Il flop dei «Cinque stelle»
Sul web monta la rivolta

Tre mesi dopo l'avanzata elettorale di febbraio l'onda dello tsunami «Cinquestelle» subisce un pesante stop. Il cattivo risultato delle amministrative è un declino tutto da analizzare ma che ha già acceso la web-rivolta della base grillina, senza risparmiare nemmeno il suo leader.

Tre mesi dopo l'avanzata elettorale di febbraio l'onda dello tsunami «Cinquestelle» subisce un pesante stop. Il cattivo risultato delle amministrative del Friuli appare ora, davanti al flop delle elezioni comunali e del voto in Valle d'Aosta, come una semplice punta d'iceberg di un declino tutto da analizzare ma che ha già acceso la web-rivolta della base grillina, senza risparmiare nemmeno il suo leader.

Al ballottaggio, nei capoluoghi di provincia, non andrà nessun candidato stellato. Persi così, in 120 giorni, più di un elettore su tre. «Caro Beppe - insorgono i follwers - adesso il "vaffa" te lo devi prendere tu». L'emorragia che agita il blog di Grillo è imponente. A Imperia il movimento passa dal 33,6% delle politiche a un misero 8,8%. Nella capitale lo schianto ha dimezzato l'elettorato che dal 27% è sceso al 13. A Siena, nemmeno lo scandalo Mps ha aiutato gli M5S che pure lo hanno cavalcato: consensi in picchiata dal 21% all'8,8. È un bollettino di guerra ovunque.  Anche a Brescia, la «patria» del portavoce Vito Crimi, si passa dal 16,6% al 7,7.

La contestazione travolge tutta la politica finora seguita dai cinquestelle che ancora oggi, nonostante la disfatta, non sembra voler cambiare strada. Anche se c'è chi, nei gruppi parlamentari, pensa alla necessità di una riflessione sulle strategie. Intanto, quasi nessuno si sbilancia in commenti. E dallo staff di comunicazione del Senato arriva l'indicazione di non sbilanciarsi in valutazioni.

Se Crimi ripete ancora che «è fuori chi parla di alleanze», la portavoce alla Camera Roberta Lombardi, assicura: «ai primi di giugno ruotiamo». «Questo - pensa Lombardi - fa si che i cittadini continuino a seguire il progetto del Movimento 5 stelle e non si affezionino alle persone che in quel momento ne sono i portavoce e hanno visibilità».

Ma di affetto sul web non c'è traccia, anche per lei e Crimi fioccano post al curaro. C'e chi, come Antonello F., non ha digerito l'ostracismo per i media e calcola in «-200 punti elettorali» l'effetto del servizio fotografico su un settimanale per il quale hanno posato.

Nino C. - uno di quelli che hanno molto da ridire sul dibattito «diarie e scontrini» - chiede a Grillo di «dire a quei 4 str... che abbiamo mandato in Parlamento di cambiare attitudine».

Mentre la bufera si gonfia, Grillo tace ed è la prima volta, da quando M5s si presenta alle urne, che il leader si chiude nel silenzio durante lo spoglio. Dal «palazzo», intanto, si leva il mantra di un parlamentare grillino che non se la sente nemmeno di uscire dall'anonimato. «Non esistono più soldatini blu e soldatini rossi, ora sono tutti grigi: votano le stesse cose, - si lamenta - dicono le stesse bugie, e hanno lo stesso odore, quello che si sente nelle camere di obitorio, davanti ai morti».

L'asse delle larghe intese li esclude e «a volte ci sentiamo soli: come quelle persone normali che improvvisamente vengono invitate alla feste del Re e devono sottostare ai precetti». «Ma questo non è il palazzo del Re, non è la Città proibita, è il Parlamento. Ma visto da dentro, questo Palazzo fa paura. E io, noi, non ci possiamo permettere di avere paura». «Non lasciateci soli», supplica.

Margherita Nanetti

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