Il bullismo fra bambini:
casi quintuplicati in pochi anni

A vent’anni esatti dall’adozione da parte delle Nazioni Unite della convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza ancora troppi bambini e ragazzi ne restano esclusi. Situazioni di violenze, sopraffazioni e privazioni che «non riguardano soltanto Paesi asiatici, africani o sudamericani – osserva Luigi Roffia, dirigente dell’ufficio scolastico provinciale (Usp) di Bergamo, oltre che referente regionale e coordinatore dell’Osservatorio regionale sul fenomeno del bullismo – ma anche il nostro ricco Nord-Est, Bergamo compresa».

La realtà è emersa durante la tavola rotonda incentrata sull’importante documento dell’Onu andata in scena al Collegio vescovile Sant’Alessandro. Dopo la mostra rivolta agli studenti delle scuole primarie e secondarie chiamati a realizzare fumetti, il secondo appuntamento dell’iniziativa incentrata sulla Convenzione e organizzata da Celim Bergamo, in collaborazione con L’Eco di Bergamo, il Centro missionario diocesano (Cdm: presente don Giambattista Boffi) e la Cattedra Unesco dell’Università di Bergamo (presente Michele Brunelli).

Presente anche il preside del Sant’Alessandro, Lucio Sisana. «Oltre al bullismo adolescenziale – prosegue Roffia – siamo molto preoccupati per il forte aumento dei casi di bullismo tra i bambini. Rispetto ad alcuni anni fa il fenomeno si è moltiplicato per cinque. Bambini diventati leader (in negativo) non a caso ma perché vittime loro stessi, in passato, di violenze maturate all’interno di crisi familiari e sociali. Davanti a ciò scatta in loro una ribellione, frutto di diritti di cui non hanno potuto godere».

Su L'Eco di Bergamo del 21 novembre anche i risultati  della ricerca che ha coinvolto 123 studenti delle medie (54,5% maschi) e 139 delle superiori: pochi conoscono la convenzione dell'Onu

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