Aborti, in calo in Bergamasca
Il dramma di quelli clandestini

Le interruzioni volontarie di gravidanza sono in calo a Bergamo e provincia: i dati forniti dall'Asl, per tutti gli ospedali di città e provincia nel periodo gennaio-agosto di quest'anno, segnalano numeri inferiori rispetto allo stesso periodo del 2008. Ma questo calo, dicono gli esperti, da ginecologi a operatori sanitari, è solo un dato «freddo», ma soprattutto racconta un calo apparente: non segnalerebbe, infatti, un cambiamento culturale rispetto al concepimento e alla maternità, ma purtroppo un aumento degli aborti nascosti e «fatti in casa».

E nell'attuale era di «una pastiglia per tutto», si tratta di aborti provocati da farmaci in commercio per altre patologie, in particolare per disturbi gastrici, ma che di fatto provocano emorragie e aborti che sembrano «spontanei».

Il quadro diventa ancora più allarmante se si va a scoprire quante confezioni di un particolare farmaco del genere sono state distribuite nelle farmacie bergamasche nel 2008 e 2009: migliaia e migliaia di scatole, ed è, spiegano gli esperti, «impossibile che questo prodotto, in disuso per curare disturbi gastrici, sia stato acquistati proprio per curare solo il mal di stomaco».

I dati Asl sugli aborti «ufficiali» dicono che da gennaio a agosto 2008 in totale le interruzioni volontarie di gravidanza sono state a Bergamo e provincia 1.448, di queste, 742 hanno interessato donne straniere e 706 le italiane; nello stesso periodo del 2009, gli aborti sono scesi a 1.345, di questi 680 per donne straniere e 665 italiane. Un calo piuttosto omogeneo per tutte le strutture ospedaliere, pur con qualche oscillazione.

Tutti i dettagli su L'Eco di Bergamo del 21 novembre

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