Lega, altri della segreteria
sapevano dei soldi ai Bossi

C'erano «altri soggetti della segreteria» che erano «a conoscenza delle elargizioni che sistematicamente, da anni, vengono fatte a favore dei Bossi, del sen. Rosi Mauro, del Sindacato Padano, fuori da ogni regola contabile e di bilancio».

C'erano «altri soggetti della segreteria» che erano «a conoscenza delle elargizioni che sistematicamente, da anni, vengono fatte a favore dei Bossi, del sen. Rosi Mauro, del Sindacato Padano, fuori da ogni regola contabile e di bilancio».

È quello che si legge negli atti di indagine con al centro l'ex tesoriere della Lega Francesco Belsito, indagato a Milano, Napoli e Reggio Calabria Nelle carte delle indagini viene evidenziato che all'interno della Lega, dopo la scoperta delle operazioni con i fondi esteri in Tanzania, Cipro e Norvegia, erano sorte diatribe interne relative alla possibilità di «defenestrare» Belsito.

E proprio in questa fase, «dove si palesavano le sue dimissioni, è emerso un quadro di complicità - si legge negli atti - tra Belsito e Nadia Dagrada, responsabile amministrativo contabile del movimento, e di altri soggetti della segreteria, tutti a conoscenza delle elargizioni che andavano avanti da anni, non solo a favore di Umberto Bossi e dei suoi familiari, come «pagamenti di decine di fatture per le spese della famiglia, ristrutturazioni, auto, cellulari, schede telefoniche, dentista» e altro, ma anche a favore di Rosi Mauro e del Sindacato Padano, della scuola «Bosina» di Varese fondata dalla moglie del «capo» Manuela Marrone, ma anche al senatore Roberto Calderoli.

«A conoscenza delle varie operazioni è anche Daniela Cantamessa (...) della segreteria particolare di Umberto Bossi». E che in molti sapessero, secondo gli investigatori, è testimoniato da «eloquenti, precise e circostanziate (...) decine di telefonate» tra l'ex tesoriere e la responsabile amministrativo contabile di via Bellerio. (ANSA)

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