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Un viaggio a Cologno al Serio, il borgo medievale che continua a sorprendere

Articolo. Tra fossati, mura antiche e scorci d’autunno, oggi vi portiamo alla scoperta di uno dei borghi fortificati più affascinanti della bergamasca

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Il fossato di Cologno al Serio

È una di quelle pigre domeniche di inizio autunno dove nemmeno il meteo sa bene cosa fare. Le nuvole si rincorrono nel vento, schermando il sole tiepido e regalando un brivido a chi ha malauguratamente deciso di uscire senza giacca, mentre chi è ancora in casa non ha molta voglia di alzarsi dal divano. Per fortuna a Bergamo e provincia ci sono diversi modi per evitare la pigrizia post prandiale, qualsiasi sia la condizione atmosferica: uno di questi è la ricorrenza, ogni mese, delle «Giornate dei Castelli, Palazzi e Borghi Medievali» di Pianura da Scoprire, a cui partecipo sempre con molto entusiasmo e che negli anni mi ha permesso di scoprire luoghi a me tanto vicini quanto sconosciuti.

Mentre le nuvole si addensano, raggiungo Cologno al Serio, la mia meta di oggi, che ho deciso di visitare perché già in una precedente occasione la passeggiata che si sviluppa lungo l’antico fossato mi aveva affascinata. Il centro storico di Cologno è infatti circondato da un fossato, anche se pare che in passato fossero due i canali concentrici, molto più profondi di quello attuale, a proteggere l’antica cinta muraria. Oggi non ci sono più nemici a cui rendere estremamente difficile l’ingresso al paese, ma solo persone che passeggiano con tranquillità o approfittano del pomeriggio festivo per fare una corsetta. Il borgo ha quattro porte fortificate, una per ogni punto cardinale: porta Antignano a Est, porta Cassatica a Sud, porta Moringhello a Ovest e porta Rocca a Nord. La mia passeggiata a Cologno inizia proprio da qui, davanti alla porta che guarda in direzione di Bergamo, dove ancora si vedono i segni dell’antico ponte levatoio.

Per questo suo aspetto Cologno al Serio è l’esempio di borgo murato medievale meglio conservato della bergamasca e anche oggi, nonostante l’inevitabile sviluppo urbano moderno, tra le sue vie tranquille si riesce a immaginare il suo passato. Il borgo nacque come piccolo castrum, accampamento fortificato di epoca romana, mentre la cinta difensiva vera e propria venne fatta costruire dal Comune di Bergamo a partire dal 1293. Le mura hanno protetto l’abitato per secoli, ma una volta persa la loro funzione difensiva furono quasi completamente demolite nel corso dell’Ottocento.

Sotto la dominazione veneziana venne anche edificata la Rocca: la Serenissima infatti garantiva delle esenzioni fiscali ai comuni che si trovavano nei pressi del Fosso Bergamasco, ovvero la linea di confine della Repubblica, invitandoli in cambio a rinforzare le proprie fortificazioni. Protagonista di questo periodo fu anche il «buon vecchio» Bartolomeo Colleoni , che contribuì a rendere più stabili i propri feudi, tra cui Cologno, sia a livello militare che economico, promuovendo lo sviluppo agricolo tramite opere come la bonifica di terreni e la costruzione di canali.

Oggi la Rocca di Cologno è sede del Municipio e la «Giornata dei Castelli, Palazzi e Borghi Medievali» è l’occasione perfetta per una visita guidata alla sua scoperta. Affiancata da torri, di cui una esagonale, sul lato rivolto verso il borgo è ancora visibile il terrapieno a semicerchio, con archi a tutto sesto che in passato sostenevano il camminamento di ronda. Su questo lato c’era un ulteriore fossato, che adesso è stato trasformato in due parchi molto belli divisi dalla strada: da un lato il piccolo parco della Peschiera, chiamato così perché addirittura un tempo nel fossato si pescava! Dal lato opposto invece si estende il parco della Rocca, dove spesso si tengono eventi, sagre e feste.

All’interno del parco della Rocca è stato allestito il Museo Contadino, che in due sale trasmette la memoria di usanze e abitudini di un passato non ancora remoto, di una vita di ritmi scanditi dal duro lavoro nei campi che oggi ci sembra lontana ma fa parte delle radici di Cologno e dei suoi abitanti. La prima sala è dedicata a oggetti e strumenti relativi agli antichi mestieri del paese, come l’arrotino e il calzolaio, mentre nella seconda si trova una collezione di attrezzi legati al mondo agricolo. Sono anche presenti le ricostruzioni di cucina e camera da letto di una volta, con autentici oggetti d’epoca donati dagli abitanti di Cologno, e alcuni antichi giochi di bambini.

Dopo essermi goduta per un attimo la tranquillità del parco e delle fronde degli alberi che si muovono nel vento mentre il sole si fa largo nel cielo, mi affretto verso la Sala Cavallo, sotto la porta della Rocca. In questa stanza, che era probabilmente una ghiacciaia, ha inizio la visita guidata della Rocca a cura della Pro Loco di Cologno al Serio, che mi porta a scoprire le sale affrescate dell’edificio e quelle più segrete. Tra queste la torre, all’ombra di un grande ippocastano, furono imprigionati alcuni soldati tedeschi all’indomani della Liberazione. I commilitoni che li liberarono uccisero Luigi Carnazzi, soldato ventiseienne alla cui memoria è stata posta una targa in piazza Vittorio Emanuele II.

Il ragazzo che ci fa da guida menziona via Solferino, verso cui mi incammino subito dopo la visita. Infatti, seppur ormai rimodernati, gli edifici che vi si affacciano mantengono la struttura originaria e con un po’ di fantasia ci si può immaginare una Cologno al Serio in veste medievale, con i cavalli al posto delle auto e rumorose botteghe dove ora ci sono i negozi. Ancora qualche passo e giungo in piazza Agliardi, al momento interessata da lavori di rifacimento della pavimentazione. Questo non mi impedisce però di sbirciare all’interno della barocca chiesa Parrocchiale di Santa Maria Assunta, la cui particolarità è avere due campanili, entrambi staccati rispetto all’edificio. Il più antico, riconoscibile per via dello stile completamente diverso, faceva parte di una chiesa precedente, che sorgeva dove ora c’è la piazza, e probabilmente prima di assumere funzione religiosa era una torre difensiva.

È impossibile lasciare Cologno al Serio senza aver percorso tutta la passeggiata intorno al fossato: perfetta per sbirciare tra giardini e palazzi, con scorci deliziosi in particolar modo in questo periodo, quando l’autunno inizia a scaldare le foglie degli alberi con i suoi colori. Per chi ama camminare o pedalare è anche possibile percorrere il tracciato «GiraCologno», che propone itinerari su strade agresti che toccano luoghi chiave del territorio, fino ad arrivare al Parco del Serio.

Tra questi luoghi, oltre ad alcuni fontanili e al Fosso Bergamasco, ci sono Castel Liteggio, roccaforte viscontea le cui rovine trasudano il fascino della decadenza, e la Cappella dei Morti dell’Arca, che prende il nome da un’arca di pietra, cioè un sarcofago medievale, ritrovata nel luogo dove sorge l’attuale chiesina ottocentesca e che in passato corrispondeva a un insediamento romano. Una seconda chiesetta che ha una storia interessante è quella del Campino, ovvero l’oratorio di San Gregorio. Prima del Seicento era una piccola cappella in mezzo a un campo che, con la diffusione della peste, divenne il lazzaretto del paese, ma al termine dell’epidemia gli abitanti di Cologno costruirono l’attuale edificio in segno di ringraziamento.

Come spesso accade, i paesi di provincia che apparentemente non hanno grosse attrazioni si rivelano invece colmi di luoghi interessanti, vicende storiche e arte. L’importante è non lasciar vincere la pigrizia (non sempre, dai) ma concedersi del tempo per esplorare, guidati da curiosità e rispetto, senza fretta e senza troppi piani: così saremo sempre pronti a lasciarci stupire di fronte a luoghi preziosi anche se poco considerati, che si svelano lentamente e senza rumore. Proprio come Cologno al Serio.

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