Viaggio tra umori e malumori
La manovra? «Vogliamo equità»

Sulla manovra da 30 miliardi di euro approvata dal governo come si pongono i bergamaschi? Per la gente è difficile districarsi tra pensioni, Iva e Ici. «Le pensioni? Che botta». Ma il coro è: «Vogliamo equità, pagano i soliti noti».

Sulla manovra da 30 miliardi di euro lordi approvata dal governo Monti come si pongono i bergamaschi? Per la gente comune è difficile districarsi tra pensioni, aumenti di Iva, il ritorno dell'Ici sulla prima casa, la diminuzione dei consiglieri nelle Giunte provinciali oltre che aumenti sui bolli per auto di lusso e liberalizzazione dei farmaci.

E, in attesa di vedere cosa succederà effettivamente nell'economia domestica fra il dare e l'avere, esprimere un giudizio definitivo riesce complicato, per quanto i bergamaschi, in questo primo approccio, sembrino piuttosto informati e ne parlino in maniera tecnica. Ma il coro che emerge è: «Vogliamo equità».

D'altronde fuori dai bar e per le vie del centro non si parla di altro tra anziani e giovani, uomini e donne, pensionati e lavoratori. Con posizioni differenti. C'è chi ha fiducia nel nuovo governo ed è pronto a fare sacrifici per supportare il Paese, c'è chi attende a dare giudizi e preferisce aspettare i primi riscontri e c'è chi invece non ha cambiato parere rispetto al precedente esecutivo, rimanendo assolutamente perplesso e pronto a scendere in piazza.

Relativamente alle pensioni i giovani sbarrano gli occhi intimoriti dai quarant'anni e più di lavoro che li aspetta: «Se devo pensare al futuro – dice Silvano Lo Verne, 26 anni universitario – e pensare che ho davanti quarant'anni di lavoro, mi assale lo sconforto. Tuttavia, nella mia situazione, sono più preoccupato di trovare lavoro perché al momento è davvero difficile. Ne faccio più una questione di ricambio generazionale: se facciamo lavorare fino a 70 anni le persone per i giovani ci sarà sempre meno spazio».

Anche la lotta all'evasione fiscale ha suscitato non poche polemiche tra i bergamaschi, ormai sfiduciati e rassegnati a prendere atto della situazione di scarso controllo degli ultimi tempi: «Si controllino i miliardari, quelli che sappiamo tutti che evadono e non pagano le tasse – osserva Antonio Pelis, 75 anni -: non bisogna controllare e bersagliare sempre i soliti. Sulla tracciabilità ho molte perplessità».

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