Formigoni: Giunta in 30 giorni
Federalismo e nuove deleghe

Una stagione di riforme, federalismo fiscale, 16 assessori, 4 sottosegretari e nuove deleghe. In estrema sintesi sono questi i programmi e le cifre della giunta Formigoni. Al quarto mandato alla guida della Regione, il presidente lombardo il giorno dopo la vittoria alle elezioni regionali ha ricordato: «In base all'articolo 116 della Costituzione abbiamo già chiesto allo Stato centrale la delega per dodici materie e ripartiremo all'attacco per ottenere il Senato delle Regioni». Non ha perso tempo Formigoni, che ieri sera si è complimentato con il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, per il risultato delle regionali e ha ricevuto a sua volta i complimenti per la riconferma.

«Il lavoro è ricominciato - ha aggiunto - a partire dall'esame dei voti presi dai partiti e dai candidati, provincia per provincia, nelle periferie o nelle campagne». Si tratta di un «lavoro delicato», finalizzato alla definizione della squadra di governo entro «un mesetto». Nel frattempo, ha aggiunto, «dobbiamo saper cogliere anche i messaggi dei non-elettori. L'astensionismo l'ho deprecato in campagna elettorale e qualche risultato l'ho ottenuto, ma c'è stato». Per questo, secondo Formigoni, è necessario che non ci siano più «delegittimazioni» tra avversari politici e che si riduca «l'aggressività» a favore della «stima reciproca».

Quanto all'assetto della nuova Giunta, che sarà composta da 16 assessori oltre a quattro sottosegretari, Formigoni ha detto che potrebbero esserci «delle deleghe nuove». Quanto infine alla sua possibile nomina alla presidenza della Conferenza delle Regioni, il numero uno del Pirellone ha detto che al momento non c'è sul tavolo una sua candidatura né altre: «Dal 1995 eleggiamo il presidente all'unanimità e le candidature le decidiamo insieme».

A proposito di Berlusconi, Formigoni si è detto convinto che nel 2013, a fine legislatura, il candidato alla presidenza del Consiglio per il centrodestra sarà ancora Silvio Berlusconi e che vincerà di nuovo la sfida. Il presidente della Regione ha quindi escluso incarichi romani per sè nei prossimi anni e ha ricordato che considera la propria poltrona la più importante dopo quella del premier.

Quello delle Regionali - ha detto Formigoni - «è un risultato che premia il governo che si conferma forte e coeso e continuerà a operare bene fino al 2013. Ipotizzo che nel 2013 Berlusconi sarà di nuovo candidato premier per il centrodestra e che vincerà le elezioni quindi Formigoni che è e sarà presidente della Regione, continuerà con grande felicità sua, e ipotizzo anche dei lombardi, a guidare la Regione».

Infine uno sguardo all'opposizione. L'esito del Pd alle elezioni regionali, negativo ma non troppo aiuterà il cammino delle riforme istituzionali. Ne è convinto Formigoni che ha concluso: «Ritengo che il fatto che il Pd, pur sconfitto, non abbia subito un grosso ridimensionamento e abbia vista confermata la leadership di Bersani, possa facilitare il cammino delle riforme».

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