È morto Giulio Andreotti
Con Bergamo 50 anni di rapporti

Giulio Andreotti è morto alle 12.25 di lunedì 6 maggio all'età di 94 anni nella sua abitazione romana. Giulio Andreotti ha un legame di mezzo secolo con Bergamo. L'ultima volta, nell'ottobre 2006, era giunto in città su invito del Lions Club Bergamo Host.

Giulio Andreotti è morto lunedì 6 maggio alle 12 e 25 all'età di 94 anni nella sua abitazione romana. Lo hanno reso noto i suoi familiari. Giulio Andreotti ha un legame di mezzo secolo con Bergamo. L'ultima volta, nell'ottobre 2006, era giunto in città su invito del Lions Club Bergamo Host per una commemorazione del suo amico Severino Citaristi.

Ma il legame con la terra orobica era nato appunto già quasi cinquant'anni prima. I più anziani lo ricordano quando il 4 maggio 1960 arrivò in treno accompagnando il presidente della Repubblica Giovanni Gronchi per il centenario della spedizione dei Mille. Gronchi nell'occasione insignì Bergamo del titolo di «Città dei Mille», per via dei 174 garibaldini che partirono da Quarto.

Andreotti era allora ministro della Difesa e fu accolto con il capo dello Stato dal sindaco Tino Simoncini. Salì sull'auto scoperta per salutare la folla, percorse viale Roma fino in prefettura dove c'erano il vescovo Giuseppe Piazzi e il presidente della Provincia Clauser. Poi in Rocca, al museo del Risorgimento infine a Palazzo della Ragione. Conclusa la visita, Gronchi e Andreotti ripartirono per Roma dall'aeroporto allora militare di Orio con un bimotore dell'Aeronautica.

L'ultima occasione per un intervento pubblico nella nostra città risale appunto al 2006. Andreotti ricordò Citaristi al Lions Club Bergamo Host (il senatore bergamasco ne fece parte per quasi 50 anni). Sottolineò poi gli anni in cui era necessario organizzare la Democrazia Cristiana e il lavoro del senatore bergamasco, col quale aveva condiviso gran parte della storia politica italiana negli anni del Dopoguerra.

Protagonista assoluto della seconda metà del secolo scorso, il volto più conosciuto della Prima Repubblica, sette volte presidente del Consiglio, 21 volte ministro, da sempre in Parlamento, imputato per concorso esterno in associazione mafiosa e omicidio (accuse poi ribaltate dalle vicende processuali), Giulio Andreotti fu varie volte a Bergamo e in provincia, chiamato a intervenire a dibattiti e convegni su temi politici e sociali. Dagli incontri della Democrazia Cristiana a San Pellegrino, a quelli di Sotto il Monte sulla Pacem in Terris di Giovanni XXIII nel giugno 2003.

Nel marzo 2003 fu a Caravaggio per il centenario della Banca di Credito Cooperativo e ricordò quando da bambino, con altri amici, a Roma seguiva un sacerdote che si occupava della Cassa Rurale. Il bergamasco più illustre con il quale ebbe stretti rapporti rimane comunque Papa Giovanni. Del resto Andreotti aveva conosciuto (quasi) tutti i pontefici del Novecento e del Terzo Millennio. Con alcuni di loro aveva tessuto incontri e relazioni.

Nell'ultima intervista concessa a «L'Eco di Bergamo» (31 marzo 2008), Andreotti rammentò gli incontri con il cardinale Roncalli a Venezia, la gita in gondola fra i canali della laguna con il Patriarca, il colloquio riservato con il porporato bergamasco prima che entrasse in Conclave, la premonizione di trovarsi di fronte al futuro pontefice, la confidenza del Concilio Vaticano II fatta da Giovanni XXIII a lui una ventina di giorni prima dell'annuncio, durante un'udienza privata alla famiglia.

Emanuele  Roncalli

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