Il vescovo Beschi ad Acli e Cisl
«Il lavoro è un valore»

«Il lavoro è un valore, non solo una necessità». Inizia con questa riflessione il messaggio del vescovo di Bergamo monsignor Francesco Beschi che risponde così alla lettera aperta indirizzatagli dai dirigenti di Acli e Cisl.

«Il lavoro è un valore, non solo una necessità. La crisi nelle sue ricadute occupazionali, la perdita del posto e la fatica a ricollocarsi, la difficoltà ad entrare in maniera stabile e sicura nel mondo del lavoro da parte dei giovani, la precarietà diffusa, l'impegno non sempre corrisposto da risultati, di molti artigiani, commercianti e imprenditori, ci ricordano senza alcuna incertezza che il lavoro è innanzi tutto una necessità». Inizia con questa riflessione la lettera - qui allegata nella sua interezza - del vescovo di Bergamo monsignor Francesco Beschi che risponde così alla lettera aperta indirizzatagli dai dirigenti di Acli e Cisl.

«Le prime sessioni del rinnovato Consiglio pastorale diocesano hanno messo a tema la crisi attuale nei suoi diversi aspetti, con l'intenzione di interpretare, alla luce del messaggio evangelico e di competenze diversificate, le implicazioni e le prospettive che questa crisi e il suo superamento comportano - si legge nella lettera -. Mi sembra di avvertire che la consapevolezza emergente in diversi contesti, indichi la necessità ineludibile di riprendere e approfondire il tema specifico del lavoro, in un orizzonte ideale segnato dal trentesimo anniversario dell'Enciclica di Giovanni Paolo II dal titolo “Laborem exercens”».

«Ancor più profondamente la riflessione sul valore del lavoro ci introduce alla consapevolezza, che assume tratti sacri, del valore irriducibile della persona che lavora, che cerca un lavoro, che si attende di poter godere del frutto del proprio lavoro - prosegue monsignor Beschi -. La persona umana non può essere ridotta semplicemente ad una risorsa: non è solo la risorsa decisiva, ma il criterio di giudizio della bontà stessa del lavoro. La consapevolezza che non si può mercificare la persona, significa che non si possono mercificare la sua salute, i suoi diritti fondamentali, le sue relazioni familiari, il suo tempo la sua stessa vita».

«Il convegno ecclesiale che desideriamo avviare e vivere prima dell'estate - conclude monsignor Beschi -, proprio sul tema del lavoro, non si pone obiettivi di natura economica e sociale; piuttosto si propone di alimentare una presa di coscienza di ciò che il lavoro rappresenta nella vita della persona umana e delle conseguenze che questa presa di coscienza comporta in direzione dello sviluppo economico sociale. Ce lo proponiamo come cristiani, come comunità cristiana, desiderando condividere questa riflessione con tutti i soggetti che vivono la realtà del lavoro sotto ogni profilo e sono disposti ad una riflessione prospettica, dunque in termini di speranza, relativamente a questa esperienza umana e sociale di assoluta rilevanza».

Leggi la lettera integrale del vescovo Francesco Beschi

© RIPRODUZIONE RISERVATA