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A che punto siamo con gli insetti edibili

La polvere della larva gialla della farina, del grillo domestico, della locusta migratoria e della tarma minore della farina sono tra i prodotti autorizzati dall’Unione europea. Verifiche rigide dell’Efsa che stabilisce quantità, etichettatura, limiti microbiologici e chimici

Biscotti con farina di insetti, taralli di grillo, barrette proteiche con larva gialla della farina e altri alimenti derivati da insetti commestibili. Non è difficile incontrare online questi prodotti, dove molti vanno a ruba, in particolare sui siti di imprese emergenti che hanno deciso di investire in un mercato che, nel mondo, era stimato nel 2018 con un valore di 406 milioni di dollari e che arriverà a superare gli otto miliardi entro il 2030. Lo si legge nell’indagine recente dell’Università di Bergamo «Consumo di alimenti a base di insetti: motivazioni edonistiche o utilitaristiche?». Nello stesso studio si può leggere anche che gli investimenti europei nel settore degli insetti ammontavano a circa un miliardo di dollari lo scorso anno e dovrebbero raggiungere la quota di tre miliardi entro il 2030. La Fao stima che l’entomofagia, cioè il consumo di insetti da parte dell’uomo, è una pratica alimentare seguita da circa 2 miliardi di persone nel mondo e aggiunge che gli insetti edibili sono diventati un tema rilevante in seguito all’aumento del costo delle proteine animali sempre più richieste, delle pressioni ambientali, della crescita della popolazione.

Il ruolo dell’Efsa

In Italia, il ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida, non si era espresso a favore a fine gennaio 2023, quando l’Unione europea autorizzava l’adozione sulle tavole occidentali del grillo domestico in polvere, prodotto dall’azienda vietnamita Cricket One. In realtà, l’introduzione di «novel food» nel mercato europeo è soggetta a rigidi controlli da parte dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa), con la sede centrale in Italia, a Parma. Delle rigide verifiche che devono essere superate da un prodotto prima di diventare un ingrediente come un altro parliamo con Ermolaos Ververis, esperto scientifico dell’Unità nutrizione e innovazione alimentare dell’Efsa.

«La valutazione è scientifica e indipendente – dichiara Ververis –. Una volta completata, inviamo il nostro parere alla Commissione europea e agli Stati membri, che decidono se autorizzare o no il prodotto. L’autorizzazione riguarda esclusivamente il prodotto presentato dal richiedente, con condizioni d’uso, requisiti di etichettatura e modalità di produzione ben definite».

Il consumo di quali insetti è stato finora autorizzato nell’Unione europea?

«Tra i prodotti autorizzati figurano forme essiccate, congelate o in polvere della larva gialla della farina, Tenebrio molitor, del grillo domestico, Acheta domesticus, della locusta migratoria e della tarma minore della farina, Alphitobius diaperinus. Per ciascuno di questi, l’autorizzazione definisce le categorie di alimenti in cui può essere utilizzato, per esempio, snack, prodotti da forno o pasta. La Commissione europea stabilisce, invece, le quantità massime consentite, i requisiti di etichettatura e i limiti microbiologici e chimici».

Quando si parla di valutazione del rischio degli insetti a che cosa si fa riferimento?

«Sono aspetti come la tossicità, l’allergenicità e le proprietà nutrizionali. Valutiamo, inoltre, il processo produttivo, la sicurezza microbiologica e la composizione chimica. Ogni opinione scientifica comprende informazioni dettagliate sull’identità e la composizione del “novel food”, le specifiche tecniche e gli usi previsti, i dati tossicologici e il potenziale allergenico, la valutazione del processo produttivo e della sicurezza chimica e microbiologica. Solo se il prodotto non rappresenta alcun rischio per la salute, Efsa può dichiararlo sicuro».

Ciò di cui si cibano gli insetti è uno degli aspetti più importanti nel processo di valutazione dei rischi. Perché?

«Può influenzare direttamente il profilo di rischio microbiologico e chimico del prodotto finale. Esattamente come per gli altri animali da allevamento, la dieta degli insetti incide sulla loro sicurezza come alimento. Nel nostro parere scientifico del 2015, abbiamo concluso che, se gli insetti sono nutriti con materiali autorizzati, i rischi microbiologici sono comparabili a quelli delle proteine animali convenzionali. Tuttavia, abbiamo raccomandato di monitorare attentamente i livelli di batteri e di mantenere elevati standard igienici negli allevamenti e nei processi di trasformazione».

Dal punto di vista della sicurezza, ci sono alcune criticità?

«Sì, la possibilità di reazioni allergiche è una delle principali criticità. Insieme ai nostri esperti abbiamo concluso che il consumo di proteine derivanti da insetti può provocare reazioni allergiche, in particolare in chi è già allergico a crostacei, molluschi o acari della polvere. Inoltre, gli allergeni presenti nel mangime, come il glutine, possono accumularsi nell’insetto e, quindi, nel prodotto finale».

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