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Plastic Free in campo con raccolta dei rifiuti e stop all’usa e getta

Le giornate di pulizia nei Comuni e gli incontri nelle scuole e con i cittadini. «Segnaliamo l’abbandono di materiale nell’ambiente». «Fuochi d’artificio e palloncini lanciati sono inquinanti».

Nel 1950 nel mondo si producevano 2 milioni di tonnellate di plastica, nel 2022 ne sono state prodotte 400 milioni. Con i ritmi attuali, entro il 2060 la plastica nei mari sarà almeno tre volte più di oggi. All’Università del New Mexico hanno calcolato che nel nostro cervello è presente tanta microplastica da riempire un cucchiaio.

Inquietante, come passeggiare sulle rive del mare dopo una mareggiata, tra flaconi vuoti, reti, polistirolo e, magari, una tartaruga soffocata da un sacchetto di plastica. Come quella trovata da Luca De Gaetano, imprenditore molisano, che da quell’esperienza ha tratto l’ispirazione per fondare Plastic Free Odv Onlus e avviare la sua campagna per ridurre la produzione della plastica, ripulire l’ambiente, sensibilizzare istituzioni e cittadini. Era il marzo 2019. Oggi la Onlus conta 1.111 referenti in Italia ed è presente in 32 Paesi del mondo. Svolge attività di pulizia dai rifiuti e di sensibilizzazione, sostiene il centro per il recupero delle tartarughe marine di Calimera (Lecce). Dialoga con le aziende per promuove i suoi progetti: il recupero dei mozziconi, il contrasto all’abbandono dei pneumatici, il controllo e la pulizia dei fiumi, da cui arriva circa il 50% della plastica nel mari.

I numeri dell’associazione

Il taglio concreto, l’entusiasmo e le capacità di marketing del fondatore hanno prodotto presto risultati notevoli: al 4 maggio, 4.514.338 kg di plastica e rifiuti rimossi dall’ambiente, 294.844 studenti sensibilizzati, 8.196 appuntamenti di «clean up» realizzati, 230 tartarughe marine salvate, 482 protocolli d’intesa firmati con Comuni e aziende, 122 Comuni Plastic Free. Tra questi, c’è anche Bergamo, che lo scorso 8 marzo ha ricevuto la Tartaruga simbolo dell’associazione per il contrasto agli abbandoni illeciti, la sensibilizzazione del territorio, la gestione dei rifiuti urbani, le buone pratiche intraprese e la collaborazione con la stessa Plastic Free. Una collaborazione concretizzatasi nell’apertura della sede provinciale al Lazzaretto, l’organizzazione dell’Eco Festival al Polaresco nel giugno 2024 e le ormai tradizionali raccolte di mozziconi realizzate in Città Alta e nel centro cittadino, con 3,5 e 5 kg recuperati.

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«A Bergamo Plastic Free è arrivata nel 2019, pochi mesi dopo la fondazione, grazie a Diego Sonzogni, il nostro referente provinciale», spiega Silvano Ceresoli, referente per Bergamo. Impiegato, sposato, una figlia, Silvano racconta di essersi imbattuto per caso in un post su Facebook. In realtà, Plastic Free è nata sui social e dai social attinge la sua forza, coinvolgendo persone in tutta Italia. «Avevo fatto già altre raccolte di rifiuti con Legambiente quando abitavo ad Azzano San Paolo», racconta Silvano. «Poi mi sono trasferito a Brembate di Sopra e ho continuato l’attività di raccolta per Plastic Free».

Nei fine settimana, camminando lungo il Brembo, Silvano raccoglie uno, due chili di rifiuti plastici: «Flaconi, giocattoli, c’è un po’ di tutto». Tutto quello che, invece di finire nella raccolta differenziata, è buttato nel fiume, compresi copertoni d’auto e di camion. Regolarmente, con i Comuni, l’associazione organizza le giornate di pulizia, dove le quantità raccolte sono davvero impressionanti e possono superare i 500 kg. Il tutto è accumulato in un punto deciso con l’amministrazione che patrocina l’evento e provvede al conferimento in discarica, secondo un protocollo d’intesa che prevede anche incontri di sensibilizzazione nelle scuole e in assemblee pubbliche e la messa al bando della plastica usa e getta. Così l’Eco Festival di Barzana, il festival «Rock sul Serio», l’Eco Festival di Bergamo sono diventati eventi «Plastic Free» con il bollino rilasciato dall’associazione. «Siamo sentinelle sul territorio e segnaliamo l’abbandono di rifiuti, firmiamo accordi per evitare l’uso dei fuochi d’artificio, dannosi e inquinanti, e il rilascio dei palloncini. È diventata una sorta di usanza lanciarli con la letterina di Santa Lucia: noi cerchiamo di far capire che sono inquinanti. E l’abbandono di rifiuti nell’ambiente è un reato penale».

«Vivere senza plastica è ormai impossibile», osserva Stefano. «La plastica ha utilizzi anche molto positivi, come nel settore medico. Ma è possibile diminuire la plastica usa e getta.La nostra missione è recuperare quanto è abbandonato nell’ambiente e può finire nel mare. Le aziende dovrebbero preoccuparsi di recuperare e smaltire la plastica che producono, o almeno pagare un’ecotassa, ma anche i consumatori possono fare la loro parte, scegliendo prodotti sfusi e acquistando meno plastica. Eppure, dopo il Covid, l’usa e getta è quasi raddoppiato».

La testimonianza di Lara Lanzani

Trent’anni, vegetariana, «un lavoro che non c’entra niente» e una grande passione: la natura. È Lara Lanzani , volontaria Plastic Free, dal 2022 referente per l’associazione nella zona di Romano di Lombardia e della Bassa. «La mia passione nasce durante l’infanzia. Alle superiori ho iniziato ad attivarmi». Per Lara l’incontro con l’associazione passa da Facebook: «Volevo ripulire il parchetto dietro casa mia. Ma non è una cosa che si può fare da semplice cittadino: il Comune non lo consente, anche perché non si è assicurati». Digitando «cosa fare per» ha incontrato Plastic Free.

Lara si occupa di contattare i Comuni, fare sopralluoghi, organizzare gli eventi: «Il prossimo si terrà a Romano l’11 maggio: il punto di incontro è davanti al Comune, ci occuperemo della raccolta di mozziconi e di rifiuti». A Martinengo, dove vive, si è creato un gruppo che la supporta: «Con le mamme delle scuole, l’oratorio. La nostra associazione non necessita di un’iscrizione annuale. Ci si può semplicemente iscrivere agli eventi, gratuitamente». Così, dice, anche quando si è in vacanza può capitare di partecipare agli eventi organizzati in tutto il Paese e segnalati sul sito: «C’è modo di conoscere altri referenti e fare amicizia». Ognuno può offrire il proprio contributo e sentirsi utile: «Si creano dei bei legami, si diventa amici. C’è un sentimento forte che ci muove quando si partecipa alle raccolte, qualcosa che ci unisce

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