Porta Sud e scalo merci
Il futuro è in bilico

La resa dei conti è in agenda per il 25 novembre: quel giorno si potrebbe conoscere il destino di Porta Sud, la società nata per la progettazione e la trasformazione dell'area dello scalo merci. Un'impresa che, così a naso, rischia di rimanere ancora sulla carta: come del resto da qualche decennio in qua. La società comunque la si voglia vedere è a un bivio: o rinasce trasformata, o chiude i battenti. In realtà ci sarebbe anche la posizione più attendista di chi (Comune?) preferirebbe attendere l'evoluzione dei fatti senza strappi in questa o quella direzione, ma alla fine anche in questo caso bisognerà arrivarne ad una. Prima o poi. Anzi, forse più prima che poi.

L'ordine del giorno dell'assemblea dei soci (in seconda convocazione, la prima è sabato ma andrà deserta per accordo tra i soci) è redatto in punta di codice civile, ai sensi degli articoli 2446 e 2447: quindi o riduzione e ricapitalizzazione della società, oppure sua messa in liquidazione.

Porta Sud ora come ora ha una perdita di 500 mila euro, che non sono proprio bruscolini, ma paradossalmente non è questo il problema, quanto la mancanza di una mission alla luce delle recenti evoluzioni. Su tutte la scelta ormai conclamata della Provincia di non realizzare la sua nuova sede in quell'area.

Realisticamente è decisamente improbabile che Porta Sud venga messa in liquidazione: per Palafrizzoni in particolare sarebbe una sconfitta totale sul versante politico. Più facile che cambi assetti e mission, il problema è però come.

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