La rivolta di Bianzano
finisce in Parlamento

La rivolta di Bianzano finisce in Parlamento. Lo preannuncia l'onorevole Giacomo Stucchi (Lega Nord). «Un comportamento inaccettabile» quello dei profughi accolti nell'albergo della Val Cavallina secondo il deputato leghista.

La rivolta di Bianzano finisce in Parlamento. Lo preannuncia l'onorevole Giacomo Stucchi (Lega Nord). «Un comportamento inaccettabile» quello dei profughi accolti nell'albergo della Val Cavallina secondo il deputato leghista. «Merita un atto ispettivo, non una semplice lettera al ministero. Oggi ci muoveremo per redigere un'interrogazione o un'interpellanza a Roma » continua.

Stucchi è fermo nella condanna della rivolta dei profughi libici. «Le strutture di accoglienza e gli alberghi – spiega – hanno dato la loro disponibilità a ospitare i profughi e questa è la moneta con cui sono ripagati. Un albergo distrutto ed episodi di violenza: si tratta di un comportamento inaccettabile».

«No accoglienza a 5 stelle» «Queste persone, fuggite dalla guerra, hanno il diritto di essere ospitate – conferma l'onorevole leghista – in condizioni dignitose, ma non possono arrogarsi il diritto di un'accoglienza a cinque stelle. Ci sono poi dei diritti, ma anche dei doveri, in primis quello di una buona educazione e del rispetto delle regole del Paese che li ospita».

«Quanto accaduto – continua – ci porta a muoverci con una certa fermezza per richiedere un intervento del ministero dell'Interno. Non basta una semplice lettera che ponga la questione ma un vero atto ispettivo, decideremo domani (oggi per chi legge ndr) se si tratterà di un'interrogazione o di un'interpellanza».

Il caso di Bianzano rimette al centro dell'attenzione la gestione politica della presenza dei profughi in fuga dal conflitto libico. «Il conflitto però ora è finito – ribadisce Stucchi –: in Libia ci saranno libere elezioni tra qualche giorno. Si presuppone possa nascere una democrazia seppur rudimentale. Ci sono presupposti per ritenere che non siano più luoghi pericolosi e in cui è possibile rientrare».

La questione giuridica Il problema però è che i profughi sono stati accolti come richiedenti asilo politico e non con permesso di soggiorno umanitario. Fu proprio l'allora ministro dell'Interno, Roberto Maroni, a scegliere questa strada. Una soluzione che però ha creato un corto circuito. Chi si è visto riconoscere lo status di rifugiato deve essere accolto e mantenuto nel Paese in cui ha richiesto l'asilo. Molti però non si vedono lo status riconosciuto perchè fuggono da una guerra ma sono per lo più emigranti in Libia da altri Paesi. Nulla insomma vieterebbe di rientrare nei loro Paesi di origine, per lo più dell'Africa centrale. Paesi con cui la maggiorparte non ha più contatti da tempo e da cui è fuggito per altre guerre e carestie.

«Le convenzioni internazionali – prova a ipotizzare Stucchi – impongono che l'aiuto può essere dato dal Paese democratico più vicino al loro, e quindi potrebbe essere proprio la Libia ora a prendersene carico. Inoltre ritengo che non possiamo farci carico noi del fatto che non vogliono tornare nel loro Paese d'origine ». Stucchi infine pone anche il problema dei fondi: «Mi chiedo adesso chi rifonderà i danni dell'albergo – conclude – visto che la politica dell'attuale Governo è quello di ritardare tutti i pagamenti il più possibile. Una politica miope che in generale compromette l'economia del Paese».

El. Cat.

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