Lo spumante esce dal lago Sebino
I turisti stranieri: «Wonderful!»

Il recupero di casse di vino lasciate maturare per un anno in fondo al lago d'Iseo ha destato grande sorpresa dei turisti. Ieri pomeriggio il primo recupero, ma un altro carico di alcune migliaia di bottiglie è già stato immerso nelle acque del Sebino.

«What's going on?» che succede? Domandavano curiosi i turisti tedeschi e olandesi che ieri mattina a Montisola si stavano godendo il sole e il primo caldo d'estate. L'attenzione di chi camminava sul lungolago di Peschiera Maraglio veniva infatti catturata da una grande chiatta su cui erano al lavoro un paio di gru e dalla presenza in acqua di numerosi sommozzatori. Ma quando scoprivano che di lì a poco avrebbero assistito al recupero di casse di vino lasciate maturare per un anno in fondo al lago la loro sorpresa sfociava in continui "Oh wonderful!".

Eh sì, perché l'idea venuta ad Alex Belingheri, imprenditore camuno e titolare dell'azienda "Agricola Vallecamonica" di Artogne, è davvero unica al mondo: affinare le bottiglie del suo vino spumante "Nautilus" sfruttando le ideali condizioni costanti che si trovano a 35 metri di profondità nel Sebino: 5 gradi centigradi di temperatura e 4 bar di pressione.

"Ma queste - spiega subito Belingheri - sono le condizioni favorevoli; c'è tutto il resto a rendere difficile e affascinante questa sfida, ma l'abbiamo voluta lanciare due anni fa e i fatti ci stanno dando ragione". Le prime casse di vino erano state calate infatti nel 2011 e giusto un anno fa erano state recuperate per essere portate in cantina per la fase finale della maturazione: le prime bottiglie di Nautilus sono arrivate in tavola a Natale e nel frattempo sono maturate quelle calate in acqua un anno fa.

Ieri il loro recupero: "é stata una faticaccia anche oggi - conferma il titolare dell'Agricola Vallecamonica - perché basta un piccolo errore per mandare tutto all'aria. Invece c e l'abbiamo fatta e abbiamo recuperato metà delle 7 mila bottiglie calate nel 2012, perché abbiamo deciso di lasciare l'altra metà sul fondo del lago un altro anno, in modo da farla maturare nell'acqua per 24 mesi".

Oltre alle condizioni di pressione e temperatura costanti, il lago offre anche, con le sue correnti, il rimescolamento continuo dei lieviti che crea un mix perfetto per il metodo classico: "In particolare - aggiunge - le bollicine sono cremose, fini e con una consistenza senza pari, mentre il gusto guadagna in lunghezza e persistenza". Una volta issate a riva le casse dell'anno scorso, un paio di bottiglie sono state stappate e hanno innaffiato gli oltre duecento curiosi che hanno seguito passo passo tutte le operazioni. Subito dopo si è proceduto a calare in acqua otto nuove casse contenti 3 mila e duecento bottiglie del vino prodotto con le uve della vendemmia del 2012, 50 magnum da 1,5 litri e 30 jéroboam da tre litri.

"Questo Nautilus - conclude Belingheri - è fatto solo con uve rosse è un millesimato, quindi con uve di un'unica annata che raccolgo da viti che hanno almeno 50 anni e alcune addirittura un secolo di vita. Con questo esperimento voglio unire la valle Camonica al Sebino per dimostrare che i nostri territori devono collaborare per produrre qualcosa di buono e i fatti mi stanno dando ragione: il Nautilus recuperato l'anno scorso è stato venduto in tutta Italia ed ha avuto una recensione anche in Nuova Zelanda".

Tra gli estimatori di questo vino, il sindaco di Montisola Pier Giuseppe Ziliani: "Deve e può ancora migliorare molto per raggiungere le bollicine della Franciacorta ma io l'ho assaggiato e posso assicurare che è un buon vino. E poi è il frutto di un'iniziativa geniale che noi abbiamo subito sostenuto e che porta in giro il nome del lago di Iseo e di tutto il nostro comprensorio".

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