Mendicanti e storpi, c'è chi simula
Ma l'indigenza non è mai falsa

C'è chi si inginocchia, chi incurva la schiena. Ma la gente ora non ci si lascia più commuovere tanto facilmente e loro - i poveri - cercano di attirare l'attenzione in tutti i modi. Anche simulando. Ma l'indigenza è vera, reale.

C'è chi si inginocchia, chi incurva la schiena, agita una stampella, incrocia le gambe come uno storpio. Ma la gente ora non ci si lascia più commuovere tanto facilmente e loro - i poveri - cercano di attirare l'attenzione in tutti i modi. Anche simulando.

Ma l'indigenza che le spinge a chiedere la carità quella è vera, reale. Gli operatori della Caritas diocesana ogni settimana incontrano molti dei mendicanti della città in via Conventino dove si recano per fare le docce oppure nelle case abbandonate in cui si rifugiano. E proprio la Caritas infatti compie un monitoraggio del fenomeno da dieci anni circa in collaborazione con il Segretariato Migranti.

«Gran parte di chi chiede l'elemosina è di origine rom rumena – spiega Alex Ghisalberti del Centro di primo ascolto diocesano Porta dei cocci –: sono circa una cinquantina i mendicanti che ogni lunedì vengono a fare la doccia in Caritas e a cambiare gli abiti».

Quelli che si rivolgono ai Servizi Segno sono solo una parte: si stima che in tutto siano almeno il doppio senza contare i venditori abusivi di rose oppure di accendini e altri accessori. La stagione in cui il numero cresce in maniera preoccupante è proprio l'autunno. In estate infatti molti vanno «al mare», non propriamente in vacanza, ma si spostano nelle località turistiche dove hanno maggiore possibilità di ricevere aiuti.

La Caritas infatti non ha elementi per ritenere che in Bergamasca esista un vero e proprio racket con forme di sfruttamento come quelle che esistono in altre città. «Esistono dei grandi nuclei famigliari – spiega Ghisalberti – in cui c'è qualche leader che magari gestisce i guadagni o parte di essi ma non abbiamo elementi per ritenere che esista una vera e propria organizzazione che sfrutta».

I luoghi dove si fa l'elemosina sono soprattutto il centro cittadino davanti ai negozi: tra viale Papa Giovanni XXIII e via Tiraboschi si possono contare fino a una decina di mendicanti, e ancora lungo gli assi viari di via Angelo Mai, di via Paleocapa, in via Autostrada e al rondò di Colognola e Campagnola. In Città Alta nei pressi del complesso di Sant'Agostino e davanti a molte chiese della città e della provincia.

I soldi raccolti con l'elemosina servono per fare la spesa, per il resto si vive in case di fortuna, per lo più abbandonate, e poi per mantenere le famiglie rimaste in Romania.

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