Il fotovoltaico cresce nella Bergamasca: tra 2023 e 2024, infatti, il numero di impianti installati è salito da poco più di 30mila fino a quasi 40mila. Una componente sempre più importante è l’agrivoltaico, la tecnologia che unisce produzione agricola e pannelli solari sui medesimi terreni. «All’atto pratico, installiamo dei pannelli fotovoltaici sollevati da terra per lasciare spazio alla coltivazione o al pascolo sul suolo sottostante», spiega Giambattista Morosini, fondatore di Se Uno, una delle partecipate del gruppo Metano Nord: «Le principali colture agricole e foraggere sono compatibili con l’agrivoltaico. Lo stesso vale per l’apicoltura e l’allevamento».
I benefici economici ed ecologici dell’agrivoltaico
Le principali colture e l’allevamento sono compatibili. Proposta «chiavi in mano» di Se Uno del gruppo Metano Nord
In effetti, gli studi scientifici indicano che le specie vegetali che possono crescere al di sotto dei pannelli solari sono numerose: si va dalle patate alle more, passando per il luppolo, il frumento, il mais, gli spinaci, le lattughe, le fave, le fragole, i lamponi e persino le alghe. «I vantaggi per un’azienda agricola sono molteplici: gli agricoltori possono trarre guadagno dall’affitto del terreno agli operatori energetici, dalla vendita dell’energia prodotta e dalla riduzione delle bollette delle loro attività. Ci sono anche dei benefici ambientali: l’energia solare è pulita e rinnovabile, ovviamente. L’ombreggiatura offerta dai pannelli, poi, ottimizza i consumi di acqua, riducendo l’evaporazione superficiale nei periodi più caldi ed evitando l’allagamento dei campi quando le piogge sono troppo intense», continua Morosini.
L’investimento iniziale
La creazione di un campo agrivoltaico, però, ha anche dei costi, sia iniziali che di manutenzione: «Le variabili per la loro definizione sono molte: in generale, per la realizzazione si parte da qualche decina di migliaia di euro, per poi salire sulla base delle dimensioni della struttura. È certo che il Bando Agrivoltaico permetta una copertura vicina al 100% dell’investimento iniziale, tramite rimborso del Gse entro sessanta giorni dalla presentazione della domanda di erogazione dei fondi», riporta l’esperto. «I costi di gestione, invece, dipendono molto da dove installiamo i pannelli fotovoltaici. L’agrivoltaico non ha obblighi normativi per la manutenzione e non richiede degli interventi tecnici pesanti, perché le componenti sono molto resistenti e hanno lunghe garanzie: oggi i pannelli arrivano a più di trent’anni. Tuttavia, visto che gli ambienti sono spesso polverosi o poco puliti, il lavaggio e il controllo dovrebbero essere svolti più spesso rispetto a ciò che avviene, per esempio, per un impianto residenziale».
Se Uno è recentemente entrata a far parte del gruppo Metano Nord che, proprio negli ultimi mesi, ha iniziato a muovere i primi passi nel settore dell’agrivoltaico. «Innanzitutto, realizziamo le strutture per gli agricoltori. Ma non dimentichiamo di far parte di un gruppo più ampio: la nostra proposta ai clienti prevede la conversione, volontaria e non vincolante, della loro fornitura di energia elettrica e gas ai contratti di Metano Nord. Ma tutto dipende dalla scelta del cliente: fornitura e impianto sono separati e non sono legati da tariffe speciali, almeno per ora. La nostra proposta è “chiavi in mano”: seguiamo l’intero iter del cliente, dalla presentazione delle richieste in Comune fino all’allaccio e a tutte le procedure successive», conclude il fondatore di Se Uno.
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