Burger button

Picchi in declino per il degrado degli habitat

I guardiani del bosco sono da tutelare perché prioritari per la conservazione. Nella Bergamasca ci sono quattro specie: il picchio nero, il rosso minore, il rosso maggiore e il verde

Quando in estate ci si inoltra nei boschi di collina e di montagna, è possibile ascoltare suoni che rivelano la presenza di animali selvatici. In alcune zone il silenzio del bosco è improvvisamente interrotto da un rapido susseguirsi di colpi, secchi e decisi. Sono quelli di un picchio intento a scavare nel tronco un foro alla ricerca di larve e di insetti del legno.

I picchi sono tra gli uccelli più caratteristici dei nostri boschi, ma sono ancora poco conosciuti. Appartengono all’ordine dei Piciformi e alla famiglia dei Picidae. Nel mondo ci sono oltre 200 specie, di cui nove sono presenti in Italia, la maggior parte suddivise nella sottofamiglia Picinae e nella sottofamiglia Jynginae che comprende una sola specie, il torcicollo. Sul nostro territorio si trovano quattro specie di picchi. Oltre ai picchi veri e propri, ci sono anche altri due uccelli chiamati «picchi» per caratteristiche fisiche o comportamentali simili (picchio muratore, picchio muraiolo), ma non appartengono ai Picidi. I picchi sono uccelli per lo più sedentari, ad eccezione del torcicollo, specie migratrice. Vivono in ambienti boschivi, sono legati soprattutto agli alberi di alto fusto, ma negli ultimi tempi frequentano anche parchi e giardini alberati. Fanno sentire la loro presenza per l’abitudine di picchiettare e martellare con il becco il tronco degli alberi: il loro cranio è in grado di ammortizzare i colpi.

Becco robusto per scanalare

Il loro becco robusto è in grado di scavare il legno per realizzare cavità in cui nidificano e cercano il cibo. Usano il becco e la lunga lingua retrattile per estrarre le loro prede – per lo più formiche, larve di coleotteri e ragni – dalla corteccia, dal legno o dal terreno. Sono abili arrampicatori: percorrono l’albero verticalmente affidandosi alle zampe corte e robuste, che permettono una salda presa sui tronchi grazie ai piedi zigodattili, ossia con quattro dita disposte a x, due rivolte in avanti e due indietro, agli artigli curvi e affilati e alla coda rigida, composta da dodici robuste penne e utilizzata come una terza zampa.

Il Gob, Gruppo ornitologico bergamasco, nelle ricerche di alcuni anni fa aveva rilevato la presenza di quattro picchi veri e propri. Il picchio nero, seppure elusivo, è il più riconoscibile per le dimensioni e il piumaggio nero con striscia rossa sul capo. Frequenta i boschi maturi di conifere (lariceti, abetaie) e di latifoglie (faggete) fino a duemila metri di quota. È stato osservato nei boschi delle valli bergamasche, dell’altopiano di Bossico e della valle di Fonteno. D’inverno è stato visto vagabondare anche in aree di pianura e di collina, nei boschi del Parco dei Colli. È una specie tutelata dalle normative vigenti.

Il picchio rosso minore è il più piccolo tra tutti i picchi europei. Molto elusivo, è difficile da osservare ed è stato visto una sola volta nel Parco dei Colli. Frequenta boschi di latifoglie e di conifere ricchi di cavità con larve di insetti del legno. Il picchio rosso maggiore è riconoscibile per la colorazione nera con striature bianche, screziate e sottocoda rossastro (il maschio ha una vistosa macchia rossa sulla nuca). È una specie nidificante e sedentaria, ma può anche migrare. Presente in tutto il territorio bergamasco, si adatta a diversi ambienti (parchi cittadini, campagne alberate, boschi subalpini e montani). In Lombardia è una specie prioritaria per la conservazione. Il picchio verde è schivo e riservato: è più probabile sentirlo che vederlo. Ha un piumaggio con sfumature brillanti verdi e gialle e con parti inferiori grigio-chiare.

Frequenta i boschi di latifoglie con alberi maturi ricchi di legno morto e con cavità (è ghiotto di formiche) delle fasce collinari e di pianura e dei fondovalle delle principali valli. È stato visto pure nei parchi e giardini con alberi di grandi dimensioni sui colli di Bergamo. In Lombardia è una specie prioritaria per la conservazione, classificata come rigorosamente protetta. La sua popolazione è in declino per il degrado degli habitat forestali.

Scavi nel troncoLe cavità realizzate da un picchio nero: la loro attività permette di catturare gli insetti lignicoli dannosi, in particolare il bostrico

Aiutano a catturare il bostrico

Picchi solo di nome. Sul territorio bergamasco sono presenti anche due specie non appartenenti alla famiglia dei picchi. Il picchio muratore è così denominato per l’abitudine di murare con argilla l’ingresso della sua cavità di nidificazione. Frequenta le fasce collinari delle nostre valli con presenza di querceti e castagneti.

Il picchio muraiolo è assimilato ai picchi perché si arrampica su pareti rocciose di alta montagna a quote superiori ai 1250 metri: è una specie protetta.

I nidi utilizzati da molti altri animali

La presenza dei picchi è indice di boschi sani. La loro attività permette di catturare gli insetti lignicoli dannosi, in particolare il bostrico; inoltre. favoriscono la biodiversità degli ecosistemi forestali: i loro nidi, infatti, sono utilizzati da molti altri animali, dagli uccelli ai roditori e anche ad alcuni insetti imenotteri, che li utilizzano sia come luoghi di rifugio sia di riproduzione. È importante, però, che negli interventi selvicolturali siano rilasciati qua e là alberi maturi e alberi morti per favorire una buona disponibilità di insetti, altrimenti i picchi se ne vanno altrove.

© RIPRODUZIONE RISERVATA