Alpini sempre in prima linea
25 anni per l'ospedale da campo

L'Ospedale da campo dell'Associazione nazionale alpini compie 25 anni (1986-2011). Una struttura nata a Bergamo, unica in Italia e tra le poche in Europa, che ha la propria sede direttiva agli Ospedali Riuniti e la sede stanziale all'aeroporto di Orio.

L'Ospedale da campo dell'Associazione nazionale alpini compie 25 anni (1986-2011). Una struttura nata a Bergamo, unica in Italia e tra le poche in Europa, che ha la propria sede direttiva agli Ospedali Riuniti e la sede stanziale all'aeroporto di Orio presso il 3° Reggimento di Sostegno aviazione esercito «Aquila». Nel 2004 una medaglia d'argento al merito civile conferita dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi perché «in occasione di eventi calamitosi interveniva tempestivamente con uomini e mezzi» per salvare «numerose vite umane».

In un quarto di secolo la struttura ha operato dopo gravi calamità avvenute in Italia e all'estero: i terremoti in Armenia, Umbria, Abruzzo, le alluvioni in Piemonte e Valtellina, lo tsunami nel Sudest asiatico, la guerra nei Balcani, solo per ricordarne alcune. Ma i volontari dell'ospedale sono intervenuti anche in situazioni meno drammatiche in occasione di «grandi eventi» come la Giornata mondiale della gioventù a Roma nell'anno del Giubileo o durante le adunate nazionali dell'Ana.

La storia dell'Ospedale inizia però quasi dieci anni prima della presentazione ufficiale, avvenuta a Bergamo durante l'adunata nazionale del 1986. Promotore di questa straordinaria impresa il dottor Pantaleo Lucio Losapio, direttore dell'ospedale. «Nel 1976 a poche ore dal terremoto in Friuli con un gruppo di colleghi decisi di partire portando materiale e farmaci – racconta –. Allora non esisteva nulla che riguardasse l'emergenza sanitaria. Partimmo dall'aeroporto militare di Orio per Udine. Da lì ci portarono in elicottero a Gemona. Per alcuni giorni portammo soccorso alle persone, dormendo poche ore all'addiaccio. Rientrati a Bergamo, organizzammo una colonna di auto per portare materiali e farmaci che avevo raccolto nel giardino e garage di mio padre». L'allora presidente sezionale dell'Ana, Leonardo Caprioli, lesse sul giornale dell'iniziativa di Losapio. Si incontrarono e nacque l'idea di creare «qualcosa» di strutturato. Nel corso degli anni successivi grazie all'impegno di Caprioli e Giuseppe Zamberletti (allora commissario straordinario per l'opera di emergenza e di ricostruzione del Friuli) il progetto diviene realtà, parallelamente alla nascita della Protezione civile.

Il vero «battesimo» dell'ospedale risale al 1987, quando unità mobili ed équipe operano nei territori alluvionati della Valle Brembana e della Valtellina. Un anno più tardi la prima missione all'estero, nell'Armenia sconvolta dal terremoto con oltre 25.000 morti e 30.000 feriti: l'ospedale da campo viene inviato nel Caucaso dal governo italiano nell'ambito del «Villaggio Italia» e porta a termine nell'agosto del 1989 una complessa operazione. Sono mesi impegnativi, molti gli alpini bergamaschi che hanno partecipato al soccorso e alla fase della ricostruzione. «Numerosi gli episodi legati a quell'esperienza – racconta Losapio –. Ricordo la storia di Alina, una bimba giudicata inguaribile e condotta al nostro ospedale. In realtà con le cure si è ripresa».

Per saperne di più leggi L'Eco di Bergamo del 30 agosto

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