Trescore, lavoratori in mobilità
«arruolati» dal Comune

Da un lato enti locali costretti a fare i conti con assunzioni bloccate, costi da ridurre allosso e carico di lavoro in costante aumento. Dall’altro, lavoratori colpiti dalla crisi, finiti nelle liste di mobilità. Nel mezzo, la soluzione messa in campo dal Comune di Trescore, che per risolvere il rompicapo di troppe mansioni da svolgere con personale risicato, ha deciso di approfittare della possibilità, offerta dalla legge, di rivolgersi ai lavoratori che si trovano in mobilità per assicurare un supporto agli uffici comunali oberati di lavoro.

«Una legge del ’97, che regola i cosiddetti "Lsu" (lavori socialmente utili, ndr) prevede che le persone che si trovano in mobilità o percepiscono la cassa integrazione straordinaria possano essere impiegate dagli enti pubblici per svolgere alcune mansioni al fianco dei dipendenti – spiega il sindaco di Trescore, Alberto Finazzi (Lega Nord) –. Il Comune non deve farsi carico degli stipendi, in quanto questi lavoratori già percepiscono una forma di retribuzione attraverso gli ammortizzatori sociali». Dunque, dal punto di vista economico all’amministrazione spetta solo il compito di garantire la copertura assicurativa. Soluzione ottimale per procacciarsi un aiuto divenuto necessario senza violare il blocco delle assunzioni che grava sulla macchina comunale della cittadina termale. «Abbiamo richiesto nove figure professionali, che contiamo di reperire attraverso le liste di lavoratori in mobilità che ci vengono fornite dai centri per l’impiego», prosegue il primo cittadino.

Quattro dei nove «aiutanti» che il Comune spera di individuare sono già stati scelti e sono pronti a dedicarsi alla loro nuova occupazione, che li terrà impegnati dalle diciotto alle ventidue ore alla settimana, per un periodo che va dai sei mesi a un anno, in funzione del tipo di progetto e della disponibilità degli interessati. In generale, si tratta di persone che hanno perso la propria occupazione nell’ultimo anno, anno e mezzo circa.

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