La tangentopoli di Monza
Ci sono tre indagati bergamaschi

C'è molta Bergamo nell'inchiesta della Procura di Monza sulla tangentopoli brianzola, culminata con l'arresto dell'ex assessore regionale Massimo Ponzoni e di altre quattro persone, tra cui Filippo Duzioni, 50 anni, intermediario di Ciserano.

C'è molta Bergamo nell'inchiesta della Procura di Monza sulla tangentopoli brianzola, culminata con l'arresto dell'ex assessore regionale Massimo Ponzoni e di altre quattro persone, tra cui Filippo Duzioni, 50 anni, intermediario e consulente imprenditoriale di Ciserano.

Quest'ultimo è una delle figure principali dell'indagine. È grazie ai suoi magheggi e ai suoi contributi economici che, secondo le accuse, Ponzoni poteva finanziare le sue campagne elettorali, è su di lui che l'esponente del Pdl contava per appoggi politici altolocati.

Alcuni degli incontri tra gli indagati raccontati nelle carte degli investigatori sarebbero avvenuti nella nostra provincia, e precisamente nelle sedi legali del gruppo Mediaservice srl e delle altre società riconducibili a Duzioni. Che non sono altro che eleganti abitazioni situate a Costa Mezzate e Bagnatica, visto che l'attività vera e propria si svolgeva negli uffici di via Umberto I a Giussano, in Brianza.

E nelle ventuno persone sotto inchiesta, oltre all'intermediario finito in cella, ci sono altri due bergamaschi. Si tratta di Giuseppina Taschini Vitali, 48 anni, nata a Ranica e residente ad Alzano, collaboratrice di Duzioni e amministratrice di alcune delle società dietro le quali, secondo gli inquirenti, ci sarebbe il cinquantenne di Ciserano (che non figura in nessun organigramma e, stando agli inquirenti, sarebbe un evasore totale almeno dal 2004). La donna deve rispondere di concorso in corruzione, proprio in qualità di amministratrice delle società coinvolte nelle presunte mazzette.

Dello stesso reato è accusato pure Pietro Rivoltella, l'imprenditore trevigliese sospettato di aver vinto un appalto all'ospedale Niguarda di Milano grazie all'appoggio di Ponzoni. L'uomo è presidente del Consorzio Santo Stefano s.c.a.r.l., specializzato in pulizie industriali, ed è marito di Antonella Beretta di Arcene, figlia dello scomparso Nino, grosso impresario nel settore delle pulizie, dei servizi alberghieri e del facchinaggio.

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