Nuovi poveri e rischio fame
La San Vincenzo in prima linea

Lo scorso anno la San Vincenzo ha soccorso 6.732 persone e 1.495 famiglie. La somma degli aiuti distribuiti è di 641.000 euro, a cui si aggiungono 180.000 chili di generi alimentari. È emerso nell'assemblea annuale dell'associazione.

«Il perdurare della crisi economica fa vivere in un naufragio generale, soprattutto riguardo alla valanga della disoccupazione. È tornata di attualità una domanda che sembrava legata al passato: troveremo pane per sfamare tanta gente bisognosa? Come San Vincenzo, mai avremmo pensato di tornare a consegnare tanti pacchi alimentari a tante persone e famiglie».

È un passaggio della relazione di Giampietro Marcassoli, presidente diocesano della Società di San Vincenzo, all'assemblea annuale dell'associazione, svoltasi oggi al Villaggio Gabrieli. La San Vincenzo conta attualmente 89 Conferenze parrocchiali, di cui 27 in città e 5 aziendali (Dalmine, Enel, Arti Grafiche, Italcementi e Legler) e 939 vincenziani.

Lo scorso anno la San Vincenzo ha soccorso 6.732 persone e 1.495 famiglie. La somma degli aiuti distribuiti è di 641.000 euro, a cui si aggiungono 180.000 chili di generi alimentari. «Fino ad alcuni anni fa - ha sottolineato Marcassoli - le nostre Conferenze assistevano i «soliti poveri», cioè persone e famiglie con problemi. Oggi essi sono ancora più poveri e accanto a loro ci sono tanti altri nuovi poveri a causa della grave crisi economica che sta interessando tutti e ciascuno».

Marcassoli ha analizzato la geografia dei bisogni assistiti dalla San Vincenzo, che vedono in testa quelli legati a scarsità di entrate e perdita del lavoro, seguiti da solitudine, occupazione saltuaria, salute, debiti, dipendenze varie (alcol, droga, gioco), morte di un familiare, sfratti, separazioni, detenzione in carcere. «Sono aumentate le povertà generate dalla crisi economica e dalla valanga di disoccupazione: persone senza lavoro, persone incapaci di far fronte ai debiti, persone che faticano ad arrivare a fine mese».

Il presidente della San Vincenzo ha elencato altre piaghe. «Il lavoro precario, che preclude ai giovani futuro e benessere. Gli esodati, senza lavoro e senza pensione. L'ampia fascia degli inattivi, che hanno gettato la spugna e non cercano più lavoro. Gli imprenditori incapaci di pensare nuovi investimenti e strategie».

© RIPRODUZIONE RISERVATA