Labari e picchetti d'onore per Milo
«Attento ai giovani più a rischio»

In un silenzio irreale, sotto tenui fiocchi di neve, un corteo di autorità e cittadini ha accompagnato il carro funebre con la salma del maresciallo Francesco Milo dalla caserma dei carabinieri di Villa d'Almé alla chiesa parrocchiale.

In un silenzio irreale, sotto tenui fiocchi di neve, un corteo di autorità e cittadini ha accompagnato il carro funebre con la salma del maresciallo Francesco Milo dalla caserma dei carabinieri di Villa d'Almé alla chiesa parrocchiale.

Un addio carico di commozione e mestizia che ha radunato nel centro del paese centinaia di persone assieme alle più alte cariche dell'Arma dei Carabinieri. Fra i tanti il colonnello Antonio Bandiera, il capitano Andrea Pietracupa, i marescialli e comandanti di tante stazioni dell'Arma della Bergamasca, in particolare dell'Isola e della Valle Brembana.

Presenti anche i magistrati Carmen Pugliese e Adriano Galizzi Il m.llo Milo era conosciutissimo, stimato e amato da tutti. Era diventato una vera e propria istituzione locale. E non a caso all'ultimo saluto, stretti attorno al dolore dei familiari - la moglie Celina, 53 anni, i figli Tamara, 31 anni e Sergio, 34 - non hanno voluto mancare anche i sindaci dei paesi della zona con fascia e gonfalone oltre al consigliere regionale Valerio Bettoni.

Numerosi anche i labari dell'associazioni dell'Arma, dei carabinieri in congedo, della Croce Rossa, le corone d'alloro, e tanta gente comune che ha accompagnato il feretro nella parrocchiale dove il parroco don Raffaele Cuminetti ha presieduto il rito funebre. Davanti alla chiesa e all'interno a vegliare la bara un picchetto d'onore dei militari dell'Arma.

La liturgia funebre è stata concelebrata da don Mansueto Callioni e dal cappellano militare dei Carabinieri don Fabio Locatelli.

Don Cuminetti ha ricordato il maresciallo Milo sottolineando la sua dedizione verso chiunque bussasse alla porta della caserma. «E' stato un po' pastore - ha detto - capace di dare il proprio tempo per il bene di tutti. Non diceva mai di no ed era attento al futuro dei più giovani che spesso incontrava in situazioni difficili e rischiose. Milo è stato promotore dei veri e unici valori della famiglia».

Al termine della messa funebre il m.llo Attilio Paulillo ha tratteggiato un breve profilo del m.llo Milo ricordandone il lavoro che scandiva ogni ora delle lunghe giornate in caserma e sul territorio. La vice comandante Maria Pedalino ha quindi dato lettura della Preghiera del carabiniere, infine una nipote ha portato il suo ultimo saluto alla zio Francesco.

Il «silenzio» intonato da una tromba ha chiuso la liturgia prima del corteo verso il cimitero per la tumulazione.



© RIPRODUZIONE RISERVATA