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Rinnovabili: sole e vento in salita. Soffre l’idroelettrico

A maggio record di rinnovabili, che incidono sul nostro mix energetico per il 56%. In alcune fasce orarie raggiungono fino al 100%. Si tratta di un risultato mai conseguito fino a quest’anno. Ma l’estate è stata difficile per l’energia idroelettrica.

Maggio è stato un mese da record per l’energia rinnovabile in Italia. Il rapporto mensile di Terna riporta che il solare, l’eolico, l’idroelettrico e il geotermico hanno contribuito per il 56% al fabbisogno energetico del nostro Paese. Mai prima d’ora era stato raggiunto un risultato simile. Le fonti non rinnovabili incidono sul nostro mix energetico per il 30% circa, mentre il restante 14% arriva dall’estero - motivo per il quale non possiamo classificarlo in una categoria o nell’altra. A rendere possibile l’ottimo risultato di maggio sono stati diversi fattori concomitanti.

Boom di solare e eolico

Il primo, e probabilmente il più importante, è il boom del solare nell’ultimo anno: rispetto al 2024, infatti, l’incidenza del fotovoltaico nel nostro mix energetico è aumentata del 27,1%, mentre quella dell’eolico è cresciuta dell’11,3%. Quella del geotermico è aumentata del 2%. Cala invece l’idroelettrico, il cui peso sul nostro fabbisogno energetico è sceso del 15,3% su base annua, pur mantenendosi fondamentale per la stabilità della rete elettrica. Poco più del 12% della nostra elettricità, infatti, deriva da dighe e centrali a scorrimento.

Riduzione dei consumi

Il secondo fattore è la riduzione dei consumi, che secondo Terna è dovuta alla «presenza di un giorno lavorativo in meno e di una temperatura inferiore di 0,6°C rispetto a maggio 2024»: in media, in effetti, i consumi sono scesi del 2,7%. Correggendo l’analisi per le variazioni di calendario e temperatura, la diminuzione è stata dell’1,8% su base annua: ciò significa che, in assenza di una contrazione della produzione nazionale, siamo diventati più efficienti nella gestione dell’elettricità.

Risultato record

A maggio è stato raggiunto un altro record: ci sono state diverse fasce orarie in cui le rinnovabili hanno coperto al 100% il fabbisogno energetico nazionale. Non solo: in alcune giornate particolarmente assolate, la generazione solare, quella eolica e quella idroelettrica hanno superato la domanda complessiva del nostro Paese, rendendolo (seppur brevemente) indipendente sia dalle fonti fossili che dalle importazioni dall’estero. Sfortunatamente, l’exploit di maggio non è stato replicato nei mesi successivi: a giugno e luglio, la quota parte delle rinnovabili sul fabbisogno nazionale è stata rispettivamente del 48% e del 44%, in netto calo rispetto al mese precedente. Colpa delle alte temperature, che hanno fatto lievitare la domanda di elettricità: a giugno, per esempio, i consumi sono saliti del 7,4% rispetto all’anno precedente. Una variazione «determinata da una temperatura eccezionalmente alta, oltre +2°C su giugno 2024 e sulla media degli ultimi 10 anni», spiega il rapporto mensile di Terna, che mette in evidenza la situazione critica dell’ultima settimana del mese, con «temperature medie giornaliere fino a 4°C superiori a quelle registrate nel 2024».

Fonti non programmabili

A luglio, invece, la riduzione della quota rinnovabile dipende dalla difficoltà di programmazione della generazione energetica: l’idroelettrico (che ammontava al 14% del fabbisogno elettrico nazionale) è crollato di più del 30%, mentre termico e geotermico sono scesi rispettivamente del 6,9% e del 2%. Anche il fotovoltaico, che durante l’estate fa la parte del leone, ha prodotto meno energia del previsto. La generazione sale del 18% rispetto a luglio 2024, ma è tutto merito della nuova potenza installata negli scorsi dodici mesi: l’irraggiamento, infatti, è stato di 33 GWh inferiore alle previsioni, perciò la produzione è stata inferiore alle aspettative. Bene solo l’eolico, che fa registrare un aumento del 53% su base annua e che ammonta al 6% della generazione nazionale (a giugno era il 4,4%).

Mix energetico da comporre

I dati sul mix energetico dicono che stiamo andando bene: i picchi positivi di maggio sono un ottimo segnale per il futuro, e anche i valori dell’eolico e del fotovoltaico di luglio fanno ben sperare. È però impossibile affidarsi unicamente alle rinnovabili per il sostegno dell’intera rete: un’estate piovosa comprometterebbe il sistema elettrico nazionale. Anche le temperature più alte aumentano la domanda di energia per i condizionatori e le siccità riducono la generazione idroelettrica.

La scelta, insomma, non è tra fonti fossili e rinnovabili: il passaggio è in corso. Resta da capire quali sistemi utilizzeremo per tamponare le oscillazioni delle rinnovabili. Le opzioni sono tre: il nucleare nazionale, quello estero e il gas fossile di Libia, Algeria e Azerbaigian. Il momento di decidere è arrivato.

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