Chiuduno rischia un maxi debito
Il sindaco: 6 milioni per la rete gas

Dopo la polemica sull'aumento dei costi della Giunta di Chiuduno, ora la maggioranza Lega-Pdl punta il dito contro i propri predecessori, accusati di aver lasciato in eredità all'amministrazione 6 milioni di € dopo il riscatto della rete del gas.

Dopo la polemica dei scorsi giorni sull'aumento dei costi della Giunta di Chiuduno, innescata dai volantini della minoranza, ora è il gruppo di maggioranza Lega-Pdl a puntare il dito contro i propri predecessori, accusandoli di aver lasciato in eredità alla nuova amministrazione una «spada di Damocle» da sei milioni di euro che rischia di pendere sulle casse comunali per anni, in seguito al riscatto della rete di distribuzione del gas.

La questione è stata sollevata nel corso dell'ultima seduta del Consiglio comunale, ma la vicenda prende il via a fine 2007, quando il Comune di Chiuduno – allora guidato dal sindaco Mauro Cinquini e dalla sua maggioranza «Insieme per Chiuduno» – deliberò di riscattare, in anticipo rispetto al termine naturale della concessione, la rete di distribuzione del gas dall'allora gestore Sobergas spa-Asm spa (oggi A2A Reti Gas spa) «al fine di anticipare la riscossione di un canone a vantaggio del Comune». Il riscatto anticipato comporta un indennizzo all'ex gestore: un consulente del Comune stimò la spesa in 1,8 milioni, ma A2A, ne chiese cinque che sommati all'Iva fanno 6 milioni e 640.069 euro.

«Stando a quanto dice il decreto Letta – riepiloga il sindaco Stefano Locatelli – non è il Comune, bensì il nuovo gestore delle reti del gas che deve corrispondere al distributore uscente una somma in misura pari all'eventuale valore residuo degli ammortamenti di detti investimenti, risultanti dai bilanci del gestore uscente. L'amministrazione Cinquini ha invece deciso di accollarsi l'onere dell'indennizzo ad A2A, ritenendo probabilmente che nessun nuovo gestore avrebbe partecipato al bando di gara, sapendo di dover pagare dei soldi al proprio predecessore».

Cinquini si difende: «La stima fatta dal nostro consulente superava di poco il milione di euro, mentre il vecchio gestore chiedeva più di cinque milioni. Quindi, a fronte di valori così distanti, era impossibile caricare il pagamento del riscatto all'eventuale nuovo gestore, in quanto i concorrenti partecipanti alla gara non sarebbero stati in grado di conoscere gli oneri che avrebbero dovuto sostenere. Nello stesso tempo, aspettare che si risolvesse la questione dell'esatto importo da riconoscere avrebbe voluto dire attendere anni e perdere, per il relativo periodo, il beneficio derivante dal canone di concessione».

Ad oggi non è stato ancora stabilito con certezza a quanto effettivamente corrisponde la cifra che il Comune dovrà sborsare l'indennizzo al gestore A2A. «A causa dell'azione unilaterale intrapresa dall'ex sindaco – afferma Locatelli –, dovremo avviare una trattativa con la società A2A, la cui richiesta è di 5 milioni e 533.390 euro, a cui va aggiunto il 20%, arrivando quindi a 6 milioni e 640.069 euro». Più fiducioso nella risoluzione della trattativa, Mauro Cinquini sostiene: «È evidente che il valore espresso dal gestore è strumentale, per ottenere maggiori benefici possibili, considerando che tali reti, di cui il Comune ha ottenuto il possesso, sono già state pagate dai privati, in quanto il gestore non ha certo realizzato impianti e allacciamenti gratis in attesa del riscatto, dopo anni, da parte del Comune».

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