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Lungo l’Adda per ammirare le sue storiche centrali idroelettriche

Articolo. Venerdì 30 e sabato 31 maggio alcuni degli impianti nella zona compresa tra Cornate e Robbiate saranno aperti al pubblico nell’ambito dei «Dams&Reservoirs Day 2025»

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La centrale Alessandro Taccani di Trezzo

Architetture industriali dotate di grande eleganza ma allo stesso tempo prive di fronzoli e votate all’efficienza, con un valore storico e artistico che spesso ci sfugge: le centrali idroelettriche che accompagnano il corso del fiume Adda ne disegnano il paesaggio ormai da un secolo, e si può dire che ne abbiano anche tracciato la storia. A volte le centrali, ancora in uso, vengono aperte al pubblico per visite guidate. Occasioni da non lasciarsi sfuggire, anche perché le più belle non distano troppo dal territorio bergamasco, trovandosi lungo il corso del fiume appartenente al Parco Adda Nord. Una zona che oltretutto offre scorci poetici e la possibilità di lunghe camminate nella natura rigogliosa.

Nelle giornate di venerdì 30 e sabato 31 maggio alcuni degli impianti nella zona compresa tra Cornate e Robbiate saranno aperti al pubblico nell’ambito dei «Dams&Reservoirs Day 2025», che, con diversi eventi diffusi su tutto il territorio nazionale, vogliono divulgare la conoscenza delle dighe e del loro ruolo nel Paese dal punto di vista sociale, economico, ambientale ed energetico. Promosse da Edison e dai Comuni di competenza, le aperture fanno da contorno a dei seminari tematici sull’idroelettrico.

La prima delle centrali storiche che si incontrano scendendo lungo l’Adda è la centrale Semenza, che si trova nei pressi della Diga Nuova di Robbiate e che sfrutta il salto di 9 metri che l’acqua compie proprio per via dello sbarramento. La centrale venne costruita negli anni Venti del Novecento da Edison, ed è ancora in funzione. Venerdì 30 e sabato 31 maggio la Diga Nuova sarà aperta al pubblico dalle 10 alle 13, con l’ultima visita alle ore 12.30 e dalle 14 alle 18, con l’ultima visita alle 17.30.

Scendendo lungo il fiume, dopo aver superato con una bella passeggiata (nonostante la frana dello scorso anno) luoghi come l’iconico Ponte San Michele, il Santuario della Madonna della Rocchetta affacciato in una posizione panoramica invidiabile e le conche di Leonardo, si raggiunge la centrale Bertini , visitabile venerdì 30 e sabato 31 negli stessi orari della Diga Nuova di Robbiate. Anche la centrale idroelettrica Angelo Bertini è stata costruita da Edison, tra il 1896 e il 1898. All’epoca era la seconda centrale al mondo per potenza, dopo quella delle cascate del Niagara, e l’energia prodotta alimentava la rete tranviaria di Milano. Per un intero secolo la centrale non è stata modificata: turbine e alternatori originali sono stati cambiati solo nel 1998. Da fuori, è impossibile non rimanere colpiti dalla potenza dell’acqua che scorre accanto alle grandi finestre ad arco, ma anche all’interno l’edificio è sorprendente: enorme, luminoso, con le pareti decorate a motivi floreali e geometrici e gli eleganti portalampade in ferro battuto. La sala dei quadri comando, non più utilizzata perché ora l’impianto viene controllato da remoto, è un tuffo negli anni Sessanta. La centrale ha anche un piccolo spazio museale molto curato e utilissimo per approfondire la storia dell’edificio e conoscere meglio l’intero territorio.

Con un’altra ventina di minuti di cammino sulla destra del fiume che scorre impetuoso, si raggiunge anche la centrale idroelettrica Carlo Esterle . A prima vista ha la forma di un’immensa cattedrale e l’eleganza curata di una villa. La struttura maestosa è stata costruita nel 1914 sempre da Edison, poiché l’energia prodotta dalla centrale Bertini non era più sufficiente. L’edificio doveva essere rappresentativo per la società e per questo ha un’estetica particolarmente ricercata, in uno stile eclettico lombardo che alterna mattoni rossi ad archi a sesto acuto, greche a motivi geometrici e decorazioni floreali. L’interno ha una pavimentazione che non ci si aspetterebbe proprio di trovare in una centrale elettrica! Il 30 e 31 maggio Edison apre al pubblico anche la centrale Esterle, negli stessi orari della Diga di Robbiate e della Centrale Bertini.

Si cambia totalmente zona per raggiungere la prossima centrale dell’Adda: i più allenati o i ciclisti non faticheranno a percorrere gli otto chilometri lungo l’alzaia del fiume, ma la centrale Alessandro Taccani di Trezzo viene aperta al pubblico in diverse occasioni e non sarà difficile organizzare una gita dedicata, per esplorare anche il resto del paese. Sull’ansa del fiume si affacciano i due luoghi più iconici di Trezzo: il Castello Visconteo e poco più in basso la centrale idroelettrica, oggi di proprietà di Enel. Fu l’architetto Gaetano Moretti a curare il progetto su incarico di Cristoforo Benigno Crespi, a cui serviva un rifornimento di energia per il cotonificio di Crespi d’Adda. Per creare armonia tra i ruderi del castello e il paesaggio circostante, il Moretti scelse di utilizzare il ceppo d’Adda, creando con questo materiale di costruzione un esempio unico di archeologia industriale. Lo stile eclettico disegna ricami sulla facciata e trasforma il ferro battuto in volute eleganti nei lampioni all’esterno e nelle ringhiere delle scalinate interne. Inaugurata nel 1906, la centrale Taccani è oggi spesso visitabile grazie alle visite guidate della ProLoco di Trezzo.

Superata l’ansa del fiume su cui si poggia la centrale Taccani, è necessario attraversare il ponte prima del Santuario di Concesa per raggiungere Crespi d’Adda, camminando in totale per una buona mezz’ora. La centrale idroelettrica del villaggio operaio si scorge a fatica dall’esterno, poiché vi si accede da una strada privata che corre parallela al canale di derivazione. È possibile però prendere parte alle visite guidate che si tengono ogni prima e terza domenica del mese, da maggio a novembre, e che si concludono presso la casa del custode delle acque che si trova proprio di fronte alla centrale. Costruita per far fronte al fabbisogno energetico crescente del cotonificio e del villaggio, la centrale idroelettrica di Crespi venne inaugurata il 25 luglio del 1909, giorno in cui si celebra il protettore delle acque, San Cristoforo. Nel 2009 l’impianto smise di essere utilizzato, ma venne rimesso in funzione dalla Società Adda Energi dopo l’acquisto nel 2015. Di tutte le centrali presenti sul medio corso dell’Adda è la più piccola, ma risulta molto elegante per via delle decorazioni in tardo stile Liberty e del parquet originale, che accostato alle pesanti turbine risulta insolito e dona un tocco raffinato a un ambiente industriale, come a Crespi d’Adda succede in diversi spazi. La centrale è un impianto di potenza, quindi funziona solo quando c’è abbondanza di acqua: la portata deve superare i 120 metri cubi al secondo.

Tornando sulla sponda sinistra dell’Adda si incontra il punto dove inizia il Naviglio della Martesana che scorre fino a Milano. Percorrendone l’alzaia per circa un’ora e mezza, dopo aver superato l’abitato di Vaprio d’Adda, si raggiunge la centrale la centrale idroelettrica Italgen-ex Italcementi. L’impianto fu realizzato nel 1942 per alimentare il Linificio Canapificio Nazionale ed entrò in funzione nel 1951, quando la proprietà era già passata al gruppo Italcementi. La centrale è oggi gestita da Italgen e viene alimentata dall’acqua dell’Adda, prelevata dove lo sbarramento dà origine al Naviglio della Martesana e trasportata attraverso una galleria. Le sbalorditive caratteristiche tecniche della centrale sbiadiscono davanti all’estetica della centrale, ma è inevitabile visto che qui c’è lo zampino dell’architetto Piero Portaluppi. La simmetria degli elementi e le linee pulite e quasi metafisiche disegnano vera e propria «cattedrale dell’idroelettrico»: caratteristica di cui ci si accorge già all’esterno, una volta arrivati al cospetto del maestoso edificio, e che si intensifica quando vengono varcare le porte durante le rare visite guidate che rendono accessibile l’edificio. In effetti negli anni Quaranta l’elettricità era quasi una religione, e per averne conferma basta guardare il soffitto, che è un intersecarsi di saette.

Visitare una centrale idroelettrica è sicuramente un’esperienza insolita, ma non per questo poco interessante, anche per chi non è un grande esperto del settore. Quando le tecnologie e gli impianti industriali si lasciano contaminare da dettagli artistici ed elementi architettonici, succede qualcosa di magico che merita di essere conosciuto e ammirato. In particolar modo se per raggiungere tali luoghi si può camminare a lungo tra le verdi rive dell’Adda, accompagnati da panorami memorabili e dallo scroscio rassicurante delle acque del fiume.

Tutte le foto sono di Lisa Egman.

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