Coltivatori contro il Parco agricolo
«Siamo ostacolati e denigrati»

«E' giusto che nello studio di fattibilità del parco agricolo siano definite aree degradate, e da riqualificare, campi ben coltivati da generazioni di agricoltori di comprovata professionalità?». A farsi questa domanda sono i coltivatori che stanno gestendo i terreni tra ferrovia, autostrada, e nuova bretella. Compatti esprimono tutta la loro contrarietà al Pils.

«Si sta portando avanti, sia pur in buona fede, una grossa campagna di disinformazione – spiega Amerigo Grisa imprenditore agricolo e tecnico del settore da più di 25 anni -. Gli agricoltori hanno già dovuto subire espropri e condizionamenti per la realizzazione di vie di comunicazione e case popolari. Ora si denigra anche il loro lavoro agronomico ben fatto».

«Dicono di voler riqualificare i terreni ma di fatto stanno ostacolando l'operato degli agricoltori – aggiunge Alessandro Fenili imprenditore agricolo, orticoltore da generazioni, che ha acquisito 21 anni fa sei ettari di terreno per insediarvi il nuovo centro aziendale -. Denigrano il nostro operato nei confronti della comunità rischiando di mettere dei limiti alla gestione delle normali attività agricole. Recentemente abbiamo già subito restrizioni per la realizzazione della nuova bretella che ha creato un sottopassaggio obbligato per l'accesso ai terreni che non permette il transito a tutte le macchine agricole necessarie per la coltivazione dei fondi.

Oltretutto una strada comunale campestre, da sempre mantenuta in ordine dagli agricoltori viene proposta come pista ciclopedonale. Questo comporta evidenti rischi per il transito incrociato di ciclisti e pedoni che spesso si ritengono gli unici fruitori della strada. Propongono un parco agricolo, che di fatto già c'è, e la piantumazione con fasce arborate lungo le rogge. Mi chiedo chi supporterà i costi di piantumazione, ma soprattutto, chi penserà alla manutenzione e quali saranno i costi della sovrastruttura parco per la comunità? Il parco –conclude - porterebbe a svalutare il valore morale ed economico del mio terreno».
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