Correva l’anno 1863 quando Quintino Sella, ministro del neonato Regno d’Italia, fondava il Club Alpino Italiano, associazione che, come recita il primo articolo dello Statuto, «ha per scopo l’alpinismo in ogni sua manifestazione, la conoscenza e lo studio delle montagne, specialmente di quelle italiane, e la difesa del loro ambiente naturale».
Cai: nello statuto «Salviamo le Orobie»
La più grande associazione di tutela ambientale bergamasca non si occupa solo di escursioni, ma sensibilizza sull’impatto delle attività, la cura dei sentieri e promuove un turismo lento e sostenibile.
Dieci anni più tardi, il naturalista Antonio Curò inaugurava, con Matteo Rota e un nutrito gruppo di insigni bergamaschi, la sezione di Bergamo: in pochi anni venivano realizzati il sentiero da Foppolo al lago Moro, il rifugio Brunone, il Curò al Barbellino e quello dei Laghi Gemelli.
I numeri del Cai Bergamo
Un secolo e mezzo di storia intensa: oggi Cai Bergamo significa 11.308 soci tesserati presso la sezione di Bergamo o le 18 sottosezioni presenti sul territorio; in provincia sono presenti ulteriori 5 sezioni con ulteriori soci. Il Consiglio direttivo della sezione di Bergamo è composto da 19 persone, a cui fanno capo 21 commissioni, 10 scuole, 4 gruppi che riuniscono i soci secondo specifiche caratteristiche: il gruppo Montagna per tutti «Filippo Ubiali», il gruppo Speleo, il gruppo «Enrico Bottazzi» per i senior, il gruppo Juniores per i ragazzi dai 18 ai 30 anni. I rifugi del Cai Bergamo sono 10 più l’Ostello al Curò e il rifugio Resegone della sottosezione Valle Imagna, baite e bivacchi; la sede è al prestigioso Palamonti con una preziosa Biblioteca della Montagna; poi le escursioni, le iniziative culturali, la cura dei sentieri, le attività di formazione e di educazione: una mole impressionante di numeri e attività che rendono il Cai la più grande associazione di tutela ambientale bergamasca.
Dal 2023, anno delle celebrazioni per il 150° anniversario della fondazione, la sezione di Bergamo è presieduta da Dario Nisoli, classe 1996, nativo di Castel Rozzone nella Bassa, ma con la montagna nel cuore sin da bambino e tessera Cai da quando aveva 18 anni.
Serve molta energia per gestire un organismo così ampio e composito: la giovane età di Dario, che di mestiere fa il geometra, ne riserva in quantità: «Adesso l’età media del Consiglio direttivo è intorno ai 50 anni», spiega Dario Nisoli. «Ci sono alcuni nuovi consiglieri giovani, che formano una squadra variegata con chi ha più esperienza, così garantiamo conoscenza e continuità con forza e idee giovani». L’impegno del Cai per l’ambiente non dipende, però, dall’età dei consiglieri: «La tutela dell’ambiente è prevista nel nostro statuto ed è una delle attività proprie del Cai». Negli anni ’80, ricorda Nisoli, è stata una mostra organizzata dalla commissione «Pro Natura» del Cai a offrire l’impulso decisivo alla creazione del Parco delle Orobie. «Quello che sta magari cambiando è la modalità di gestione: stiamo lavorando sul sito (dove si trova un geoportale molto utile per gli escursionisti, ndr.) con la possibilità di iscriversi online, facciamo incontri da remoto». Una delle ultime novità per i giovani è stato il gruppo Juniores per la fascia d’età dai 18 ai 30 anni: «Abbiamo avuto un ottimo riscontro, la base di volontari è molto attiva. C’è un calendario di uscite distribuite in tutto l’anno, bellissime occasioni per stare in compagnia nella natura».
Turismo lento e sostenibile
Anche se il Cai, ribadisce Dario Nisoli, non significa solo uscite in montagna: «Con il mio mandato stiamo introducendo diverse attenzioni riguardo all’impatto ambientale delle nostre attività e della nostra sede». C’è poi l’attenzione al territorio bergamasco, che ha visto il Cai esprimersi contro il collegamento sciistico Colere-Lizzola, «allineato – come si legge nella nota diffusa dall’Associazione lo scorso febbraio – ad una visione miope e superata di “progresso e sviluppo” francamente non più sostenibile dal punto di vista ambientale».
Come sta la montagna bergamasca? «Dal punto di vista del turismo lento e sostenibile direi bene», afferma il presidente Cai Bergamo. «È molto apprezzata perché più “selvaggia” rispetto a quella, per esempio, delle Dolomiti, dove ormai molti rifugi si raggiungono con vere e proprie strade. Ci teniamo alla cura dei sentieri e dei rifugi, ma non vogliamo trasformare la montagna per renderla più “comoda”: perderebbe il suo senso». La tutela dell’ambiente passa prima di tutto dal rispetto della sua natura.
Collaborazione per monitorare le sorgenti
Michele Leidi ha 21 anni, vive a Torre Boldone e studia ingegneria gestionale. È socio attivo Cai nel gruppo Juniores e nella Commissione Tam (Tutela ambiente montano), che si occupa di monitorare lo stato di salute delle nostre montagne. «L’impegno del Cai per la salvaguardia dell’ambiente si esprime, in particolare, con le attività di controllo e monitoraggio sul territorio della Commissione Tam», spiega Michele. «Inoltre organizziamo visite ed escursioni e collaboriamo con Uniacque al progetto “Acqua sorgente” per il monitoraggio delle sorgenti montane». Molto attiva prima del Covid, la Commissione ha ripreso a lavorare a fine 2023, anche grazie al coinvolgimento di alcuni giovani del gruppo Juniores: «È importante che sempre più ragazzi frequentino la montagna in modo più cosciente e sostenibile». Lavorare come volontario Cai è impegnativo, ma i risultati non mancano: «Nel gruppo juniores siamo 13 soci attivi nell’organizzazione, ma nel 2024 le nostre iniziative hanno registrato 350 presenze e interessato oltre 100 ragazzi. Facciamo ferrate, alpinismo, momenti conviviali dove parliamo di sicurezza in montagna e sostenibilità. Molto coinvolgente il camp dello scorso ottobre al Curò con i gruppi juniores della Lombardia, tre giorni di incontri interessanti e utili. Quest’anno lo riproponiamo con le sezioni e sottosezioni della provincia di Bergamo». Chi vuole saperne di più può contattare il gruppo Telegram
La sede della sezione di Bergamo
Dall’arrampicata alla speleologia, il Club alpino italiano si occupa di montagna a 360°. La sezione di Bergamo ha sede al Palamonti in via Pizzo della Presolana 15 (tel. 035 4175475, [email protected]) con palestra per arrampicata, Biblioteca della Montagna, fototeca, area attrezzata per bambini e ragazzi, ristorante. Con la tessera annuale di 54 euro per il socio ordinario, attività, sconti in rifugi e negozi, assicurazione, soccorso alpino.
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