Secondo il rapporto di Legambiente «Ecosistema Urbano 2024», Bergamo scala di una posizione passando dal diciassettesimo posto del 2023 al sedicesimo dell’anno scorso nella classifica delle città con le migliori performance ambientali, sul totale di 106 capoluoghi di provincia italiani. L’indagine tiene conto di una ventina di indicatori distribuiti in sei aree tematiche: aria, acque, rifiuti, mobilità, ambiente urbano, energia.
Verde è salute: star bene in città
L’ampliamento del Parco dei Colli, la nuova mobilità sostenibile, l’obiettivo della neutralità climatica: Bergamo si prepara per il futuro
Non è un cattivo risultato, se è visto in termini macroscopici. Ma c’è ancora molta strada da percorrere, soprattutto in vista degli obiettivi da raggiungere nei prossimi anni. Per esempio, entro il 2030 ormai alle porte, quello della neutralità climatica, dove tra le cento città europee selezionate ce ne sono nove italiane: tra queste figura Bergamo insieme a Bologna, Firenze, Milano, Padova, Parma, Prato, Roma e Torino. Con la firma del «Climate City Contract» il capoluogo promette di abbattere l’80 per cento delle emissioni di CO2 entro il 2030. Bergamo, dunque, si prepara per il futuro. Da questa consapevolezza siamo partiti per l’indagine sul tema delle città e della loro pianificazione e rigenerazione urbana. L’ampliamento dell’area verde protetta, la nuova mobilità sostenibile, la riqualificazione di Porta Sud, una delle opere di rigenerazione urbana più importanti a livello nazionale: delle trasformazioni che interesseranno il Comune di Bergamo parliamo con gli assessori Oriana Ruzzini e Francesco Valesini. Riguardo al verde urbano si prospetta l’ampliamento del Parco dei Colli a sud, inglobando quello delle Piane Agricole.
Spazio, poi, alle riflessioni sul tema della progettazione delle città future con quattro spunti pratici che arrivano dall’Europa e non solo: comunità energeticamente indipendenti, nastri trasportatori per la micro-mobilità, mappe isocrone e soluzioni di edilizia sostenibile con prefabbricati in legno. Pubblichiamo una mappa isocrona di Bergamo che indica i tempi di percorrenza dal centro a piedi, in bicicletta e con l’automobile. Da qui una proposta nasce spontanea: chiudere il centro di Bergamo, o almeno una sua parte, alle auto, visto che alcuni punti si possono raggiungere nel medesimo tempo o addirittura più velocemente in bicicletta che in auto, con benefici per la salute e per l’ambiente. Perché non c’è solo la variabile tempo, ma anche quelle dell’inquinamento, della congestione, dello stress, delle malattie: a piedi e su due pedali si viaggia a impatto zero. E con meno traffico si può sperare in un calo degli incidenti mortali, in tragico aumento: le vittime, in questi primi tre mesi del 2025, nella Bergamasca sono già 18 rispetto alle 12 dello stesso periodo dell’anno scorso.
Uno sguardo olistico arriva dall’intervista all’urbanista Elena Granata, che propone, in alternativa alla «città dei 15 minuti», quella del «terzo tempo», dove è concesso ampio spazio agli aspetti del tempo libero con l’obiettivo di «ritrovare il respiro e la dimensione giocosa della vita». Perché non si vive di sola produttività.
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