Natale, il vescovo agli universitari:
non siate «ricercatori increduli»

ll rischio è quello di essere «ricercatori increduli» in questo cammino di accoglienza verso il Natale. È un monito ai credenti quello che il vescovo di Bergamo ha rivolto a se stesso prima di tutto, ma anche agli studenti, ai docenti e al personale tecnico amministrativo dell’Università degli studi di Bergamo, riuniti nella chiesa di Sant’Andrea in Città Alta per il consueto scambio di auguri per le festività.

Un monito che è risuonato tanto più forte in uomini e credenti in ricerca verso il Natale, messi in guardia nel Vangelo dal rifiuto di cambiare mentalità per credere. Il richiamo per la riflessione di monsignor Francesco Beschi è arrivato proprio dal brano di Matteo in cui un padre invita i due figli a lavorare nella vigna: dietro il sì del primo in realtà si cela un no, mentre il figlio più svogliato poi si ricrede e va a curare la vigna. Una parabola che proprio i capi religiosi sembrano non comprendere.

Cioè proprio chi si dice credente. Uomini in ricerca che poi si dimostrano increduli. Ad ascoltarlo il rettore Stefano Paleari, il direttore amministrativo Giuseppe Giovannelli, e un centinaio tra docenti, studenti e tecnici dell’ateneo orobico nell’incontro di preghiera promosso da don James Organisti, cappellano dell’Università, insieme ai giovani della Fuci e del Centro universitario Sant’Andrea.

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