parre ospite dell'ex terrotista

Dal villino immerso nel verde di Parre al carcere duro. Sarà questo il destino di Gaetano Fidanzati, detto Tino, lo storico capomafia del quartiere Arenella di Palermo arrestato sabato a Milano dalla Squadra mobile. Venerdì Fidanzati – che aveva un covo nel paese della Valle Seriana, dove la gente lo vedeva spesso e dove lunedì la Mobile di Milano e i carabinieri di Clusone hanno fatto un blitz – è comparso in un’aula del del Palazzo di giustizia di Palermo, per la prima volta dopo la cattura, in qualità di imputato per associazione mafiosa nel processo «Addiopizzo 4».

Per lui proprio la Procura di Palermo ha chiesto l’applicazione del 41 bis, il regime carcerario duro. Si attende la firma del ministro della Giustizia Angelino Alfano.

Dagli accertamenti è inoltre emerso che il figlio di Bruno Bianchi, proprietario del villino di via Libertà 6, uno chalet nascosto dietro gli alberi che sovrastano la provinciale di Ponte Selva e l’abitato di Parre, è Graziano Bianchi: cinquantenne, all’inizio degli Anni Ottanta – quando aveva 23 anni – era stato arrestato per associazione sovversiva e partecipazione a banda armata. Studente in giurisprudenza, era militante dei «comunisti organizzati per la liberazione proletaria», più noti come Colp, gruppo guidato da Giulia Borelli e nato da una costola di Prima Linea. Ex terrorista, Bianchi è l’autore, nel settembre 1982, dell’attentato alla sede della Comunità israelitica di Milano.

Bianchi potrebbe dover rispondere anche del favoreggiamento della latitanza del boss.

Per saperne di più leggi L'Eco in edicola sabato 12 dicembre

© RIPRODUZIONE RISERVATA