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Lo stile di Legambiente: denunciare i problemi, indicare buone pratiche

Fondata nel 1980, è la principale associazione ambientalista italiana. Nota per campagne come Puliamo il mondo, conta 115.000 soci e promuove tutela ambientale, legalità ed educazione

È il punto di riferimento dei movimenti ambientalisti, il loro è il primo numero composto dai bergamaschi se c’è da denunciare un abuso o un danno al patrimonio naturale. Fondata nel 1980 e presieduta oggi da Stefano Ciafani, Legambiente è l’associazione ambientalista più diffusa in Italia, con 18 sedi regionali, 1.000 circoli locali, 115.000 tra soci e sostenitori. Negli anni, si è guadagnata negli anni un’autorità indiscussa, costruita sulle campagne nazionali – Puliamo il mondo, Carovana dei ghiacciai, Festa dell’albero –, le battaglie per le zone umide, l’energia rinnovabile, la riduzione dei rifiuti e, ancora, la famosa Goletta dei laghi, il rapporto Ecosistema urbano in collaborazione con Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore, con la classifica delle città più verdi, i 200 avvocati coinvolti nelle vertenze contro abusivismo, ecomafie, traffici clandestini e sfruttamento degli animali. E l’appassionata attività di formazione ed educazione, che si traduce in corsi, interventi nelle scuole e nelle università, campi estivi e scambi internazionali.

Sono migliaia i volontari – più di cinquemila nella sola Lombardia con 82 circoli – che realizzano sul territorio le iniziative nazionali e si mobilitano per le emergenze locali. Nella Bergamasca si trova nel capoluogo la sede cittadina, collegata ai sei circoli della provincia (Agorà-Cologno al Serio, Alto Sebino, CercaBrembo-Oasi Verdi, Serio e Oglio, Terre del Gerundo, Val Calepio e Val Cavallina), in coordinamento con i piani regionale e nazionale. Legambiente Bergamo è presieduta da Elena Ferrario, laureata in biologia, due figlie, da trent’anni volontaria dell’associazione.

Le sollecitazioni da affrontare in una delle aree più inquinate d’Europa sono molte: dal massiccio consumo di suolo alla cattiva qualità dell’aria. «Purtroppo, a volte, la gente pensa che noi abbiamo il potere di intervenire davanti ai problemi che ci si presentano. In realtà non possiamo fare molto, se non attivarci e aprire delle vertenze», dichiara Elena Ferrario. Oggi i fronti aperti riguardano i progetti dell’autostrada Bergamo-Treviglio, «che nasce nonostante la sua evidente inutilità»; della strada Paladina-Sedrina, «che, se realizzata, costerà moltissimo in termini di danni ambientali, in quanto invaderà una zona incontaminata del Parco dei Colli»; il comprensorio sciistico Colere-Lizzola, «che si vuole costruire nonostante le quote basse e senza neve». Sono tutti progetti, sottolinea Elena Ferrario, «che non tengono conto dei cambiamenti climatici. Si continua ad andare avanti come prima, secondo un principio di crescita illimitata». Per l’area montana, ai progetti più impattanti Legambiente assegna una Bandiera Nera («che nessuno mai ritira»), a quelli più virtuosi «con molta gioia la nostra Bandiera Verde. Il nostro stile è da un lato denunciare i problemi, dall’altro dare valore alle buone pratiche».

Elena non nasconde una certa amarezza: «Qualche volta trovo molto faticoso vedere che chi deve prendere le decisioni per tutti ignora i problemi che si possono creare». Per lei, docente di Scienze al Liceo Sarpi di Bergamo e referente nazionale di Legambiente per la scuola e la formazione, l’incontro con le scuole rappresenta il momento più ricco e la diffusione di nuova cultura ambientale la priorità, anche tra tecnici e professionisti, chiamati a «riconoscere che il mondo è cambiato e occorrono nuove soluzioni. Dobbiamo capire che dobbiamo rinunciare a qualcosa. Non si tratta di eliminare – la carne, i consumi – ma di ridurre». Negli anni Legambiente ha collaborato al buon esito di molti progetti : Elena ricorda l’Ecovan per i rifiuti speciali e la tariffa puntuale, la messa a dimora di alberi al Parco Ovest, San Sisto in Agris e Grumello del Piano, la depavimentazione del Morla e del parco della Malpensata con il progetto Clic, il festival Dirama, che avvicina migliaia di persone alle tematiche ambientali. «Forse non raggiungiamo risultati eclatanti, ma per noi è importante diffondere le idee. Dobbiamo ricordare un evento mondiale molto significativo: grazie a un accordo internazionale il buco nell’ozono, che rappresentava una grossa minaccia, non è più un’emergenza. Quella è la strada».

La volontaria parla di «Dirama»

Si è avvicinata all’associazione a 15 anni, partecipando ai campi di volontariato internazionali organizzati da Legambiente nella Bergamasca: ragazzi da tutto il mondo per ripulire le rive del Brembo dai rifiuti, costruire la cartellonistica sui sentieri, confrontarsi su un mondo più pulito e più equo.

L’esperienza ha segnato la vita di Francesca Bolazzi (nella foto), che con Legambiente è cresciuta, collaborando con i circoli locali fino a proporre la realizzazione di un festival di natura, relazioni e cura del territorio. È nato così «Dirama», giunto nel 2024 alla settima edizione: venti giorni tra giugno e luglio, oltre 40 eventi, passeggiate nel bosco con esperti, convegni, concerti, visite alle aziende agricole. «Utilizzando diversi linguaggi, Dirama conserva una positività di fondo», spiega Francesca, titolare di un’agenzia di comunicazione. «Collaboriamo con molti altri soggetti, dal Parco dei Colli a Italia Nostra: l’idea è “diramarci”, intrecciare relazioni che costruiscano comunità. Il lavoro organizzativo è enorme: tra gli ospiti dell’anno scorso anche un Nobel per la pace, il climatologo Carlos Nobre. Per me è un modo per restituire quanto ho ricevuto, coinvolgendo le persone come sono stata coinvolta io. Diventare volontario permette di imparare ad affrontare questioni globali partecipando localmente. Se hai passione per quanto hai attorno, far parte di un’associazione come questa è una grande opportunità, che consente di dare concretezza al pensiero».

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