Il recupero della Concordia:
uno dei sub arriva da Zogno

C'è anche un bergamasco fra i 60 e più sub che lavorano al recupero della Costa Concordia all'isola del Giglio. È Giovanni Carminati, 49 anni, nato a Zogno, dove abita la famiglia: anche se il figlio Claudio segue ormai da tempo le sue orme.

C'è anche un bergamasco fra i 60 e più sub che lavorano al recupero della Costa Concordia all'isola del Giglio. È Giovanni Carminati, 49 anni, nato a Zogno, dove abita la famiglia: anche se il figlio Claudio segue le sue orme e pure lui ha cominciato a girare dentro i mari del pianeta.

Carminati il lavoro non l'ha scelto. È stato il contrario e il mestiere ha scelto lui. «Ho fatto il militare il Marina e lì sono diventato sommozzatore. L'amore per il mare mi ha stregato» racconta sorridendo, una volta tanto con i piedi a terra perché lui, vive perlopiù imbarcato su una delle unità navali del gigantesco cantiere che «ingabbia» il relitto.

Giovanni è uno degli uomini della «Micoperi 30», la nave su cui svetta una gru alta 65 metri di proprietà di una delle due società (l'altra è l'americana Titan Salvage) che costituiscono il consorzio al lavoro per portar via dal Giglio la Costa Concordia.

«Se hai paura questo lavoro non lo fai. Per la Concordia si scende a 37/40 metri. Devi fare moltissima attenzione, la sicurezza viene prima di tutto. Basta un cavo o un sasso che si aggancia al tubo con cui siamo collegati ai pacchi di bombole d'aria e ossigeno in superficie».

Al Giglio, da agosto Giovanni ha lavorato alle operazioni per mettere in sicurezza la nave, per ancorarla alla riva e al fondale, con la posa di pali che ancorano lo scafo.

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