Nei primi sei mesi del 2025 sono andati in fiamme quasi 31mila ettari di territorio, ovvero 43mila e passa campi da calcio. La fotografia degli incendi boschivi in Italia che emerge dal rapporto «Italia in fumo» di Legambiente è tutt’altro che rassicurante. Nella prima metà di quest’anno, abbiamo perso a causa del fuoco 18.115 ettari di aree boscate, 12.733 ettari di aree agricole e 140 ettari di terreni con altre destinazioni. Le cause, spiega il rapporto, sono numerose. Da tempo, Legambiente si batte contro gli incendi dolosi e colposi innescati dalle ecomafie, dalla criminalità organizzata e dai cittadini che non rispettano le norme: solo nel 2024, nel nostro Paese ne sono stati contati 3.239, comunque in diminuzione rispetto ad alcuni anni particolarmente violenti(vedi tabella a fianco). Ma a pesare sono anche altri problemi: da una parte c’è l’impreparazione dei sistemi di risposta e di mitigazione dei danni, carenti di risorse e di organico stabile. Dall’altra c’è il cambiamento climatico. «Il mutamento del clima sta amplificando i rischi per gli ecosistemi forestali, con periodi di siccità più lunghi e intensi, aggravati dalla riduzione delle piogge, soprattutto in estate. Questa situazione compromette la struttura, la composizione e la resilienza delle foreste, mentre lo stress idrico causato dalle poche piogge rende gli alberi più suscettibili agli incendi, oltre che alle malattie e ai parassiti», si legge nel rapporto, che continua: «Le ondate di calore più frequenti, allo stesso tempo, estendono le stagioni a rischio incendio e aumentano la probabilità che si verifichino degli incendi devastanti».
Incendi: bisogna lavorare sui meccanismi di risposta
L’Italia è vulnerabile ai fenomeni estremi. Non sempre si possono contenere, bisogna però prevenirli. Nei primi sei mesi dell’anno la Lombardia ha vissuto cinque grandi episodi. Bergamo negli ultimi anni non ha subito grandi danni.
Un problema globale
Un problema mondiale, ma l’Italia è tra i Paesi più colpiti. Secondo il rapporto di Legambiente, l’incremento degli incendi e delle stagioni a rischio è un fenomeno globale. Lo confermano i dati dei satelliti «Terra» e «Aqua» della Nasa, secondo cui le emissioni di anidride carbonica nell’atmosfera riconducibili agli incendi sono aumentate del 60% tra il 2001 e il 2023.

Paradossalmente, l’emisfero dove si è verificato l’aumento maggiore è quello boreale, specie tra il Nordamerica e l’Europa: nei due continenti, il numero di incendi boschivi è triplicato nel giro di poco più di vent’anni. I numeri dovrebbero farci preoccupare: «Il bacino del Mediterraneo - e l’Italia in particolare - è estremamente vulnerabile agli incendi estremi. Poiché si tratta di eventi che, per definizione, eccedono le nostre capacità di soppressione, l’unica cosa da fare è agire per prevenirli. Eppure, nonostante la predisposizione del nostro Paese al fenomeno, le misure preventive lasciano ancora a desiderare», criticano i redattori del rapporto.
La dimensione regionale
I dati regionali evidenziano una concentrazione marcata degli incendi nel Sud Italia e nelle isole: in Sicilia, per esempio, sono stati censiti 248 roghi (sui 653 nazionali), per un totale di 16.938 ettari di foreste bruciati. Seguono la Calabria (178 roghi, 3.633 ettari bruciati), la Puglia (69 roghi, 3.622 ettari), la Basilicata (2.121 ettari e 13 roghi), nonché la Campania e la Sardegna (rispettivamente con 1.826 e 1.465 ettari di terreno in fumo e con 77 e 19 roghi). È però sbagliato credere che gli incendi forestali, specialmente quelli estivi, siano tutti localizzati nel meridione: al contrario, nella triste classifica di Legambiente ci sono anche la Provincia autonoma di Bolzano (ottava, con 216 ettari bruciati nel corso di 3 eventi), la Liguria e la Lombardia.
Incendi in Lombardia
La nostra regione, in particolare, ha subito cinque incendi forestali nella prima metà del 2025, per un totale di 62 ettari di terreni e foreste persi, ovvero 12,4 ettari per rogo.
Che cosa accade a Bergamo
Negli ultimi anni, nella nostra provincia non ci sono stati incendi boschivi particolarmente gravi. La concentrazione maggiore, stando ai dati dei servizi cartografici regionali lombardi, si è verificata nei pressi degli Orridi della Val Taleggio, con roghi registrati annualmente dal 2019 al 2021. Nel 2021 e nel 2023 sono avvenuti incendi in Val Brembilla e, sempre negli stessi anni, sono stati registrati almeno quattro casi tra Vertova, Gorno e Colzate. Più vicino al capoluogo, alcuni piccoli incendi si sono verificati nel 2022 a Zogno e Villa di Serio, nonché in alcune località di Sorisole tra il Monte Lumbric e la Corna delle Capre - dove, tra l’altro, la frequenza degli eventi sembra essere piuttosto stabile, con almeno uno o due roghi l’anno tra il 2018 e il 2024. Molti meno i casi registrati nella parte sud della provincia, con qualche eccezione lungo i corsi dei fiumi Adda, Brembo, Oglio e Serio.
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