Il vescovo visita il Centro Cbf
Abusi fisici, aiuti a 400 famiglie

«Ci sono sempre state problematiche di diverso genere nelle famiglie. Ieri si risolvevano al loro interno, oppure si poteva contare sulla presenza di un tessuto sociale e familiare forte e condiviso. Oggi sono necessari nuovi approcci». Lo ha sottolineato il vescovo Beschi.

«Ci sono sempre state problematiche di diverso genere nelle famiglie. Ieri si risolvevano al loro interno, oppure si poteva sulla presenza di un tessuto sociale e familiare forte e condiviso. Oggi, in una società totalmente mutata che vede anche tante difficoltà e fragilità nelle famiglie, le stesse problematiche hanno bisogno di nuovi approcci, servizi e competenze. Soprattutto, vanno messe in relazione ai vissuti della persona e della famiglia».

Stamattina, il vescovo Francesco Beschi ha visitato il Centro per il bambino e la famiglia (Cbf) a Longuelo. È una struttura nata nel 1991 nell'ambito dell'Asl di Bergamo con l'appoggio dei Nepios e collocata in uno stabile di proprietà del Comune.

Come hanno sottolineato Claudio Rozzoni e Mara Azzi, rispettivamente responsabile del Cbf e direttore generale dell'Asl Bergamo, la struttura grazie ad apposite terapie, si prende cura di famiglie maltrattanti e figli maltrattati da 0 a 18 anni, come abusi sessuali, maltrattamenti fisico-psicologici, disagio, trascuratezza nell'educazione e anche nell'alimentazione.

Attualmente sono seguite 400 famiglie bergamasche e anche extraprovinciali che, sia singolarmente, sia a piccoli gruppi, trascorrono nella struttura parte della giornata. Di queste 400 famiglie, l'11% sono immigrati. Il Cbf conta 4 dipendenti Asl e 7 collaboratori esterni non dipendenti con contratti diversi. «Il Cbf offre servizi di eccellenza, mutuati da lunghe esperienze già avviate in nazioni estere», hanno sottolineato i responsabili.

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