredienti per la produzione di energia e fertilizzanti naturali. Il futuro dell’energia in stalla e in caseificio parla sempre più la lingua dell’economia circolare. Il biogas è una delle soluzioni più promettenti. Si tratta di un gas prodotto dalla fermentazione anaerobica (in assenza di ossigeno) di sostanze organiche, tra cui deiezioni animali, scarti vegetali e sottoprodotti industriali. Grazie a impianti dedicati, oggi è possibile trasformare i reflui zootecnici in energia elettrica e termica da utilizzare in azienda o da immettere nella rete. Un sistema virtuoso che riduce l’impatto ambientale e migliora l’autonomia energetica.

Esperienze produzione biogas

Nelle nostre aree sono già molte le realtà che hanno scelto questa via. In provincia di Cremona, ad esempio, diverse aziende agricole hanno investito in impianti di cogenerazione alimentati a biogas. Alcune di queste collaborano anche con caseifici del territorio per il conferimento di sottoprodotti utili alla fermentazione, come il siero in eccesso o le croste non utilizzabili nella trasformazione alimentare.

Nella Bergamasca, alcuni caseifici cooperativi hanno adottato sistemi per la raccolta e l’invio degli scarti verso centrali a biogas situate nelle province limitrofe. Una gestione coordinata e sinergica che consente di ottimizzare i flussi, ridurre le emissioni e generare valore aggiunto anche dagli scarti.

Il digestato

Accanto al biogas, un altro fronte in evoluzione è quello del digestato, ovvero il residuo al termine della fermentazione anaerobica. Ricco di sostanze nutritive, può essere utilizzato come fertilizzante naturale per i campi, in alternativa ai concimi chimici. Questo approccio chiude idealmente il cerchio della produzione agricola e lattiero-casearia, restituendo al terreno ciò che è stato prelevato sotto forma di foraggio o cereali destinati all’alimentazione animale.

Sostenibilità economica

La sostenibilità di questi processi non riguarda solo l’ambiente, ma anche la gestione economica. Grazie a bandi e incentivi, diverse imprese stanno accedendo a fondi per la transizione ecologica, investendo in impianti più efficienti e meno impattanti. In Lombardia, il Programma regionale energia ambiente e clima (Preac) prevede specifici sostegni per l’agroindustria che punta su biogas e biomasse. L’efficienza di questi impianti dipende dalla corretta gestione e dalla qualità dei materiali in ingresso. Per questo molte aziende lavorano in sinergia con consulenti specializzati e con enti di ricerca per ottimizzare i processi.

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