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La cultura in quarantena

Contenitore. Una serie di testimonianze dal mondo artistico e culturale del nostro territorio. Per raccontare come sta andando e riflettere sulla situazione di impasse di queste settimane e sulla mancanza di prospettive sicure per il futuro. Perché, come diceva Camus, la cultura è il “grido degli uomini davanti al loro destino

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Dopo tante settimane difficili a causa del contagio diffuso da covid-19, siamo ora in una fase, se così possiamo chiamarla, “di transizione”. La parola che è più diffusa fra i media e le persone è riapertura: un termine che nasconde delle insidie – perché, come sappiamo, il nuovo coronavirus è ancora molto temibile – e sottende una progettualità ancora abbastanza fumosa, fra precauzione e voglia di fare ripartire il sistema economico italiano.

In mezzo a tutto questo di arte e cultura si parla pochissimo. O meglio, ne stanno parlando scarsamente le istituzioni, ma è intenso il fermento di un comparto che rappresenta parecchi punti di PIL e tantissime persone che vi lavorano (artisti, tecnici, addetti ai lavori vari).

Eppen, che fin dalla nascita si occupa di eventi, cultura e tempo libero sul territorio bergamasco, ha deciso di dare voce a queste persone che di arte e cultura vivono e a quelli che, ciascuno nel proprio ruolo, prendono parte ad una fitta rete di appuntamenti, iniziative, festival che caratterizza il nostro territorio. Bergamo infatti non è solo una città di grandi lavoratori, è anche una città di grandi lavoratori nella cultura. Che in questo momento soffrono il blocco obbligatorio e inevitabile di tutte le loro attività, ma soprattutto la mancanza di una prospettiva certa, dove probabilmente sarà necessario continuare a stare fermi.

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